Alla ricerca della Bellezza – dell’Armonia universale
La Sezione Aurea
Albert Einstein: «Quella del mistero è la più
straordinaria esperienza che ci sia data di vivere. Quindi, chi
sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di niente,
chi non cerca in profondità è simile ad un morto, ad una candela
che non fa più luce.» È come il profondo senso di stupore che
pervade chi osserva il «Rapporto Aureo».
Marco Reck – V.M.i.C. della Loggia Veritas, Locarno (Revista
massonica svizzera novembre 2008)
Che cosa hanno in comune la disposizione dei petali di una
rosa, dei semi nelle mele, la forma a spirale di alcune
conchiglie, gli ammassi di galassie, un quadro di Giotto, di
Duccio da Boninsegna o, (sorpresa!) di Salavador Dalì, o i
progetti di Le Corbusier, e magari il Partenone o la Piramide
egizia di Giza, svariate composizioni di Bach o di Mozart, o la
successione numerica del matematico Fibonacci (1, 2, 3, 5, 8,
13, 21, 34, 55… in cui ogni numero è la somma dei due precedenti)
o, ancora, il violino Stradivari e, addirittura, lo schema
ritmico di un tergicristalli? Sembrerà strano ma in queste
realtà si nasconde, un numero particolare, una proporzione
geometrica scoperta e formulata dai pitagorici, definita «Divina
Proporzione» e in seguito, nell’Ottocento, «Sezione Aurea».
Il simbolo che indica questo rapporto è la lettera greca
«tau» (dal greco tomè, taglio, sezione) rappresentata più tardi
con la lettera f (phi) in onore al grande scultore Fidia e ai
suoi capolavori di cui uno fra i più celebri il Partenone. Il
valore di questo «simbolo», derivato dalle dimostrazioni
matematiche che descriverò in succinto, è «1,6180….».
Esso è un numero irrazionale, cioè non si può esprimere con
una frazione e ha infinite cifre decimali senza sequenze
ripetitive. Deriva dalla geometria ma ciò che è stupefacente è
che tende a mostrarsi nei luoghi più impensati. Esso pertanto ha
affascinato le migliori menti matematiche di ogni tempo ma anche
biologi, artisti, musicisti, storici, architetti, psicologi,
perfino mistici ed è apparso come simbolo dell’Armonia e della
Bellezza dell’universo. Un universo progettato da un dio
matematico quindi? Lascio la risposta agli addetti ai lavori,
anche se le dimostrazioni potrebbero portare a questa
conclusione. Ma la Massoneria non pretende di dare risposte
concrete lasciando ai suoi adepti la facoltà di trovare la
Propria Verità. Tuttavia, quali Massoni, non possiamo sottrarci
perlomeno ad una riflessione, una domanda: che importanza assume
la Sezione Aurea come simbolo nei confronti dei principi, nella
manifestazione e nel lavoro massonico? Se il simbolo della
Sezione Aurea assume la valenza per la quale Armonia e Bellezza
sono le sue primarie risultanti, anche la Massoneria non
dovrebbe avere nessuna difficoltà nel riconoscerlo nei suoi
rituali che vogliono che tutto sia «giusto e perfetto».
Cosa è la Sezione Aurea?
Dal punto di vista della geometria «la sezione» deriva dal
verbo sezionare, tagliare. E pertanto definita da una
scomposizione di un segmento in uno o più punti. Una prima
definizione fu formulata ca. tre secoli a.C. dal fondatore della
geometria quale sistema deduttivo, Euclide, grande matematico
greco di Alessandria. Euclide si è soffermato su un particolare
rapporto di lunghezze, ottenibili in modo relativamente semplice
dividendo una linea secondo quella che chiamò la sua «proporzione
estrema e media». Si può dire che una linea retta sia stata
divisa secondo la proporzione estrema e media quando l’intera
linea sta alla parte maggiore così come la maggiora sta alla
minore. Quindi: una linea AB sulla quale si trova un punto C è
più lunga del segmento AC ma nel contempo il segmento AC è più
lungo del segmento CB. Se il rapporto tra AC e CB è uguale a
quello fra AB e AC, si può dire che la linea è stata divisa
secondo una proporzione estrema e media, ovvero secondo il suo
Rapporto Aureo. Come detto sopra questo rapporto definito da
Euclide a fini esclusivamente geometrici avrebbe poi avuto
conseguenze in rami che vanno dallo studio della disposizione
delle foglie in botanica a quello degli ammassi di galassie in
astronomia e della matematica pura sino alla critica d’arte.
Questo ci fa capire che il numero aureo è stato individuato ed
elaborato da altre grandi menti e scuole d’arte e di pensiero
durante i secoli passati sino ai contemporanei. Il teorema
quindi ha assunto una connotazione ben più ampia che tocca temi
e dimensioni per le quali il Massone non può sottrarsi al suo
meraviglioso segreto. In questo contesto il Rapporto Aureo è un
magnifico esempio di quel profondo senso di meraviglia cui
Einstein attribuiva tanta importanza: «Quella del mistero è la
più straordinaria esperienza che ci sia dato di vivere. Quindi,
chi sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di
niente, chi non cerca in profondità è simile ad un morto, ad una
candela che non fa più luce.» La Sezione Aurea è quindi un
rapporto numerico ma un rapporto particolare che si incontra
ovunque, nella natura, nell’arte, nel macro come nel microcosmo
e che contribuisce a definire bello e armonioso tutto ciò che ci
circonda. Ma ecco una succinta rassegna che illustra la sua
molteplice ed importante «apparizione».
