Congiungere il visibile all’invisibile
La Catena simbolica
Le volontà individuali sono spesso deboli e vacillanti, le nostre
stesse aspirazioni al bene sono talvolta incerte, ma esse potranno essere
vigorosamente sostenute e rafforzate se esiste in ogni coscienza individuale
la certezza e la sicurezza di un sostegno collettivo.
FLORIANO PELLANDA (Revista massonica svizzera gennaio 2004)
Per scrivere questo testo non mi sono basato su di una lettura specifica
o su di un libro in particolare; ma dovrei affermare che diverse letture e
diversi libri hanno concorso alla stesura delle seguenti riflessioni. Molto
spesso si legge e si dimentica in fretta ma poi, inspiegabilmente,
riemergono delle riflessioni. Non pretendo che esse siano originali;
riaffiorano così, senza sapere da dove veramente provengono.
I Riti hanno tra le loro funzioni essenziali il compito di congiungere il
visibile all’invisibile; essi costituiscono un legame fluido che unisce il
singolo corpo massonico alla totalità dello spirito massonico universale
dandone, pure nella sua diversità di interpretazioni, un’uniformità di
prerogative e di intenti. Congiungere il visibile all’invisibile significa
partire dal concreto, dal reale e dal consultabile, e slanciarsi oltre,
infrangere le barriere dei preconcetti e dei conformismi per capire,
comprendere, intuire. Il Rito ci riconduce dunque da una percezione visiva,
e dunque facilmente comprensibile, ma parziale e insicura perché singola e
individuale, verso la comprensione di un insieme coordinato e universale del
tutto; la percezione dell’invisibile.
Il singolo e il gruppo
Tra tutti i gesti rituali, quello della Catena mi sembra essere il più
importante dal punto di vista occulto come da quello simbolico. Dapprima la
Catena è associata all’idea di solidità: essa accompagna la trasmissione del
movimento e della potenza. Ogni volontà umana per manifestarsi pienamente
nel mondo materiale deve necessariamente collegarsi ad un intermediario il
quale a sua volta è una base solida di trasmissione. Ogni collettività, ogni
associazione sviluppa uno spirito di gruppo molto più forte e intenso dello
spirito che può sviluppare una singola persona che fa parte del gruppo. Le
istituzioni massoniche, ovvero l’insieme delle obbedienze massoniche,
concorrono così tutte assieme, anche se ognuna in modo particolare e
personale, alla trasmissione della Tradizione e delle Conoscenze;
esattamente come in una catena dove ogni singolo anello è perfettamente
ancorato in un tutto. Le volontà individuali sono spesso deboli e
vacillanti, le nostre stesse aspirazioni al bene sono talvolta incerte, ma
esse potranno essere vigorosamente sostenute e rafforzate se esiste in ogni
coscienza individuale la certezza e la sicurezza di un sostegno collettivo.
Prima di terminare i lavori massonici, allorquando le mani si uniscono in
una Catena evocando l’unione di tutti i Massoni, una forza unificatrice e
confortante aleggia su tutta la Loggia. Ed è appunto in questo preciso
momento che è più che legittimo considerare la Massoneria come un centro
propulsore di Idee – Energie che si propagano nel mondo, provocando attività
nuove, feconde, e da dove sorgerà la concezione di una nuova società,
certamente meglio equilibrata, senz’altro più umana, e sicuramente
universale. Ed è in questa propulsione di Idee – Energie che si può
facilmente intravedere, in un gruppo di uomini i quali lavorano in segreto
al perfezionamento delle loro facoltà e alla ricerca del Vero, qualche cosa
di simile ad una radio emittente le cui onde invisibili attraversano
ostacoli insormontabili e, entusiasmando delle menti ricettive, potranno
cosi sviluppare delle nuove energie individuali capaci di traguardi e
obiettivi importanti e certamente innovativi.
Fratellanza senza confini
È dunque evidente che la Catena crea un campo magnetico e che la tensione
di questo campo sarà tanto forte quanto attivo sarà ogni singolo anello. Se
dunque ogni Massone fosse pienamente cosciente del proprio ruolo, non
soltanto la Massoneria si farebbe più forte e vigorosa, ma pure il mondo
intero subirebbe l’influenza benefica che si sprigionerebbe dalle diverse
Logge. L’azione per essere efficiente non ha bisogno di una intensa
pubblicità, al contrario; è nel silenzio e nella meditazione attiva che i
pensieri diventano Idee - Energie ed è attraverso la Catena che queste idee
sono poi proiettate nel mondo profano. La catena è dunque un gesto rituale.
Essa unisce i Massoni fuori dello spazio e del tempo. Se ogni persona è
fisicamente prigioniera in uno spazio ben definito, lo spirito è tuttavia
libero; esso vaga al di là del Tempio, oltre le frontiere e gli oceani. Le
mani unite in una Catena ricordano dunque la perennità della Fratellanza
massonica sulla terra. La parola catena esprime dunque, come abbiamo già
ricordato, una precisa nozione di trasmissione. Riunendosi nella Catena,
ogni Massone incarna l’idea di trasmissione che vuole simboleggiare la vita
e l’energia creativa. Nella Catena simbolica si considera volentieri che la
mano destra sia una emittente e che questa trasferisca alla mano sinistra
l’energia ricevuta. Quest’energia si propaga poi da un anello all’altro.
