Tema
La Moderatezza
Indubbiamente diverse recenti vicissitudini
del mercato finanziario internazionale
sono state caratterizzate da
eccessi di vario tipo. In particolare
appare chiaro come caratteristiche
quali l’egoismo e l’avidità abbiano contribuito
in modo determinante alla
degenerazione del sistema finanziario
con la quale siamo, almeno parzialmente,
tutt’ora confrontati: gli scompensi
soprattutto in termini di crescita,
occupazione e stabilità causati dallo
tsunami finanziario che ha investito i
mercati sono infatti purtroppo destinati
ad accompagnarci ancora a lungo.
Simone Bassi – Loggia Il Dovere, Lugano (Revista massonica svizzera
marzo 2011)
Gli errori che hanno causato il disastro
La ricerca e la comprensione degli
errori che hanno causato un disastro
di tali proporzioni finalizzata alla correzione
degli stessi appare quindi non solo
utile bensì assolutamente necessaria. La
società capitalistica si ispira senz’altro a
principi democratici, egualitari e tendenzialmente
meritocratici. Tuttavia il
buon funzionamento della stessa dipende
inesorabilmente dall’azione degli uomini
che la compongono.
L’identificazione del profitto personale,
rincorso spesso ricorrendoamezzi se non
illeciti quantomeno dubbi, come unico
principio ispiratore ha provocato una
deriva non tanto del capitalismo come
sistema economico, quanto del suo funzionamento
pratico. Eccessi di egoismo e
avidità stanno alla base delle storture del
sistema finanziario che, complice la globalizzazione,
hanno avuto pesanti ripercussioni
estesesi oltre i confini del
ristretto mondo della finanza. Il modo di
agire di un gruppo più o meno ristretto
di individui che non hanno saputo porre
al centro delle loro azioni il bene della
collettività non solo ha prodotto effetti
nefasti ma si sta(va) in qualche misura
addirittura imponendo come modello di
riferimento per una parte crescente di
attori del mercato finanziario.
La necessità di modelli etici
La ricerca di modelli etici e comportamentali
in grado di formare un sistema di
valori più ampio rispetto al mero profitto
assume dunque un ruolo fondamentale
per il buon funzionamento della finanza
e della società tutta. Solo attraverso la
diffusione nei singoli individui che compongono
la nostra società di valori quali
l’onestà l’integrità e la trasparenza e la
loro applicazione nella conduzione delle
aziende e della finanza internazionale è
possibile realizzare un’economia mondiale
più etica e meglio rispondente alle
esigenze di tutti. In quest’ottica appare
evidente il contributo che la rigorosa
applicazione delle virtù massoniche può
fornire al buon funzionamento del
sistema finanziario e, di riflesso, della
società in generale.
Le virtù massoniche
Infatti è incontestabile affermare che,
all’interno della libertà di mercato e di
una sana competizione meritocratica, i
limiti posti dall’etica massonica, ispirata
al concetto di fratellanza e al perfezionamento
interiore attraverso la riflessione
e l’approfondimento di concetti
morali, contribuiscono allo sviluppo di un sistema di valori sano ed equilibrato, dal
quale trarre ispirazione per tutte le azioni
e le decisioni che accompagnano la
nostra vita. In questo contesto la moderatezza,
contrapponendosi ai concetti di
eccesso ed esagerazione, può essere
presa a riferimento come virtù da praticare
per evitare gli effetti nefasti di un
capitalismo estremo, guidato dalla
ricerca esasperata del profitto senza
curarsi degli effetti negativi che spesso
ne conseguono.
La moderatezza, intesa come sobrietà,
temperanza, controllo ed equilibrio è un
vero e proprio invito a una riflessione più
profonda sulle azioni dell’individuo e le
conseguenze che ne discendono.
L’azione moderata non è priva di slancio
o di quell’entusiasmo che accompagna
gli idealisti e gli ardimentosi come alcuni
pretenderebbero: piuttosto può e deve
essere intesa come il risultato di un’analisi
attenta e completa di tutte le sfaccettature
di un problema o di una situazione.
In quanto tale l’azione moderata
riflette un pensiero profondo, teso a
valutare compitamente tutti gli elementi
di giudizio necessari. Un comportamento
ispirato dalla moderatezza sarà dunque
un comportamento attento agli interessi
generali e non puramente egoistici, nonchégiudizioso
e sicuramenteprivo di sregolatezze
eccessive.
La moderatezza e le virtù cardinali
La moderatezza non può non appartenere
ad un sistema di valori come quello
massonico che, rifuggendo l’intolleranza
e gli estremismi, invita alla riflessione e
all’accettazione di limiti comportamentali
dettati dal rispetto della varietà delle
idee e dalla consapevolezza del valore
delle ragioni altrui. Non a caso la moderatezza
(intesa come Temperanza)
assieme a Fortezza Prudenza e Giustizia
forma le cosiddette 4 virtù cardinali che,
da Platone in poi, costituiscono il fulcro
centrale dell’etica nella tradizione occidentale
e che per ogni Massone rappresentano
un punto di riferimento essenziale
per il proprio perfezionamento
morale e spirituale. Arginando le pulsioni
istintive, in campo economico spesso contraddistinte dalla ricerca del guadagno
facile anche a scapito della correttezza
nei confronti della collettività, la
moderatezza contribuisce in modo
essenziale al trionfo della ragione e delle
altre virtù cardinali con le quali forma un
sistema di riferimento morale inscindibile.
Numerose sono le occasioni di praticare
la moderatezza nella vita quotidiana:
dall’impostazione dei rapporti
(anche superficiali) con gli individui coi
quali siamo giornalmente confrontati
alla scelta delle linee guida utilizzate per
prendere le decisioni più importanti e
complesse. Infatti il controllo della
ragione sull’istinto contribuisce all’adozione
di comportamenti appropriati con
il prossimo nonché al raggiungimento
dell’armonia interiore, necessaria per
bandire il più possibile le spinte egoistiche
dalle azioni umane. Sostanzialmente
la moderatezza si riflette nei gesti, negli
atteggiamenti e in tutto il comportamento
e investe tutte le azioniumane. Per
essere adottata necessita di spirito critico,
di una cultura ampia e ricca e di un
rigoroso autocontrollo.
In conclusione ci preme sottolineare
come la moderatezza, se compresa
appieno, non deve essere vissuta come
una costrizione bensì come il gratificante
risultato di una profonda comprensione
di noi stessi e della realtà che ci circonda.
Applicata come scelta autonoma la temperanza
non è quindi privazione bensì
gratificazione derivante dalla consapevolezza
di svolgere con coscienza il proprio
ruolo all’interno della società.
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