Il maschile e il femminile richiedono vie iniziatiche proprie
La Massoneria e le donne
Sviluppare la tematica «La Massoneria e le donne» è un compito
particolarmente arduo considerata la particolarità e l'attualità della
problematica, nonché l’intrinseca netta divergenza di opinioni su di un tema
che tocca le radici medesime della Massoneria.
Davide Corti, Loggia «Brenno Bertoni», Lugano (Revista massonica
svizzera agosto/settembre 2005)
Il dibattito sull’opportunità di permettere l’ammissione delle donne
nelle Logge azzurre di stampo inglese regolari impone tutta una serie di
riflessioni che traggono origine dall'essenza stessa della Massoneria, la
Tradizione. Come tutti sanno, il divieto all'Iniziazione massonica per le
donne è proprio di quelle Logge che applicano alla lettera i Principi
enunciati da Anderson negli Obblighi di un Frammassone, ancorati nel terzo
paragrafo denominato «delle Logge» e contenuti nelle Costituzioni del 1723.
L’esclusione delle donne dall’Ordine massonico è pure sancita dai «Landmark»
e ribadita al punto 18 della più conosciuta di queste liste, quella redatta
da Macklei nel 1758. Il concetto viene poi ribadito nei «Principi
fondamentali per il riconoscimento delle Grandi Logge» formulati dalla Gran
Loggia Unita d’Inghilterra oltre due secoli dopo la consegna, da parte di
Anderson al Duca di Wharton, delle Costituzioni ed allorquando il cammino
dell’emancipazione femminile nel mondo profano appariva, se non immediato,
perlomeno inarrestabile.
Tradizione e flessibilità
Giacché il nostro Ordine è ancorato a dei principi cementati
dall'universalità fraterna tra tutti gli esseri umani, di primo acchito
potrebbe sembrare che la ribadita volontà di precludere alle donne
l’Iniziazione massonica determini un'irrisolvibile incongruenza.
Ora, il primo quesito da porsi è quello a sapere se questo conflitto, a
nostro avviso solo apparente, va risolto unicamente applicando i citati
capisaldi storici massonici, alla stregua di immutabili archetipi. Limitare
la risoluzione della problematica a questo approccio è eccessivamente
semplicistico ritenuto che, come ben sappiamo, alcuni dei fondamentali
principi ancorati nei «Landmark» sono stati oggetto di profondi cambiamenti.
Il Grande Oriente di Francia, Obbedienza regolare, ha da tempo stralciato
alcuni capisaldi anglosassoni e la stessa Gran Loggia Svizzera Alpina,
prendendo posizione nei cinque punti di Winterthur ai Principi Generali
dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra, non ha ritenuto una condizione
essenziale, per l'ammissione di un profano, la credenza in una volontà
rivelata di un essere supremo. E questo malgrado la Gran Loggia Unita
d'Inghilterra lo ritenga un presupposto irrinunciabile. Modifiche ai
Principi fondamentali della Massoneria sono quindi state apportate anche da
Obbedienze regolari. Ricorrere all’immutabilità dei «Landmark» per
legittimare l'esclusione delle donne dalla Massoneria moderna, significa
pertanto risolvere il problema in modo superficiale glissando sulle reali
motivazioni. Anche René Guénon, dall’indiscusso rigore tradizionalista,
afferma che «I Landmark permettono d’interpretare i caratteri generalmente
riconosciuti nel senso di una verità immutabile, universale e atemporale in
se stessa. E nello stesso tempo suscettibile, nei diversi domini d’esistenza
e d’azione, da applicazioni che sono dei riflessi a dei diversi gradi, d'un
archetipo puramente spirituale». Pure Guénon sottolinea quindi la necessità
che ogni generazione massonica riconsideri, entro certi limiti s’intende, la
sua intima essenza. In relazione all'esclusione delle donne dalle Logge
regolari di stampo anglosassone, la Massoneria moderna dovrà far proprie
queste considerazioni ed astenersi dal motivare questo «divieto» unicamente
in funzione di «inalterabili costumi operativi precedenti».
Il maschile e il femminile
L'esclusione dall'Iniziazione massonica tradizionale dell’«altra metà del
cielo» potrebbe essere motivata facendo capo ad una presunta incompatibilità
esoterica tra i sessi. Pure questo non è l'approccio corretto. Si premette
che volutamente tale problematica viene trattata solo marginalmente ritenuto
che un approfondimento imporrebbe una trattazione specifica delle differenze
tra iniziazione solare e lunare con la necessità di sviluppare tematiche
storiche e culturali che, benché di estremo interesse, non aiutano, se non
in minima parte, a sciogliere il dilemma che una Massoneria che impedisce
l'accesso alle donne può, nel contempo, essere scevra di qualsivoglia
atteggiamento misogino o sessista. Ciò malgrado, prima di affrontare il
punto cruciale del problema, è opportuno esporre alcune considerazioni circa
i rituali dell'iniziazione femminile ed il suo attuale sviluppo, anche per
il fatto che tali informazioni saranno necessarie per trarre le
considerazioni conclusive.
