Tema
L’Uno e il Tre - la Monade e il Triangolo
Nei libri di geometria si legge che il
punto è un ente geometrico che non ha
dimensioni. Quindi il punto è una mera
congettura, una convenzione. È da
chiedersi: il punto è una ipotesi progettuale
o è una monade? È un ente allo
stadio utopico? Su questo si scontrano
pensatori di tutti i tempi; vedasi l'Uno
di Pitagora, di Platone e dei neo platonici.
Manlio Manvati, Loggia Verbanum, Laveno I (GOI) (Revista massonica svizzera
maggio 2010)
Èinteressante quanto scrisse nel 1684,
nelle sue «Meditazioni», il filosofo
tedesco Gottfried Wilhell Leibniz:
«Monade significa una sostanza individuale
e spirituale che riproduce in sé
stessa la struttura di tutta la realtà.» È
evidente che questo termine è assunto in
senso metafisico, sospeso tra l'essere e il
non essere, già connotato di individualità.
Il Punto come unità
Tentiamo di determinareuna consequenzialità
dalle congetture e dai fenomeni.
Se si uniscono tre punti nello spazio si ha
la prima figura piana, la prima elementare
manifestazione razionale, si ha il
primo stadio della realizzazione di qualsiasi
progetto. Lo sanno bene i matematici
e gli ingegneri che il sistema della triangolazione
è alla base di tutti i problemi
di calcolo e di misurazioni perfino in
astrofisica e geodesia.
Quindi, mentre il punto è la verità in
senso assoluto, la prima figura piana, il
triangolo diviene lo strumento di mediazione
tra l'astrazione e la realtà. Si palesa
così in modo inequivocabile la prima
testimonianza del pensiero razionale; si
manifesta la ratio, la quale media la
verità e la realtà. Sui banchi di scuola, ed
oggi sull'impalcatura, mentre affresco questo simbolo, subisco il fascino del suo
mistero. Quest’immagine elementare
diviene forma, diventa realtà fisica se alla
bidimensionalità aggiungo la terza
dimensione, quella spaziale, lo spessore.
La quarta dimensione, quella temporale,
è da prendere in esame successivamente.
Ebbene, questo è il momento magico
della creazione. Questo è ilmotivo per cui
Leonardo da Vinci dispose la sua Mona-
Lisa leggermente obliqua. Cito Leonardo,
ma potrei citarne altri come Donatello,
Scopas ecc. Ne consegue che il parto
creativo è struttura, è forma reale anche
nella luce, nel pensiero, nella musica; è il
momento in cui si manifesta la realtà.
Hegel dice: «É reale ciò che è razionale.»
Noi usiamo dire che la verità è in mens
Dei, tant'è vero che il pensiero, quale ente
astratto, è stato rappresentato sempre da
un occhio: immagine più comprensibile
di un punto, e per la sua dimensione
umana in cui l'uomo ha bisogno di identificarsi
e per la sensazione di presenza
vigile dell'Ente Supremo. Non c'è dubbio
però che quell'occhio è il punto, il sole, la
monade di Pitagora; è l'ente geometrico
che non ha dimensioni, è il pensiero, la
verità, la vita.
Verità, realtà, vita
La realtà, fase che succede alla verità, è quella che ci coinvolge nella totalità esistenziale,
nella totalità del pensiero e dei
sensi: è la stessa filosofia dell'esistenzialismo.
Ne consegue che la struttura, nel
momento in cui determina una forma,
cioè nel momento stesso che subentra il
meccanismo strutturante, origina la
materia. La struttura è il processo creativo,
logico, dell'intelligenza attiva. Per
converso, la materia stessa, nel suo
ridursi ad ente infinitamente piccolo
diceva Einstein, diviene energia. Ora, che
il passaggio dal pensiero alla forma,
dall'energia alla materia e viceversa
venga prodotto dalla quarta dimensione,
la velocità (massa per velocità della luce
al quadrato), questo poco importa ai fini
di questa disamina; anche se ritengo utile
ricordare che l'Osservatore Romano alla
morte di Einstein asserì che questi si era
convertito. Ciò per il fatto stesso che la
scoperta dell'energia, nell'infinitamente
piccolo, equivarrebbe alla scoperta
scientifica dell'anima. Non sfuggirà
quanto suddetto del passaggio pensieroforma.
