Tema
Il pregiudizio –
effetto inibitorio
Una buona interpretazione del vocabolo
spiega il pregiudizio in questi termini:
«Idea o opinione errata, anteriore alla
diretta conoscenza di determinati fatti o
persone, fondata su convincimenti tradizionali
e comuni ai più, atti ad impedire
un giudizio retto e spassionato.» Vuol
dire che, contagiati e coinvolti in convincimenti
errati o semplicemente disinformati,
penetrano nella mente pregiudizi
che originano atteggiamenti d’intolleranza,
che non solo creano errori esclusivamente
d’opinioni, ma a volte, delle
vere e proprie manifestazioni discriminanti,
danneggianti il prossimo.
Ettore Coscarella, membro del GOI (Revista massonica svizzera
novembre 2009)
Possiamo dire che si tratta della perpetuità
agli accadimenti negativi che
giornalmente ci vengono irrogati dalla
società senza neanche esaminare se fossero
buoni o cattivi, oppure da considerare
come una possibile pericolosità umana e
sociale che innesca, a volte inconscio e a
volte cosciente, un rifiuto nell’affrontare
queste ‘informazioni’ con spirito libero e
razionale. Ci si immette nella fase che a
me piace chiamare: l’involucro giustificativo
della presunzione umana. Cos’è che
vuol dire? È la paura che affligge chi non
vuole pensare, perché sa che nel momento
in cui affronta il pregiudizio, si apre la
botola dell’abisso interiore e ne escono i
demoni, i fantasmi, le frustrazioni, i fanatismi,
la povertà, l’ignoranza, l’irrazionalità.
Sono le visioni che si trovano dentro,
sia nei singoli sia in interi popoli. Generazioni
che trasformano le idee e i comportamenti,
che danno origine a divisioni
sociali, religiose e anche politiche. A volte
si tratta di pregiudizi trasportati per secoli,
a volte si esauriscono, sostituite da scoperte,
oppure si trasformano in nuove
visioni, quasi sempre con una ideologia
negativa.
Insidia delle menti
Il fenomeno sembra non possa interessare
la Massoneria, il Massone. Ma, anche
se nei nostri Templi possiamo discutere
sui vari problemi morali, esistenziali, psicologici,
esoterici, ciò non vuol dire che
siamo veramente liberi da pregiudizi, perché
molti di questi, acquisiti nel mondo
profano, e probabilmente inculcati in
maniera errata, li troviamo nella stessa
ideologia massonica. Il Massone, sempre
ispirato all’attento esame del suo Io interiore,
non si rende neanche conto che in
quel suo misterioso microcosmo sono
annidati pregiudizi, o meglio, si covano
concetti deviatori e negativi. Le informazioni
che riceve dall’esterno, non sempre
filtrate, o esenti da una reale conoscenza,
spesso rendendo vuoto l’interesse spirituale
e sociale, in un possibile rapporto di
serena convivenza sia fra gruppi etnici e
religiosi e fra diversi ceti sociali. A volte è
proprio questa la causa di un debole e
immaturo comportamento d’avversioni
fra gruppi che assoggettano a vivere una
vita condizionata da una faziosa e dogmatica
cultura. Probabilmente anche lo
stato economico può creare frustrazioni,
anzi è propria la povertà e l’irraggiungibile
ricchezza che crea, in modo non certo
razionale, rapporti d’insicurezza e di odio
nei confronti d’interi popoli o di classi
sociali e politiche. Tutto ciò causa nell’individuo
uno stato di preconscio,
che in psicoanalisi è descritto
come l’insieme dei contenuti
presenti nell’attività
mentale e che sfuggono all’attività
cosciente. I contenuti
preconsci, a differenza dell’inconscio,
sono richiamabili alla
coscienza e interagiscono
liberamente e, recependo l’informazione
o il messaggio
sociale o amichevole in modo
negativo, si trasformano in
vere e proprie fisime, costruendo
identità non proprie alla
realtà. Da un attento esame
possiamo intravedere, nel preconscio,
quella paura che considero
conseguenze non anticipate
di farsi cogliere di sorpresa
e creare fortune o sfortune,
al passaggio reale in un
mondo che a volte è considerato
ostile o nemico. Può darsi che queste
incomprensioni, l’assenza di solidarietà,
sia sociale sia individuale, e le discriminazioni
economiche, contribuiscano a far
nascere il perfido e ingannevole pregiudizio.
Le cause religiose – e altre
A mio parere il pregiudizio, oltre a provenire
da insufficiente cultura, da economie
carenti o problemi razziali, è ereditato
anche dalle religioni. Sono convinto che proprio la religione, più di tutti gli altri
fenomeni, abbia condizionato la civiltà
dei popoli e, sin dai tempi dell’evoluzione
umana, ha generato guerre, discriminato
razze e, spesso, ha tolto libertà e ha
governato con abusi e arbitri in nome e a
difesa di una legge superiore. Non
essendo questa la sede giusta, visto il
divieto di parlare di religione o politica in
Tempio, non si tratteranno i motivi religiosi
o, nel nome delle varie religioni, i
danni causati nel passato e nel presente;
il tutto è ricordato solo come fatto accaduto
come avvenimenti o accidenti storici.
Esiste una costante storica di reazioni
conservatrici causate dal pregiudizio e
che bloccano o hanno bloccato progressi
sociali, religiosi e anche economici, e
conseguentemente hanno originato problemi
di convivenza e d’intolleranza
sociale imprigionando l’Essere terrestre,
l’uomo e i suoi simili. A volte ci si è trovati
coinvolti in un ingranaggio, tramandato
anche da tempi lontani, che ha fatto
accettare un determinato pregiudizio,
senza neanche porsi il motivo o il perché
esso si è generato, adeguandosi passivamente,
rifiutando anche responsabilità
etiche, ma senza approfondire l’interdipendenza
e l’interconnessione createsi
nell’esprimere un determinato pregiudizio
e quali conseguenze possano o potevano
portare nei rapporti sociali e personali.
