Tema
Il potere
Nelle maggior parte delle aziende
europee, chi raggiunge una posizione di
potere pensa di essere amato da coloro
che lo circondano… e qui inizia la ‘’congiura’’
della buonabugia. Si creauna percezione
falsa dell’ambiente circostante,
basata non sulla persona ma sulla funzione
che questa persona svolge.
Stefano Airoldi, Loggia Il Dovere, Lugano (Revista massonica svizzera
dicmebre 2010)
Questa falsa sensazione dura sino a
quando si resta nella posizione di
potere, quando questo decade, a seguito di
normali avvicendamenti, lo stesso teatrino
si ripropone a chi assume la medesima
posizione. I conflitti avvengono proprio tra
i subalterni che lodano il capo, ma in fondo
non aspettano l’ora che venga spostato a
qualche altra funzione per prendere il suo
posto. Ma allora il potere chi ce l`ha ? La
persona o la funzione ? Il potere non è solo
una prerogativa di organizzazioni aziendali,
ma anchedella società nella sua composizione
piùstratificata. La percezione del
potere da parte della collettività sièmodificata
in funzione di vari momenti storici.
Negli anni ’60 il potere è stato attribuito
alla pubblicità, un famoso libro dal titolo “il
potere occulto” hacontribuitoadiffondere
tecniche (a dire il vero alcune erano leggende
entrate nella storia come reali) utilizzate
nei centri commerciali per stimolare
equindi aumentare le vendite; daqui l’idea
di essere manipolati da un potere in mano
apochi eletti: i pubblicitari. Il tutto si è ridimensionato
nel tempo, con la consapevolezza
di molti consumatori di poter resistere
a questi stimoli; l’avvento di Internet
ha permesso addirittura un’evoluzione che
porterà nei prossimi anni a sconvolgere
l’attuale sistema di promozione dei prodotti.
Negli anni ’70 un famoso film “I tre
giorni del Condor” evocava un potere politico
parallelo, gestito da professionisti delle
strutture militari o di centri di spionaggio.
Regolarmente veniamo informati dai
media di attività di controspionaggio e di
complotti politici, sovente non siamo in
grado di capire se si tratti di pura fantasia
o addirittura di manipolazione; basta leggere
cosa dice la stampa sulla Massoneria
per capire il livello di veridicità di certi
media e di certi giornalisti. Negli anni ’80
si è passati all’era del muscolo e quindi al
potere legato alla presenza fisica. Da
Rambo aTerminator, erano questiimodelli
di riferimento e quindi solo se si avevano
enormi muscoli, più o meno naturali, si
poteva detenere o aspirare al potere. Negli
anni ’90 iniziarono ad emergere persone
con forzecarismaticheprominenti e quindi
eccoci negli anni del boom delle sette. Il
potere era gestito da personaggi carismatici
che riuscirono persino ad organizzare
suicidi collettivi, a dimostrazione dell’immensopotere
che detenevano sugli adepti.
Gli anni 2000 iniziarono congravi problemi
informatici (Millennium bug), mostrandoci
la nostra dipendenza, e spesso impotenza,
verso strumenti elettronici di vario genere
edi Internet. Ilpotere sembrava essere nelle
mani di chi gestivaeproducevaquesti programmi
e questi nuovi strumenti di comunicazione.
Ciò ha dato origine a film tipo
“Matrix”, che raffiguravano il potere nelle
mani delle società informatiche da una
parte, e i combattenti del sistema, gli hakker,
dall’altra. Poi aggiungiamo i modelli di
potere che si possono ritenere classici: la
malavita nelle sue varie forme, le società
segrete, i club esclusivi, tutti modelli che in
parte derivano sovente da film di successo
chehanno portato alla diffusione di queste
credenze, spesso basate più su leggende
che su fatti. A questo punto direi che trovare
un consenso sulla definizione profana
di potere risulta una operazione estremamente
difficile. Una caratteristica è
comune a tutte queste definizioni: una
relazione di forze che influenzano lo stile
di vita. Cioè uno stile di vita basato principalmente
sulle apparenze e su modelli
sociali falsamente costruiti.
Un altro approccio per definire “il potere”
è rivolto all’introspezione, ed é uno degli
elementi che nel corso del percorso massonico
si cerca di scoprire, capire e provare
a controllare. In genere il potere viene
gestito dal singolo individuo solo su se
stesso, inmodo piùomeno consapevole. Si
crea uno scudo col quale si vorrebbe proteggere
le nostredebolezze, lenostrepaure
ed i nostri disagi nel relazionarsi con una
società in continua evoluzione. In psicologia
viene definita la “maschera sociale” ed
è l’immagine di noi stessi che vogliamo far
percepire a chi ci circonda. Per ottenere ciò
ricorriamoad infiniti espedienti, sia dal lato
materiale che da quello estetico-comportamentale.
Se non ci si rende conto di ciò,
la società dei consumi ci spinge facilmente
in questa ricercadi unpotere “illusorio’’, in
un gioco fatto di modelli e simboli del successo,
quali prodotti di lusso, imitazione di
personaggi dello spettacoloevoglia di possedere
solo oggetti ritenuti ‘’alla moda’’.
Rispecchiarsi in questo mondo induce a
vivere la propria esistenza basandosi sulla vita di altri,opeggiosumodelli di successo
creati artificialmente da esperti di comunicazione.
Quindi il potere molto spesso è
in mano a professionisti della comunicazione,
e viene passivamente accettato da
persone di poco carattere e con scarsa
autostima. Per chi si rende conto di ciò, è
importante convincersi che il vero potere
lo si può trovarepropriosolonel percorrere
quel sentiero di ricerca e quel lavoro su noi
stessi che ci accomuna negli scopi e nelle
finalità della nostra Istituzione. Cito una
definizione della Massoneria di William
Preston, scritta nel 1772: attraverso la
Massoneria speculativa impariamo a
domare le passioni, comportarci onestamente,
avere una buona reputazione,
mantenere i segreti e fare opere di carità.
In questo bellissimo testo è racchiusa una
definizione che ci permette di cercare di
dare una spiegazione alla parolapoterema
orientata al nostro lavoro di ricerca Massonica.
Domare lepassioni, ecco un ottimo
esempio di potere: non lasciarci coinvolgere
dal lato emozionale ma cercare sempre
l’equilibrio, il punto di osservazione
degli avvenimenti che ci permetta di agire
o reagire nel modo che in quel momento
ci sembrava il più giusto per noi e per chi
ci sta attorno. Sviluppare la tolleranza e la
fratellanza in modo da poter offrire a chi
ci sta attorno, noi stessi, nella maniera più
correttaeonesta possibile. Entrare nel profondo
significato del “conosci te stesso” di
Socrate e gestire questa relazione (potere)
tra l’uomo apparente ed il “se stesso”.
Riflettere e lavorare sul monito di
Sant’Agostino“Non andare fuori, rientra in
te stesso: è nel profondo dell’uomo che
risiede la verità”. Capire i tempi necessari
per sviluppare determinate trasformazioni;
spesso questi tempi non possono essere
paragonati ai tempi della società definita
“avanzata o moderna”, la relazione
tempo/spazio per la ricerca del nostro
“potere” ha ben altri valori, comparabili
solo ai tempi ed ai ritmi che viviamo nel
corso dei nostri rituali.
Il percorsoda fare è ancora lungo, solo con
lo studio, la diligenzael’attenta lettura dei
rituali si inizia a percepire questo “potere”
e una volta intravisto si inizia un’altra esistenza,
più spirituale che materialista.
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