È un argomento questo di ben più
vaste proporzioni filosofiche perché
implica l'accettazione della preesistenza
del pensiero, la progettazione
dell'universo. Sant'Agostino,
quando parla della Trinità, riduce
ad unità materia e spirito da cui
scaturisce per sinergismo - non
certo in ordine di tempo la vita.
Unità questa che sussiste nella
stessa logica del creato. Detto
pensiero è stato molto deviante
per cui diviene dogma (mysterium
fidei). Gli stessi dotti della
chiesa cattolica, nella ricerca
della verità subirono e subiscono
disorientamenti. Si pensi alle
incomprensioni patite da S. Francesco
ed i suoi fraticelli, da parte
del Papa, per quella filosofia solo
apparentemente prosaicamente
panteista. Mi preme ora far
notare che l'uomo primitivo
quando prendeva coscienza di sé,
manifestava la propria presenza
con il ricorso alla geometria.
Esaltato dalla scoperta di una
forma pur minimale, come questo
triangolo che ora vado dipingendo,
su di essa e con essa organizzava
l'evoluzione del pensiero e, quindi, della
propria civiltà. Come del resto si entusiasmano
i bambini quando dalle espressioni
grafiche occasionali, dalla propria
gestaltica passano alle prime forme
organizzate razionalmente.
Tornare all'infantile
Nel passato si è avuta la civiltà del triangolo.
Dagli studi fatti ricordiamo il tesoro
d'Atreo, le mura di Tirinto, le strutture
Lidiache, la porta dei leoni di Micene.
Senza andare tanto lontano un esempio
interessante si ha qui vicinoanoi, adAlatri.
Certamentedal XVI-XV sec. a. C. in poi
il triangolonon veniva limitato alle strutture
architettoniche, ma anche a quelle
del pensiero: "il passato, il presente, l'avvenire",
"la saggezza, la forza, la bellezza",
"la nascita, la vita, la morte", "la
luce, le tenebre, il tempo". La Pietra filosofale,
con i suoi tre principi, "il sale, lo
zolfo, il mercurio", fece parte di una cultura
pre-umanistica nel medioevo. La
chiave di volta del Cristianesimo non è
forse l'assunto della trilogia antropomorfa
della Trinità? Ed ancora: Brahama,
Siva, Visnù in India, come, del resto, la
simbologia pagana antica e non. Le fasi
primitive delle varie civiltà sono sempre
state geometriche. È questa tesi che ci
conferma se un popolo ha origini autoctone
o è di derivazione: vedi la civiltà
romana, la quale nascendo dalla fusione
di quella greca e quella etrusca, non ha
attraversato la fase geometrica. Il triangolo
lo vediamo, tra l'altro, nell'incedere
della nuova logica che la cultura europea
veniva sostituendo a quella vecchia nei
primi anni di questo secolo. Gli artisti vollero
ribellarsi in forma spettacolare a
quella che definivano la logica bellica dei
guerrafondai, la logica antiumanista
della ferrea legge della civiltà industriale.
Nacque il dadaismo quale denunzia. La
Terra, come la mater-matuta nelle antiche
civiltà era considerata sempre
feconda e sempre vergine. Questa sinusoide
per i dadaisti era irrazionale tanto
che, per diffondere il messaggio Dada un
certo Hugnet, a Parigi, distribuì dei
volantini nei quali affermava che anche
la Madonna fu dadaista per aver sovvertito
la logica del reale. A questo periodo
di rottura seguì quello affannoso di una
risalita verso la logica. Quindi i
futuristi ed i cubisti, gli artisti
della Bauhaus dei Weimer e di
Dessau ricominciarono a ristrutturare
in modo infantile una geometria
elementare con il punto,
la linea, il triangolo. Nella
purezza dell'infantilismo erano
ricercati nuovi equilibri nelle
forze contenute nel triangolo. In
Massoneria si usano i tre punti
quale sintesi del Delta, del Triangolo
divino. Il pittore Attanasio
Soldati agli inizi del '900, insieme
a Mario Radice ed altri, disse:
«Dimostreremo il lirismo della
geometria.»
Triangolo equilatero e Verità
È d'uso corrente un testo di psicologia
nel quale, con una certa
grafia triangolare, si tende a
dimostrare l'intelligenza riflessiva
di speculazione intellettuale,
filosofica e spirituale. Per far capire ai miei allievi il potere di persuasione occulta del triangolo, affidavo
ad essi uno isoscele a sviluppo verticale,
uno a sviluppo orizzontale egualmente
isoscele ed uno equilatero. Ebbene,
nel momento di inserire degli elementi
grafico-decorativi era inevitabile che
accadesse un fatto interessante. In quello
verticale il senso di leggerezza era l'aspirazione
costante delle fragili linee ivi
inserite, come nell'architettura gotica.
