«L’Etica tende al bene e alle virtù»
Etica e società civile
Il Massone fonda la sua vita, nel Tempio e nel mondo profano, su una
continua ricerca di perfezionamento che è rivolta all’acquisizione di una
sempre più ampia conoscenza di sé e del mondo, e su un affinamento etico che
è rivolto al bene e alla virtù.
Loggia «Brenno Bertoni», seminario 12./13.11.2004 a Olivine (Revista
massonica svizzera maggio 2005)
Il comportamento del Libero Muratore deve sempre essere guidato dalle
norme etiche e morali che stanno alla base della vita individuale e
collettiva. A l l ’ o r i gine di queste brevi considerazioni vi è proprio
il dilemma se, in qualità di Massoni, siamo noi stessi esposti alle
problematiche legate all’Etica e alla Morale, e, se a fronte di tutto ciò,
vi sia un’Etica Massonica cui confo rmarci. Se così fosse, dovremmo capire
e, se possibile, formulare quale sia quest’Etica Massonica e renderla
comprensibile ai Frat e l l i , ed eventualmente a tutti coloro che si
avvicinano all’«Arte reale».
Morale ed Etica… un tentativo di definizione
Se vogliamo riferirci ad una pura e semplice definizione dei due termini,
il dizionario Zingarelli per «Morale» recita: «Parte della filosofia che
studia i problemi della condotta dell’uomo. Complesso di consuetudini e
norme che regolano la vita privata e quella pubblica. Sinonimo: Etica». Il
rimando ad «Etica», come sinonimo, ci fa trovare questo testo: «Studio della
determinazione della condotta umana e della ricerca dei mezzi atti a con -
cretizzarla. Insieme delle norme di condotta pubblica e privata che, secon -
do la propria natura e volontà, una persona o un gruppo di persone scel -
gono e seguono nella vita, in un’attività e simili».
Il dizionario di Giacomo Devoto e Gianni Oli definisce l’«Eticità» come
segue: «Rispondenza diretta ad un motivo etico essenziale. Etico, che
riguarda il momento pratico della vita, specialmente dal punto di vista
dottrinale o speculat i v o ». Per «Morale», la definizione recita: «Il
presup - posto spirituale della condotta dell’Uomo, specialmente in rapporto
con la possibilità individuale di scelta o con un criterio di giudizio.
Libertà, coscienza, norma morale; il giudizio con riferimento oggettivo o
sogg e t - tivo ad una norma, può rivelarsi ‘positivo’ ed essere espresso,
per anto - nomasia, dall’aggettivo ‘ m o r a l e ’ , oppure ‘ n e g ativo’
ed essere espresso dall’aggettivo ‘ immorale’ »
Nella nostra tradizione culturale i termini Etica e Morale sono spesso
ritenuti sinonimi. Già le origini etimologiche delle due parole si prestano
a questo malinteso; in effetti Etica deriva dal termine greco ethos
(costume, comportamento) ed equivale al latino mos (plurale mores), da cui
Morale. Verso la fine del '700, con Hegel (1770-1831), viene introdotta una
distinzione tra Etica e Morale: per Moralità Hegel intende una sfera di
leggi universali che sono presenti nell'uomo indipendentemente dalle
condizioni storiche, sociali e culturali degli uomini. La Moralità è dunque
universale e formale, priva di contenuto, nel senso che le leggi morali si
possono applicare a qualsiasi contesto storico e culturale, poiché si
limitano ad orientare l'azione, non a suggerirla. Il luogo della Morale é il
rapporto tra individuo e società: l'uomo non vive e non agisce da solo e per
sé soltanto, é comunque in relazione. La Moralità pretende d’essere
universale, necessaria, assoluta, e può essere definita come il sistema
delle regole che l'uomo segue (o deve seguire) nella sua vita tanto
personale quanto sociale; l'Eticità, invece, è un complesso di norme
inserite in un contesto, quindi storiche e finite, ed é qualcosa di più
esterno, che implica quindi il comportamento contestualizzato nella
collettività.