È noto che quasi tutto ciò che è iniziatico ci è pervenuto dal mondo
ebraico e greco ed è di origine egizia. L'origine degli archetipi iniziatici
di buona parte dell'umanità è l'Egitto, Paese in cui la più importante
divinità immortale precedente al dio solare Osiride era «Tem»; Dio di
origine androgina che condensava in sé il principio maschile e quello
femminile. La successiva evoluzione culturale e strutturale della società
fece predominare divinità femminili, che poi, nei millenni che seguirono
divennero maschili. Simile avvicendamento ha dapprima generato una
suddivisione delle vie iniziatiche in lunari e solari e, successivamente,
con l'avvento del Cristianesimo e lo sfaldarsi del mondo antico, un
inesorabile decadimento dell'iniziazione femminile. D’altronde anche Pamina
e Tamino, nel Flauto Magico del Fratello Mozart, benché affrontino l’ultima
e decisiva prova iniziatica assieme, raggiungono questo momento percorrendo
vie distinte e differenti. I due protagonisti del libretto di Schikaneder
decidono infatti di affrontare l’ultima prova dopo aver raggiunto
autonomamente quello stato che probabilmente il Fratello Goethe definirebbe
«di reciproco potenziamento ». In epoca moderna di donne in Logge Massoniche
speculative se ne possono trovare già agli inizi del 1700 in Francia ed in
Germania. Nacquero poi associazioni parainiziatiche che agli esordi
adottarono rituali ad imitazione di quelli massonici. In un secondo tempo
tali consessi si trasformarono in Logge d'adozione ufficialmente costituite
che, dal canto suo, il Grande Oriente di Francia autorizzò ufficialmente a
far tempo dal 1774. Queste Logge adottarono perlopiù il rito femminile
egiziano di Cagliostro che il già citato Guénon definì atto unicamente a
«dare un'illusoria soddisfazione alle donne che rimproveravano alla
Massoneria di trascurarle ». La Massoneria mista venne fondata nel 1893 da
una donna iniziata un decennio prima in una Loggia maschile. Ciò che diede
poi origine alla Grande Loggia Simbolica Scozzese Mista di Francia «Le Droit
Humain». In Svizzera si dovrà attendere fino al 1964 per veder nascere a
Ginevra, nella culla della Massoneria Elvetica, la prima Loggia femminile.
Percorsi iniziatici diversi
Oggi la Massoneria femminile è in forte espansione. Ne sono un esempio i
recenti dati resi noti dalla Gran Loggia d’Italia, Palazzo Vitelleschi, per
il 2002 che vede un incremento delle richieste di adesione. Tanto che
nell’ultimo anno la percentuale di donne attive in seno alla Gran Loggia
d’Italia è passata dal 10 al 35% con oltre duemila sorelle di cui cinquanta
Venerabili Maestre. D’altro canto tale evoluzione trova conferma nelle
rivendicazioni delle «Stelle d’Oriente», vale a dire le «sorelle » mogli,
figlie o nipoti dei Fratelli iscritti al Grande Oriente d’Italia, che sempre
con maggior insistenza chiedono la possibilità di intraprendere un cammino
di conoscenza in chiave esoterica. Dagli Atti del primo convegno dalla Gran
Loggia Femminile Massonica d'Italia, che hanno la forma e la struttura di un
vero e proprio Manifesto, emerge con chiarezza la consapevolezza
dell’evoluzione storica e culturale dell’iniziazione femminile. Ciò che ha
portato alla conclusione che attualmente, per dirla con Angela Curti
Caracciolo, «dare alle donne l'iniziazione maschile può dare alle donne solo
un danno». Questa consapevolezza ci fa comprendere che attualmente le donne
non chiedono semplicemente la possibilità di essere iniziate in Logge
maschili adottando i rituali che conosciamo, spinte unicamente da
motivazioni egualitarie e con l'unico scopo di portare nel mondo Massonico
la loro conquistata emancipazione ottenuta nel mondo profano. Più che altro
le donne desiderano essere riconosciute nella loro diversità iniziatica. Ciò
che comporterebbe l’eventuale riconoscimento di Obbedienze costituite da
Logge femminili o da Logge d'adozione riconoscendone i particolari riti,
come per esempio l'antico e primitivo rito orientale di Misraim e Menphis
chiamato pure rito egiziano femminile d'adozione; rituali che identificano e
distinguono l'iniziazione ed il principio maschile osirideo (la via secca
degli alchimisti) da quello femminile iliaco (la via umida degli
alchimisti).
Da queste prime considerazioni si può trarre una conclusione intermedia,
che anche se si volesse ammettere un’iniziazione femminile questa dovrebbe,
comunque ed in ragione dell’avvenuta evoluzione culturale e storica,
distinguersi da quella maschile. Ci sentiamo di concludere questa parte
ricordando che la prima testimone della resurrezione del Cristo è stata una
donna fra l'incredulità degli uomini. L'intuizione femminile da un lato,
contrapposta alla razionalità maschile dall’atro. Con questo non bisogna
fraintendere, nel senso che queste «diversità» non vanno intese in senso
generale. Nell’affrontare la vita profana vi possono evidentemente essere
donne poco intuitive e uomini meno avvezzi alla razionalità. La conclusione
è quindi, e non poteva essere altrimenti, unicamente fondata su
considerazioni legate alla vita massonica, in particolare, come vedremo, ai
lavori di Loggia e ai concetti di fratellanza, armonia e libertà.