Nel triangolo a sviluppo orizzontale -
come nei frontoni dei templi pagani si
rilevavano elementi ritornanti fortemente
al suolo con curve energiche e
ribassate. Nel triangolo intermedio,
invece, quello equilatero, si evidenziava il
dramma della ricerca, si scatenava il dualismo
tra realtà ed astrazione; in questa
fluttuante instabilità gli artisti hanno
ravvisato le linee di tensione emotiva dei
grandi temi della vita, la tensione egualitaria
delle verità fondamentali come
nella simbologia acquisita. Non a caso
quella "G" che si trova nel Delta o nella
Stella fiammeggiante significa la struttura
di tutte le realtà: Gravitazione, Geometria,
Generazione, Genio, Gnosi.
Oppure semplicemente God; Grande
Architetto.
Dante Alighieri edificò il poema della
Divina Commedia in struttura triangolare.
Sulla base fortemente ancorata,
quella dell'Inferno passionale e magmatica,
egli volse la sua opera verso l'astrazione,
la transumanazione (termine che
egli stesso usa). Si volge verso l'incorporeità,
verso la Luce come nel pensiero
degli egizi (si veda in particolare la piramide
di Chèope). Ciò dimostra ulteriormente
che nella struttura del triangolo
equilatero ci si dibatte alla ricerca della
Verità, comedel resto avviene nellametafisica
del quotidiano degli artisti.
Il Triangolo nell'arte
Nel triangolo della Pietà michelangiolesca,
quella del Vaticano, l'artista congela
le contraddizioni etiche sia nella
composizione chenei ritmi plastici. L'arco
del Cristo, in quel triangolo, aderisce al
dramma della vita e la luce ne plasticizza
la forma, mentre il panneggio retrostante
èvibrato dal contrapposto. Intanto la giovane
madre diciotto-ventenne, ed il
maturo figlio trentatreenne sembrano
sfuggire alla realtà, mentre aderiscono ad
una logica solo apparentemente irrazionale.
Anche Bramante ed il Palladio, nelle
composizioni dalle strutture organiche
triangolari, tendevano alla ricerca di quegli
equilibri. A questo proposito mi piace
ricordare che Michelangelo scrisse
all'Ammannati che il progetto nucleiforme
di S. Pietro, fatto dal Bramante, era
più vicino alla VERITÀ di quello del Sangallo.
Anzi quest'ultimo si era discostato
dalla verità. Tra il Bramante ed il Palladio
esistono delle differenze che non sto qui
ad evidenziare, ma entrambi partivano da
una progettazione frontale triangolare.
Leonardo da Vinci tenta di chiudere in
strutture triangolari alcune sue composizioni.
I suoi triangoli erano immersi in
paesaggi, ma conclusi nel loro sfumato
plastico. Egli, Leonardo, è stato un
seguace della filosofia metafisica della
matematica di Pitagora, Cusano ed altri.
Egli realizza un'opera dalla coerenza stilistica
ai limiti dell'umano: la Gioconda.
Mona-Lisa, col suo sorriso e con le sue
alterazioni biomorfologiche, evidenti
nelle tumefazioni temporali e delle mani,
è compiaciuta di essere depositaria del
mistero della trasmissione della vita. Dal
freddo surrealismo dell'ambiente retrostante,
nel triangolo in cui si raccoglie e
si solidifica l'immagine, è presente la vita.
Ad ulteriore sostegno di tutto ciò che ho
scritto citerò quanto ha detto Nikolaus
Chrypffs, il cardinale vissuto nella prima
metà del 1400, appunto il Cusano, al
quale ho fatto riferimento prima: «La
prima divinità può essere attinta solo
attraverso immagini simboliche geometriche.
» Pitagora, Cusano e Giordano
Bruno sono vicini a detta logica con la
loro matematica magico-simbolica. Pur
nel timore di non essere stato abbastanza
rigoroso nella logica di quanto scritto,
non posso che concludere affermando
che il Punto, la Monade delle monadi,
ossia l'Occhio, non poteva che essere
inserito in un triangolo equilatero, una
struttura geometrica elementare le cui
forze, quelle antitetiche dell'universo,
vanno alla costante ricerca della perfezione
nell'equilibrio: il progetto del
GADU.
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