Elementi d’Etica profana nel rituale e nel simbolismo Massonico
La Massoneria basa i propri fondamenti in un contesto sociale, in cui
l’Uomo è soggetto e fulcro dell’osservazione. Essa opera e si situa, dunque,
in un contesto sociale; anzi la Massoneria, secondo una definizione, è una
concezione dell’Uomo che richiede il perseguimento di finalità etiche
orientate alla trascendenza, secondo modalità iniziatiche.È dunque
fondamentale, nell’approccio a tale problematica, sottolineare che la
visione Massonica della Società è intrisa innanzi tutto di Moralità e di
Eticità.
Un aspetto di particolare interesse e significato è costituito dalla
valenza che l’Eticità viene ad assumere, oltre che nella visione profana,
nella sua essenza Massonica. Per essere più precisi, prima d’essere Massone,
il profano è un elemento della società di cui è parte integrante. In tale
contesto, la Massoneria si riconosce come parte integrante della società,
del contesto sociale in cui essa, attraverso le proprie Logge, opera.
L’individuo è elemento fondamentale, fulcro dell’essere Massoni. Nella
concezione profana dell’Etica le scelte morali sono analizzate, o valutate,
dall’esterno, implicando spesso un forte giudizio e condizionamento sulle
scelte altrui. A differenza di questa visione, la concezione Massonica
dell’Etica vede piuttosto concentrare e rivolgere il percorso etico ed
iniziatico verso se stessi. Il cammino volto al miglioramento è rivolto
verso se stessi, con se stessi e su se stessi, anche se il contesto in cui
questo processo avviene è comunque quello etico dove l’individuo opera: in
altre parole il suo contesto sociale. Il percorso iniziatico non è certo
solo un cammino etico, ma è rivolto alla verità e allo spirito, t u t t avia
la valenza etica è un elemento fondamentale su cui partire per la via
iniziat i c a . L’Etica Massonica non corrisponde necessariamente alle
diverse morali accettate e può porsi anche in contrapposizione con loro come
è accaduto spesso in passato e come accade ancora oggi, per esempio, con
riferimento alla pena di morte o ai diritti umani.
L’Etica Massonica si basa su alcuni principi fondamentali:
- il rispetto del mondo naturale, della vita e della persona umana con
la sua dignità,
- il rispetto delle idee altrui,
- l’accettazione dell’altro,
- il dialogo aperto tra gli uomini,
- la compassione, la solidarietà, la fratellanza e la pace tra tutti
gli uomini.
L’Etica Massonica trova il suo fondamento nella condizione ontologica
dell’uomo, nella universalità dei valori e nella tradizione culturale della
Massoneria; essa non solo è fondata nel modo indicato, ma è fondativa in
quanto stabilisce i principi generali dell’azione umana e dei fini
dell’esistenza. Per questo essa non solo mira a guidare il comportamento
individuale e sociale,ma tende a indicare le vie per raggiungere obiettivi
che superano la dimensione del quotidiano; è un’Etica che tende al
raggiungimento e al completamento del bene e della virtù.
Da qui il rispetto, non solo formale, delle regole che fondano la Libera
Muratoria e la Gran Loggia Svizzera Alpina. Il rispetto per il proprio Frat
e l l o è quel valore morale che deve portare il Libero Muratore a rivolgere
la sua attenzione all’altro e che lo predispone quindi a superare il proprio
punto di vista e a comprendere le ragioni altrui: il rispetto fraterno è
così un at t e ggiamento etico che è fondamentale per poter superare le
difficoltà che, come uomini, portiamo dentro di noi, anche quando operiamo
ritualmente nel Tempio.