Armonia e serenità
Il sesto Principio Generale dalla Gran Loggia Svizzera Alpina recita: «La
Loggia è un luogo sereno e neutro dove non hanno accesso le passioni umane.
Essa non ingerisce in alcuna controversia politica o confessionale ». È
inteso che un simile principio è volto a mantenere la necessaria armonia
durante i lavori di Loggia, giacché eventuali discussioni politiche o
religiose potrebbero infiammare gli animi dei Fratelli pregiudicando i
lavori.
La presenza di donne in una Loggia potrebbe costituire un potenziale
elemento di «disarmonia» al pari del dibattere di argomenti politici o
religiosi. Come anticipato si cercherà di spiegare questa posizione con
differenze esoteriche o caratteriali difficilmente sostenibili. I motivi
sono prettamente soggettivi e vanno cercati in ognuno di noi. Ognuno di noi
deve interrogare se stesso e chiedersi se il suo comportamento durante i
lavori di Loggia, la celebrazione dei Rituali e nei rapporti con i propri
Fratelli potrebbe mutare, o peggio, risultare falsato, qualora dovesse
esprimersi dinanzi a delle donne. Questo potrebbe sembrare un ragionamento
limitante, dettato da un inspiegabile rifiuto di un confronto innegabilmente
costruttivo, dalla negazione di sinergie e complementarietà tra i sessi, di
per sé sicuramente costruttive. Ma non è così. Sono giunto a questa
conclusione consapevole delle critiche che un simile ragionamento può
suscitare, ma convinto che non possiamo assumerci il rischio che
un’ammissione femminile potrebbe pregiudicare l’armonia e la serenità che,
durante i lavori di Loggia, dobbiamo sempre garantire a noi stessi e
soprattutto ad ogni potenziale neofita. E non vi è migliore garanzia
d’armonia che lasciare ad ogni potenziale Massone la libertà, la
possibilità, sempre e comunque, di decidere se condividere, nella via
iniziatica, la sensibilità femminile oppure scegliere di vivere
separatamente questa esperienza optando, a dipendenza, per un'Obbedienza
prettamente maschile o femminile a seconda del proprio sesso. Aprire
indistintamente tutte le Logge all’iniziazione femminile significherebbe
privare il Massone di questa libertà e, in un certo senso, misconoscere
certe particolarità antropologiche che condizionano il comportamento di
ognuno di noi se confrontato con persone non dello stesso sesso.
Da ultimo, ma non certo per importanza, vi sono, a nostro modo di vedere,
alcuni momenti durante le tenute rituali, ne è un esempio la fraterna catena
dell'unione, in cui ognuno esprime emozioni ed assume atteggiamenti
estremamente intimi provando delle sensazioni che difficilmente potrebbero
concretizzarsi con la medesima forza spirituale ed essere condivise se
accanto a noi vi fosse una persona dell'altro sesso. La musica del Fratello
Mozart è impregnata di sensualità, ma se la si ascolta nel Tempio, con i
propri Fratelli, esprime una valenza profondamente e prettamente
trascendente.
Potenziamento reciproco
Concludo affermando che nelle Logge dell'Obbedienza a cui apparteniamo
dovrebbe persistere la Tradizione. Il che non significa giocoforza
continuare ad ignorare ciò che avviene all’interno delle Logge femminili o
miste, considerato anche il crescente interesse e l’aumento di adesioni che
non possono lasciarci indifferenti. Ciò non significa nemmeno astenersi
dall’incrementare il coinvolgimento di quelle donne che, pur senza chiedere
di essere iniziate, hanno deciso di condividere la loro esistenza con un
Libero Muratore. Un maggiore «riguardo», sotto il profilo massonico
s’intende, nei confronti delle nostre mogli, compagne o figlie ci
permetterebbe pure di renderci pienamente conto della funzione che una donna
può e deve assumere nel cammino iniziatico di ognuno. Ricordiamoci che il
Fratello Goethe, che ravvedeva nella donna la possibilità di individuare se
stesso (principium individuationis), decise di donare i propri guanti
bianchi di Libero Muratore unicamente alla Stein con la quale ha avuto un
rapporto che, a detta dei suoi biografi, potenziava entrambi. Iniziare a
meditare profondamente sul significato di questo aspetto rituale, quello dei
guanti bianchi, e sulla sua concretizzazione significa fare un sicuro e
calibrato passo nella giusta direzione che, per il momento, mi sembra
ponderato.
Anmerkung der Redaktion: Alle hier wiedergegebenen Meinungen
sind persönlicher Natur und verpflichten die Schweizerische
Grossloge Alpina in keiner Weise. |
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