La Massoneria “operativa” sorge come una corporazione di liberi muratori (che possiamo far risalire ai Collegia fabrorum dei Romani) con lo scopo di tutelare i privilegi dei suoi associati, dovuti alla conoscenza delle tecniche costruttive, i cui segreti erano custoditi gelosamente, per trasmissione orale da maestro costruttore a maestro costruttore (se ne ha un esempio nei famosi Maestri Comancini, operanti fin dai tempi di Rotari). Eravamo in epoche in cui non esistevano trattati di tecnica delle costruzioni con la sola eccezione dell’opera di Villard di Honnecurt risalente al secolo XIII, incomprensibile ai non iniziati all’arte muratoria.
Agli inizi del 1600 c’è una forte diminuzione delle commesse di cattedrali, ma inizia pure l’insegnamento dell’arte nelle Università con la conseguente discussione anche teoretica ed il graduale ampliamento delle attività delle officine muratorie anche negli ambienti culturali.
Così, a partire dalla metà del secolo, si cominciano ad accettare, nelle corporazioni operative dei muratori e dei tagliapietre, anche persone estranee alla professione e anche donne. Di qui la concezione del Libero Muratore che da “operativo” diviene “speculativo” e del “massone accettato”. Gradualmente le corporazioni si trasformano in centri, Gilde di mestiere, dove alle regole dell’arte si uniscono i principi filosofici di fratellanza, eguaglianza, libertà e amicizia tra i popoli e la fede in un principio primo creatore, riconosciuto come Grande Architetto dell’Universo.
Nascono così ifree-mason inglesi ovvero i franc-maçon francesi (da cui l’italiano “frammassoni” o liberi muratori).
In realtà la Massoneria, come oggi la intendiamo, trae le sue origini ben al di là delle corporazioni muratorie medievali, dalle quali ha tratto soltanto l’apparato simbolico esteriore.
Si potrebbe affermare che la Massoneria è antica quanto l’uomo. Se ne trova l’idea e quindi i prodromi nella sua parte spirituale fin dal tempo della costruzione delle piramidi e del Tempio di Salomone con il suo mitico architetto Hiram. Successivamente, in termini di eredità d’idee ed atteggiamenti, traspare nelle attività di antiche comunità come quelle dei Pitagorici, degli Esseni, degli Gnostici, dei Fedeli d'Amore ecc., per continuare in tutte le dette consorterie muratorie che attesero alla costruzione delle cattedrali gotiche della nostra Europa ed ancora con società similari come i costruttori inglesi che obbedivano agli statuti di Norwick nel 1300. (Tra gli antichi documenti troviamo il “Poema Regius” del 1390 - cfr. Documenti -)
Ancora nascono legami profondi con il pensiero esoterico e con strutture colte e leggendarie come quelle dei Cavalieri Templari, degli Alchimisti, dei Rosa+Croce, con i circoli Ermetici e Neoplatonici, e così via.
Convenzionalmente la Massoneria “moderna” si intende nata ufficialmente il 24 Giugno 1717, festa di San Giovanni Battista, che ne è il protettore. Quel giorno i responsabili di quattro Logge londinesi operative (la loggia, dall’inglese lodge che significa “locale”, è l’unità primaria della struttura massonica) - che avevano il nome delle Locande ove si riunivano e precisamente : “All’oca e alla graticola” , “Alla Corona”, “Al Melo”, “Al Ramo e al grappolo” - si riunirono assieme per darsi regolamenti comuni.
La riunione avvenne nella Locanda “All’oca e alla graticola” e venne fondata la prima consorteria di logge che venne detta appunto la Gran Loggiadi Londra sotto la guida del primo Gran Maestro Anthony Sawyer.
Tale fatto, anche per il particolare momento storico e culturale in cui avvenne, assunse una rilevanza ben al di là dell’effettivo valore oggettivo dell’episodio, venendo esaltato ed enfatizzato fino a considerare la Gran Loggia di Londra come la “Gran Loggia Madre del Mondo” e le regole da essa dettata come inderogabili punti di riferimento.
Il compito di rivisitare l’intero passato della Massoneria e di rivendicarne i nobili ideali, venne dato dal quarto Gran Maestro della Gran Loggia di Londra, il duca di Montagu, ai massoni George Payne, John Theophilus Desarguiles (1638-1744) e al pastore presbiteriano James Anderson (1684-1739) che nel 1723 pubblicò Constitutions of the Free-masons (Le Costituzioni dei liberi muratori) - cfr. “Documenti” -aggiornato nel successivo New Book of Constitution del 1738.
Si leggeva esplicitamente :
“Ogni Gran Loggia è rivestita del potere e dell’autorità dI fare nuovi regolamenti o di modificare questi stessi se ciò giova alla fraternità, alla condizione che gli antichi Landmarks siano sempre accuratamente conservati”.
In realtà vi è da dire che nel Libro delle Costituzioni di Anderson i cosiddetti Landmarks (o paletti o pietre miliari) non vennero mai enunciati. Probabilmente Anderson - che non fu certo un massone di elevatissimo livello e nemmeno di provata esperienza - usò una frase ad effetto che significasse la salvaguardia di una certa indefinita tradizione.
Nonostante il valore che viene ad esse attribuito, le Costituzioni diAnderson, per le imprecisioni, manchevolezze ed ingenuità e per gli inevitabili condizionamenti dell’epoca, non presentano il carattere di un testo da assumere come “fondamento immutabile” e quasi “sacro” della Massoneria Universale.
A proposito dei Landmarks vi furono varie e a volte discordanti interpretazioni successive, fra cui:
- Nel 1809/13 la Gran Loggia Unita d’Inghilterra approva dei Landmarks trasmessi oralmente e riguardanti i cerimoniali.
- Nel 1850 la Gran Loggia del Missouri enuncia 26 Landmarks che dichiara contenuti nelle Costituzioni di Anderson.
- Nel 1850 Rob Morris del Kentuky enuncia 17 Landmarks
- Nel 1856 Albert Mackey 33, Gran Segretario della Gran Loggia madre degli Stati Uniti enuncia 25 Landmarks
- Nel 1871 sono enunciati i 9 principi di Findel e i 22 dei fratelli Chalmers simili a quelli di Mackey.
Dunque, anche nelle successive interpretazioni, vi sono disaccordi ed incongruenze, spesso esasperando questioni marginali e “datate”, a volte anche in contrasto con i principi ispiratori fondamentali.
A nostro avviso la conclusione è che la Massoneria rimane tale solo se restano immutati le “pietre miliari” ossia i principi ed i valori fondamentali dell’Istituzione.
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