Un elemento fondamentale di riflessione sulla problematica di Eticità e
Massoneria nasce dunque dall’esigenza di una base etica condivisibile e
condivisa tra Massoneria e Società civile.Tale base costituisce il
fondamento dell’eticità del bussante, il quale, avvicinandosi alla
Massoneria, pur non conoscendone tutti i risvolti filosofici ed etici, ne
condivide i fondamenti, in alcuni principi basilari che costituiscono la
piat t a forma per il suo sviluppo d’individuo profano in un contesto
massonico, che lo accompagneranno in tutto il suo cammino. Tali principi
profani, che possono essere anche visti come un minimo comune denominat o r
e, possono essere identificati con i concetti di irreprensibilità,
rispettabilità ed integr i t à,concetti impliciti nel principio di Uomo
libero e di buoni costumi. La presenza di questi principi basilari, che
devono essere riconosciuti nel bussante, è forse l’unica condizione per la
quale la Massoneria, nel proprio spirito di profondo rispetto e di
tolleranza del prossimo, si erge a giudizio sull’esistenza o meno dei
presupposti indispensabili perché egli possa avvicinarsi alla soglia del
Tempio; quasi a voler valutare se, quale premessa al lavoro di sgr o s s
atura della pietra grezza, ci sia almeno una pietra su cui svolgere tale
lavoro!
Il Libero Murat o r e , allora, deve abbandonare fuori della porta del
Tempio, sempre, e non solo al momento dell’iniziazione, gli at t e ggiamenti
propri del mondo profano, che sono ciò che ostacola la via del
perfezionamento etico e conoscitivo e il rafforzamento della c atena
d’unione. Essi sono i vizi che si contrappongono alle virtù. L’Etica
comportamentale del Libero Muratore, allora, non può essere solo un
riferimento astrat t o , né solo la recita rituale di parole vuote di
significato, quasi fossero delle formule rituali, o il riferimento solo
formale agli Antichi Doveri, ma deve essere il segno distintivo del modo di
agire dei Fratelli: se si abbandonano le Regole morali ed etiche e si
portano dentro il Tempio at t e ggiamenti profani, i n d ividualistici e
mirati a creare disarmonia, non solo si perde la via, ma si rendono vacui
anche i lavori rituali e, in tal modo, viene meno il senso stesso
dell’appartenenza iniziatica.
La Libertà e la Tolleranza sono valori comunemente accettati dall’eticità
profana: la condotta Massonica ha fatto di questi valori dei principi che r
e ggono da sé la condotta del Massone, at t r averso l’accettazione ed il
rispetto del prossimo, delle altrui idee, nella negazione di dogmi e di
regole condizionanti la propria libertà ed il proprio rispetto di Individuo.
Ecco come da uno spunto comune tra mondo profano e Massoneria, quest’ultima
abbia ap p r o fondito ed elab o r ato tali concetti elevandoli a Principi
Universali del proprio comportamento e della propria scala di valori.
Potremmo inoltre aggiungere, a questa parziale e superficiale carrellata
sull’Etica profana e massonica, come anche il simbolismo profano venga a
caratterizzare il rituale e l’iconografia massonica, utilizzando simboli che
richiamano il concetto etico del vivere massonico, quali il filo a piombo, i
guanti bianchi, il tappeto a scacchi nel Tempio, le colonne, il grembiule, o
ancora, la stessa pietra grezza da squadrare, levigare e rendere cubica, gr
azie alla coppia simbolica costituita dal maglietto e dallo scalpello.
Questi simboli, identificabili con principi etici, costituiscono una base
comune ed accettata per il cammino iniziatico.
Su questa base, su queste fondamenta comuni, il Massone, elemento
indiscusso della società costituita dalle istituzioni quali la Famiglia, la
Patria e la Società, percorre il proprio percorso iniziatico, andando ad
approfondire e rafforzare questi principi, non perché percepisca il dogma
della società o della religione che incombono con il loro giudizio su di
lui, ma piuttosto per la forza morale della propria coscienza che lo spinge
e lo muove sulla via della conoscenza.
Esiste un’Etica massonica?
