Tema
La Bellezza
violenze cieche, catastrofi naturali o
ecologiche, parlare di bellezza può sembrare
incongruo, sconveniente e persino
provocatorio. Ma proprio per questo si
deve vedere la bellezza all’opposto del
Male, la si deve considerare come il
Bene e la Perfezione.
Il concetto di Bello è unito, in molte
civiltà a quello di Buono. Il nostro termine
“Bello” deriva dal latino “Bellus”,
che è un diminutivo dalla radice “duenulus
bonolus”, cioè qualcosa di buono
in piccolo. In greco antico “Kalòs” era
“Bello”, ma si trovava spesso connesso
al termine Buono; oggi nel greco
moderno non significa più Bello ma
Buono.
Giancarlo Ghirlanda – Il Dovere, Lugano
Si potrebbe continuare: per esempio
in giapponese “Yashi” significa sia
Bello che Buono. In ogni cultura si attribuisce
al Bello un valore, quindi qualcosa
che merita di essere perseguito, infatti
per l’uomo è impossibile vivere senza la
Bellezza, perché essa è parte integrante
di cui lo spirito si nutre. “LaBellezzaèuna
qualità delle cose percepite che suscitano
sensazioni piacevoli che attribuiamo a
concetti, oggetti, animali o persone
nell'universo osservato, che si sente
istantaneamente durante l'esperienza,
che si sviluppa spontaneamente e tende
a collegarsi ad un contenuto emozionale
positivo, in seguito ad un rapido paragone
effettuato consciamenteod inconsciamente,
con un canone di riferimento
interiore che può essere innato oppure
acquisito per istruzione o per consuetudine
sociale.” Nel suo senso più profondo,
la Bellezza genera un senso di riflessione
benevola sul significato della propria esistenza
dentro il mondo naturale.
La Bellezza comporta la cognizione degli
oggetti come aventi una certa armonia
intrinseca oppure estrinseca, con la
natura, che suscita nell'osservatore un
senso ed esperienza di attrazione, affezione,
piacere, salute. Spesso si afferma
che un "oggetto di bellezza" è qualsiasi
cosa nel mondo percepito che riveli un
aspetto significativo per la persona riguardo
la "Bellezza naturale". La presenza
del sé in qualsiasi contesto umano, indicherebbe
che la bellezza è naturalmente
basata sul sentimento che suscita negli
umani, anche se la bellezza umana è soltanto
l'aspetto dominante di una più
grande ed incalcolabile bellezza naturale.
Il contrario di Bellezza è bruttezza, intesa
come la percezione di una mancanza di
Bellezza o accumulo di imperfezioni, che
suscita indifferenza o dispiacere e genera
una percezione negativa dell'oggetto. Gli
insegnamenti religiosi e morali spesso
mettono a fuoco la "virtù" e la "divinità"
della Bellezza, per delineare la Bellezza
naturale come un aspetto di una "Bellezza
Spirituale" (ovvero "Verità") e definire
tutte le preteseegocentricheematerialistiche
basate sull'ignoranza.
L'antica storia di Narciso per esempio
tratta la distinzione fra Bellezza e vanità.
Nel contesto moderno, l'utilizzo della
Bellezza come mezzo per promuovere
un'ideologia o un dogma è stato fulcro di
dibattiti sociali che trattano argomenti
come pregiudizio, etica, e diritti umani.
L'utilizzo della bellezza a fini commerciali
è un aspetto controverso della "guerra
culturale", all'interno del quale il femminismo
tipicamente afferma che tale utilizzo
promuove una percezione dogmatica
(cioè "Il Mito del Bello") piuttosto che
virtuosa della Bellezza.
Bellezza e gusto dell'osservatore sembrano
termini inscindibili, in quanto concepire
una Bellezza indipendente da un
qualche osservatore che stia lì per
goderla, equivale a pensare ad un dipinto bellissimo chiuso in una cassaforte da
decenni oppure ad un fiore che cresce in
mezzo ad una foresta invalicabile o su
una montagna impervia. Mancando un
osservatore, esiste allora la Bellezza? Tali
oggetti possono essere senz'altro concepiti,
ma mancano del tutto di quel carattere
di interazione pratica (di azione e
reazione) con un'intelligenza percettiva,
che tendenzialmente riconosciamo al
"Bello".