Ci sono dei pregiudizi, forse percepibili
fin quasi dallo stato embrionale, riguardanti
l’integralismo religioso o politico
e, comunque, sempre inculcati. Nella fase
di crescita diventano un fattore decisivo
di comportamenti negativi condizionati
nei confronti di intere razze o gruppi
etnici. Sono casi dove è difficile o impossibile
interagire con quel fenomeno che
considero una coscienza libera dai cerchi
ideologici che si forma, anche se con mille
nascosti significati indecifrabili e con
motivazioni oggi ancora non spiegabili,
dentro la coscienza di chi cerca la libertà
assoluta. Cogliere il momento in cui
nasce un pregiudizio, ricercarne la causa
dalla quale si è prodotto, non è facile anzi,
quasi impossibile. Concettualmente possiamo
dedurre che di solito le cause sono:
suggestioni, soprusi, avvenimenti naturali,
negazioni, incomprensioni sociali e
religiose. Il risultato, in ogni caso, deriva
dalla sottovalutazione e dalla ridotta
visione degli effetti comportamentali di
uno strato sociale e dall’irrazionalità di
comportamenti con la realtà dei fatti.
Spesso è derivato da un antropocentrismo
(il porre l’uomo al centro di tutto)
oppure, peggio, uno smoderato teocentrismo
(porre Dio al centro di tutto), ma
le due cose non sono alternative fra di
loro. Si può notare che non è facile svelare,
individuare le strutture di base e
come l’uno non è alternativo all’altro.
Liberazione costante
Non è facile svelare la fissazione inconscia
alla base di un pregiudizio, riuscirne a correlare
strutture simboliche, spesso con
variabili sociali o religiose, perché, in
effetti, è la costruzione stessa del pregiudizio
un messaggio esoterico. Infatti, è
quasi indecifrabile, oltre che segreta la
natura della sua nascita. Insomma, ci sono
situazioni che intrinsecamente sembrano
semplici e spiegabili, ma poi, in effetti, si
presentano come paratia d’incomprensioni
e di misteri che respinge ogni possibile
identificazione, ogni possibile spiegazione.
Il messaggio diventa non identificabile,
la sua struttura incomunicabile, a
caverna platonica sempre più oscura; è
razionalmente improbabile una serena
analisi, un chiaro linguaggio, una chiara
semplice relazione sociale. Chiunque si
trova in una convivenza, in una partecipazione
sociale, culturale o storica, si trova,
senza neanche rendersi conto, a convivere
nel pregiudizio. Spesso è una condizione
cosmologica, paragonabile ad un sistema
di lenti che mettono a fuoco immagini
diverse da quelle trasmesse dall’universo.
Spesso regole o metodi, dettati dall’egoismo
o dalla paura, hanno trasmesso e trasportato
da lontano, esprimendo momenti
dell’esperienza umana, ma senza regole
fisse e costruiti senza tener conto del giusto
o ingiusto, un tratto di vita d’esperienza
sia negativa sia positiva. Proprio per
effetto dell’analisi dei fatti, il Massone, si
sa, ne è specialista, perché lavora sulla pietra
grezza, sui frammenti che questa sprigiona
e che gli servono per completare,
sistemare, innalzare, con la giusta quantità
di calcina, il muro del Tempio. Nel Massone
sono implicite l’umanità e la sensibilità
sociale del suo animo e gli accidenti, anche
giornalieri, e le eventuali dipendenze non
possono suggestionare il suo stato mentale,
deviare il pensiero sempre vigile, sempre
pronto ad eliminare qualsiasi tarlo di
dogmatismo. Il Massone ha subito un’Iniziazione
che lo aiuterà a liberarsi dai
rumori dei metalli che tanto lo assediano
e tormentano nella vita profana. Ha subito
la mutazione interiore, ha superato la voragine,
l’abisso dell’ignoto. Riesce a leggere
gli eventi, ad essere predisposto e disponibile
a rivedere e a meditare gli avvenimenti
e anche gli accidenti con criteri di valutazione
ampi e tenendo conto della libertà
ideologica degli altri. Il secondo comma del
capitolo I degli Antichi Doveri così recita:
«Egli (il Massone) meglio di tutti dovrebbe
capire che Iddio non vede come gli uomini,
perché l’uomo vede l’apparenza esterna
mentre Dio guarda nel cuore. Perciò un
Massone è particolarmente tenuto a non
agire mai contro i dettami della sua coscienza.
Qualunque sia la religione o il culto
di un uomo.» Notiamo la pertinenza col
tema a non generare pregiudizi, il chiaro
riferimento alla coscienza e alla conoscenza,
all’impegno del Massone, ossia alla
sua esigenza ad aspirare ad un’evoluzione
integrale e non settoriale, acquisire la
capacità a modificare i comportamenti
senza disturbare le opinioni degli altri.
Consiglia al Massone di valutare sempre le
condizioni ideali nell’affrontare le proprie
esperienze, libero da eventuali fantasmi,
prodotti dell’intollerante società profana
quando non riesce a spiegare, non riesce a
scoprire l’evento, l’accidente. Il Massone
rifugge dal pregiudizio perché ha superato
l’aspetto agghiacciante del vuoto, egli ha
scoperto la possibilità di vivere la morte, è
fuori da quel meccanismo psicologico di
protezione delle idee fisse e tramandate
che ostacolano il cammino verso la libertà.
Il Libero Muratore combatte il pregiudizio
che oscura gli occhi, che impedisce di
distinguere il vero dal falso.
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