Se sin qui abbiamo potuto trovare numerosi elementi comuni tra Etica e
Massoneria, a questo punto sorge spontanea la domanda se vi sia anche
un’Etica Massonica, che caratterizza la nostra alleanza e che la
contraddistingue dalla società profana.
Se l’Etica è un valore, o meglio un insieme di valori che caratterizzano
l’individuo nel suo contesto sociale e storico, essa è soggetta ad
un’evoluzione costante, comune alla concezione dei Valori che caratterizzano
il contesto sociale in cui essi si sviluppano. Al contrario della Morale
dunque, l’Etica evolve insieme al contesto sociale che la determina in un
rapporto biunivoco. Non ha dunque senso chiedersi se sia l’Etica ad
influenzare la Società o viceversa, in quanto quest’ultima è un sistema
aperto e dinamico, soggetto dunque a costante evoluzione.
La dimensione individuale permea tutta la concezione massonica,
attraverso la propria crescita individuale, alla luce dell’evoluzione di
tali valori. Come possiamo, allora, affermare l’esistenza di un’Etica
massonica? Se questo fosse possibile, definiremmo a priori un principio
etico assoluto! Se poi dovessimo definire e predicare un’Etica massonica, s
i g n i f i c h e r e bbe anche definire un codice comportamentale cui
attenersi strettamente. Potremmo così arrivare a stabilire un dogmatismo
etico massonico, che di per sé ci p o r t e r e bbe a contraddire e a
svilire i principi cardini della Massoneria stessa! No, cari Fratelli, noi
non crediamo in un’Etica massonica che si caratterizza e si differenzia
dall’Etica sociale. Crediamo nei Valori di Eticità, ai quali la Massoneria
si conforma. Grazie ad una costante ricerca di crescita e di miglioramento,
di cui non saremo mai paghi, evolveremo con loro, e ci faremo paladini di
questi Valori.
Piuttosto che di un’Etica massonica, siamo molto più propensi a parlare
di un’Etica del Massone, ossia di una norma di comportamento cui egli, per
natura (di Massone), si adegua e si conforma. Questo processo individuale
interiore, spinto dall’instancabile ed interminabile ricerca di crescita, lo
spingeranno inesorabilmente sulla via del perfezionamento.
Questo concetto determina da una parte il costante cammino verso il
perfezionamento sulla via iniziatica, ma, nel contempo, anche il limite
dell’Etica massonica, proprio perché ogni Fratello avrà sempre il proprio f i l
t r o,c o s t ituito dalla SUA Etica. Ecco perché la Loggia e la Fratellanza
Massonica, la trascendenza e l’utilizzo dei simboli, assurgono a valori
fondamentali nel cammino iniziatico di ogni Fratello.
Siamo consapevoli della temporaneità della nostra vita. La Massoneria ci
aiuta a concepire ogni verità ed ogni valore sociale con spirito aperto e
libero. Ecco perché per la Massoneria l’Etica è strumentale alla propria
percezione della realtà; essa è mezzo per la propria crescita e per il
proprio sviluppo spirituale e non fine dogmatico da accettare supinamente ed
acriticamente. A nostro parere, in seguito a tale consapevolezza, la
Massoneria potrà offrire al suo interno, e nella sua interazione con il
proprio contesto sociale, il miglior contributo di sviluppo ai propri adepti
e a tutto l’ambito sociale in cui essa viene ad operare.
Essere Liberi Muratori non significa solo essere membri di una
affiliazione Massonica, bensì seguirne interamente le vie conoscitive ed
etiche, senza mai dimenticare che tale appartenenza è di natura iniziatica
e, come tale, prevede un proprio cammino interiore che mira ad un continuo
perfezionamento. Richiede uno sforzo continuo che, in particolare, è rivolto
anche a controllare la propria emotività, ad evitare ogni forma di
personalismo e ad usare sempre la ragione e l’intelletto come guida per
giudicare le proprie ed altrui azioni, per poter fornire il proprio
contributo all’edificazione del Tempio, alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo.
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