Unione di cuori e menti
Questa Catena, formata da persone di buona volontà e animate da ideali di
verità e giustizia, rappresenta anche una comunità di cuori e di pensieri e
suggerisce pure la nozione di un legame indissolubile con quell’unione
massonica fraterna sparsa su tutta la superficie del globo. La Catena appare
adunque essenzialmente come il simbolo di una solidarietà umana o, meglio
ancora, come una specie di riconciliazione universale. Si tratterebbe
infatti di una specie di integrazione cosciente in un universo dove ogni
partecipante è un anello attivo in una società umana ideale. Ogni anello ha
uguale importanza, tanto quello del Venerabile quanto quello
dell’apprendista, dell’intellettuale come dell’operaio; tutti concorrono con
la loro presenza alla solidità e all’ampiezza della Catena con una
responsabilità individuale e collettiva.
Ognuno è Anello e Catena
Siamo dunque Catena ma siamo pure anche Anelli; ovvero anelli di
congiunzione. Ma i nostri corpi che uniscono le mani formano pure e nello
stesso tempo una Catena spirituale. La Catena unisce dunque i poli
fondamentali della nostra esperienza, congiungendo spirito e materia, corpo
e anima, cielo e terra, passato e presente.
Durante la formazione rituale della Catena i nostri punti di contatto
fisico sono le mani che si chiudono le une con le altre, nella speranza che
niente si perda, che tutto riviva; nella speranza che sapere, coscienza e
conoscenza continuino ad illuminare i sentieri dell’ignoranza e della
presunzione, per permetterci di scoprire e approfondire idee edificanti e
legate indissolubilmente alla vita. L’individuo isolato, quello che
orgogliosamente e per una sua precisa volontà vuole da solo affrontare la
potenza dell’insieme, sarà presto schiacciato, sommerso, annientato, e il
meno che gli possa capitare è di vedersi sopraffatto dagli avvenimenti senza
riuscire a difendersi. In questo nostro mondo cosi travagliato, in questa
nostra epoca dove regnano sovrane confusione e disordine
intellettuale-morale, per resistere, sopravvivere e orientarci è oramai cosa
urgente formare e consolidare la nostra propria Catena massonica.
La Catena, generalmente formata prima della chiusura dei lavori, è dunque
l’unione delle mani di tutti i partecipanti di una Loggia, senza distinzione
di grado, affinché circoli tra i presenti la corrente magnetica della
Fratellanza.
Cornice del Cosmo
La cordicella di cui si servivano i Massoni operativi per tracciare e
delimitare il contorno di un edificio in costruzione formava essa pure una
forma chiusa, quasi una catena che circondava tutto l’edificio, delineandone
le sue forme esteriori. Bisogna tuttavia ricordare che le grandi costruzioni
antiche erano sempre costruite secondo un modello cosmico; d’altronde è
espressamente specificato che la Loggia è l’immagine del cosmo. La
cordicella che ha racchiuso e delimitato l’edificio nella sua fase di
progettazione ha dunque saputo determinare il suo perimetro esterno e dunque
la sua capienza; essa è pertanto diventata la cornice di una determinata
costruzione che si voleva appunto su modello cosmico. La Catena può
anch’essa essere considerata una cornice, perché delimita le frontiere
esterne di una costruzione racchiusa nel suo interno, ed è per questo motivo
che ha tra le sue funzioni, e forse anche come funzione principale, quella
di mantenere al loro posto i vari elementi che contiene o che racchiude al
suo interno, in modo da formare un tutto ordinato. La Catena che si forma in
Loggia racchiude e delimita essa pure tutti gli elementi importanti e
basilari del Tempio massonico, mantenendo nel suo interno i vari elementi e
in un tutto ordinato e coerente. La Loggia, grazie alla Catena, viene così
delimitata e incorniciata da qualche cosa che in un certo modo corrisponde
alla cornice stessa del cosmo. La Catena deve infatti anche racchiudere,
legare e unire questi elementi fra di loro. Il Tempio, immagine del Cosmo,
diventa dunque un piccolo mondo chiuso e completo, incorniciato dalla nostra
Catena. L’essere umano è infatti un essere delimitato in un microcosmo dove
l’idea di fissazione o di stabilizzazione è evidente. Si tratta infatti di
delimitare entro una cornice, ossia, come abbiamo detto in precedenza, di
raccogliere e mantenere al loro posto i diversi elementi che essa circonda e
racchiude, proteggendoli dal caotico mondo esterno; dalle confusioni, ovvero
dalle disordinate e perverse negatività. In altre parole la Catena deve
saper unire e trasmettere un fluido magico tra i suoi anelli, ma deve pure
sapere, come una cornice, racchiudere e delimitare valori, principi e ideali
massonici da preservare e proteggere.
Uscire dall’oscuro labirinto
Appartenere, quale semplice anello, alla Catena è inoltre, per il singolo
Massone, indubbiamente rassicurante. La vita con i suoi rumori assordanti ci
distrae spesso dai valori più semplici ed essenziali per proporci delle
superficialità sempre più complicate ma inutili e menzognere. Spesso
l’individuo s’incammina solitario senza guida, senza sostegno, nel labirinto
buio della vita. Talvolta segue, e magari anche con entusiasmo, ideologie
politiche o credi religiosi per poi scoprire spietati opportunismi e malvagi
raggiri.
Appartenere alla Catena, quale semplice anello, e poter approfittare
della sicurezza e della solidità della Catena intera, in un universo fatto
di fiducia e di solidarietà, produce sul singolo individuo un benessere e
una tranquillità interiore inappagabile. Ecco la serenità interiore che
occorre, non solo al Massone, ma all’umanità tutta, per mantenere vivo il
contatto con lo spirito, con il sacro, con il divino.
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