Le infinte apparizioni
Come detto, troviamo la sezione Aurea in geometria, dapprima
nella retta, ma poi nella costruzione del triangolo, che nelle
Logge massoniche è rappresentato dal Delta luminoso posto ad
Oriente o formato dalla posizione triangolare del Venerabile
Maestro e dei due Sorveglianti. Nel pentagono, dalla cui figura
che si manifesta la stella a cinque punte, simbolo assai
importante e conosciuto non solo in termini massonici. Ma anche
in altre forme geometriche o esoteriche: il rettangolo (penso al
quadro di loggia) e al cerchio (la morte, la vita, l’eternità),
sino alle forme più complesse come ad esempio la spirale per la
quale mi è sembrata di particolare profondità la frase scritta
sulla tomba di un’altrettanto famoso matematico che si confrontò
con il numero aureo, Jakob Bernoulli, che cita: Eadem mutata
resurge: restando la stessa, risorgo mutata! Esempi lampanti si
riscontrano nella fisica soprattutto in riferimento alle
vibrazioni ed ai suoni. Come non ricordare il concetto degli
antichi greci della «musica delle sfere» riferita ad una suprema
armonia che solo pochi eletti erano in grado di intuire. «Le
orecchie dei mortali sono piene di suoni - diceva Cicerone - ma
essi sono incapaci di udirli…» Eppure anche la forma
dell’apparato uditivo (tromba di Eustachio) è costruito in
Sezione Aurea proprio in rapporto armonico per recepire
vibrazioni e suoni. In questo contesto la musica ed il ritmo
assumono un aspetto importante nel rapporto numerico della
Sezione Aurea per la composizione di moltissimi brani musicali.
Il Pentagramma ne è la comprova. Bach, Beehtoven, Mozart, Bartok
non sono che pochi fra i molti musicisti, perfino contemporanei,
nelle cui varie composizioni è riconoscibile la Sezione aurea. È
anche grazie ad essa che il nostro animo riesce a percepire i
sentimenti più disparati riuscendo persino a prediligere, spesso
inconsapevolmente, una produzione valida da una meno appropriata.
La zoologia, dove l’uomo appare come un «animale proporzionato»
ci ricorda che le proporzioni ideali dell’uomo erano già note
agli scultori della Grecia e della Roma antica. Vitruvio
indicava la regola che l’uomo, se in piedi con gambe chiuse e
braccia distese in orizzontale, può essere inscritto in un
cerchio di cui il centro cade sulle parti genitali; la lunghezza
globale del corpo viene dalla vita tagliata in due segmenti di
cui il più lungo è una sezione aurea. Leonardo, Le Corbusier e
molti altri ancora hanno formulato e scoperto il medesimo
Rapporto. Nella botanica si trovano esempi lampanti di Sezione
aurea nella disposizione delle foglie, dei semi, dei petali e si
potrebbe continuare a lungo: dappertutto ritroviamo la serie di
rapporti numerici del citato matematico Fibonacci. Architettura
e arti decorative, pittura e, come formulato in precedenza,
nella musica, gli esempi sono innumerevoli e vanno dall’arco
gotico a sesto acuto, dal capitello ionico con le sue spirali
logaritmiche, ai rosoni circolari, ai rapporti delle misure dei
lati delle piante di base e l’altezza di molteplici costruzioni.
Simbolo di Bellezza
Questa elencazione tecnica potrebbe dilungarsi ancora, ma
penso e spero di avere gettato uno sguardo sufficientemente
ampio per suscitare il desiderio di intraprendere una qualche
ulteriore ricerca più approfondita. Per me è stato importante,
percepire la forza intrinseca di questo meraviglioso Simbolo,
determinando volumetrie affascinanti. Vorrei però concludere con
alcune considerazioni che trovino una collocazione più vicina al
pensiero massonico. Attraverso l’esternazione di Einstein,
descritta in precedenza, mi è sembrato di percepire il messaggio
fondamentale che trascende da questo Numero-Simbolo. Esso
esprime il confronto proporzionale nella dimensione cosmica
della vita e della morte, della luce e delle tenebre, del lavoro
e dell’inerzia. Esso ricorda il rapporto dualistico che ci mette
giornalmente a confronto e per il quale dobbiamo costantemente
trovare la giusta proporzione, la risposta equilibrata. Sul
percorso lineare del nostro cammino massonico non è sufficiente
porre semplicemente dei punti; essi devono trovare il
collegamento conclusivo, il punto fisso, il caposaldo sul quale
proseguire con fermezza e sicurezza verso la prossima meta: il
triangolo di base, quale piattaforma per la costruzione del
solido, per raggiungere altre forme più elevate. Il simbolo
della Bellezza, luce che viene accesa all’inizio di ogni lavoro
in Loggia, assume ora una connotazione ancora più profonda; con
esso riusciamo ad individuare il segmento quale percorso per
individuare il punto di arrivo che sta in noi. Ma per arrivarci
dobbiamo lavorare con Forza. Ed ecco che il secondo simbolo di
confronto ci viene in aiuto, posto sullo stesso segmento, o per
meglio dire sullo stesso percorso. Il viaggio però non è
terminato; solo con la la Sezione Aurea appare in tutta la sua
completezza. Il rapporto fra armonia, giustizia e perfezione,
fra libertà, fratellanza e uguaglianza è individuato: ora il
lavoro può iniziare. Ho preso lo spunto della citazione di
Einstein, lasciando in sospeso tutte le varie dimostrazioni
matematiche (vi rimando ai molteplici siti Internet nonché ad
una nutrita documentazione cartacea), per le cui comprensioni
occorre una conoscenza specifica, cercando di dare alla Sezione
Aurea un senso che si avvicini il più possibile al pensiero ed
al lavoro quotidiano del Massone, nella ricerca della propria
verità, un senso che ci accomuna sotto la volta stellata delle
nostre Logge ma, soprattutto, sotto la volta stellata
universale.
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