Il trinomio Bello – Buono - Vero
Nella civiltà occidentale, a partire dalle
origini, in particolare dalla scuola di Pitagora,
il concetto di bello si specifica ed
entra in rapporto appunto al concetto di
Vero e al concetto di Buono, formando
quella che possiamo definire una
“trinità”. Nel senso che tutti questi
valori, il Bello, il Buono ed il Vero,
hanno come caratteristica la
misura e questo dipende dalla religione
e dall’arte greca. La religione
greca della fase così detta olimpica,
era governata da Zeus, il cui genitivo
in greco è “Diòs”, cioè il Dio
della “dies”, della “luce diurna”,
quello che stabilisce esattamente le
proporzioni. La religione greca era
molto legata al concetto di armonia,
di proporzione, di limite. Nel
tempio di Apolloa Delfi c’è scritto
che” la misura è tutto”: tanto il
Bello, quando il Buono, quanto il
Vero si basano sulla misura. Se noi
prendiamo la geometria Pitagorica,
sappiamo che possiamo costruire
delle figure che sono, nello stesso
tempo vere, perché matematicamente
basate, e Belle.
Altro legame tra lamatematica e la
Bellezza, che ha giocato un ruolo prominente
nella filosofia di Pitagora, è la possibilità
di disporre ed arrangiare i toni
musicali in sequenzematematiche, che si
ripetono ad intervalli regolari chiamati
ottave.
Anche altre formule matematiche possono
essere considerate belle: La formula
di Eulero: eiπ + 1 = 0 è comunemente
considerata uno dei più bei teoremi della
matematica (vedi Identità di Eulero).
La poetessa Edna St. Vincent Millay
scrisse che "soltanto Euclide ha guardato
nella nuda bellezza" alludendo all'austera
bellezza che molte persone trovano nel
ragionamento matematico connesso alla
Geometria euclidea. Altri esempi possono
essere la cosiddetta "Proporzione Aurea",
rappresentata dalla lettera greca Phi( ),
ed approssimativamente uguale a 1.618,
è stata considerata damolti "Bella". Viene
anche chiamata la "divina proporzione"
ed è spesso riscontrata in natura. Per
esempio, nella conchiglia di un nautilus,
il rapporto tra sezioni successive è circa
1.618. Nell'età moderna, Giambattista
Vico affermaunaltrocriterio, secondo cui
il vero è il "fatto" (verum - factum). Unificando
questi due criteri ricaviamo la
forma occidentale della bellezza, che è
inevitabilmente l'arte. Il bello è nell'Arte,
e la possibilità che la bellezza sia propria
della natura è esplicitamente esclusa da
Kant nella Critica del giudizio dove definisce
il bello naturale come "sublime".
Essenzialmente, nella cultura filosofica
dell'Occidente il bello si definisce in funzione
del giudizio che lo esprime, mentre
il "bello in sé" è assolutamente chimerico.
Va altresì chiarito dove si nasconda il
rischio di un'estetica empiristica: questo
consiste nel fatto che essa dovrebbe, a
rigore, parlare prioritariamente se non
esclusivamente degli organi di senso, o
della coscienza, che riceve ed unifica i
"dati" di bellezza; ma ciò significa trascurare
e, alla fine, ignorare completamente
gli oggetti cui si accorda o rifiuta
lo statuto di bellezza; il che, particolarmente
nel caso delle arti umane, risulterebbe
oltraggioso per gli artefici e finalmente
assurdo, come assurda può essere
solo una scienza dell'arte che mostri
indifferenza verso le opere! Tuttavia la
tendenza a considerare la bellezza di un
oggetto intrinsecamente connessa con
un soggetto che lo contempla, il quale
"applica" il giudizio all'oggetto, e lo
ritiene bello in grazia del concetto di bellezza
che porta in sé, appare tanto dubbia
quanto insopprimibile, nella nostra
cultura estetica.
Arte e Bellezza
Arte e bellezza sono da sempre state
alleate inseparabili di un modo di
espressione e di ricerca che ha posto
comeproblemaontologico la propria
definizione senza mai giungere a
definizioni definitive. Nel Rinascimento
e nella concezione classica (
come abbiamo precedentemente
visto), arte e bellezza significavano
misura, armonia ed adeguatezza.
L’arte doveva imitare la natura e
rimanere soggetta a determinati
ideali estetici per cui l’artista aveva
il compito di esprimere la bellezza
della natura attraverso le sue creazioni
sì da renderla eterna e salvarla
dal mortifero flusso del tempo. Nel
Seicentoperò la bellezza si famanierista,
diventa immagine di arzigogoli
mentali, stravaganza, ricerca esasperata
di originalità ed ancor più eccesso,
mostruosità. L’arte deve essere espressione
libera anche del brutto, di concettismi
bizzarri, immagine delle strane vie
della mente. Le eterne idee di Bellezza ed
Arte dunque procedono in un going di
contrari contrastanti di secolo in secolo;
al pazzo Seicento segue il morigerato
Diciottesimo Secolo che mentre da una
parte torna indietro agli ideali classici, dall’altra accoglie in sé le teorie di Burke
e del suo Sublime che guardavano alle
intemperanze della natura come ad una
fonte di stupore e Bellezza da cui la vera
arte avrebbe dovuto assurgere. Da qui
all’idea romantica di Bellezza come di
frutto dell’ispirazione delle innate capacità
del genio, e della sua feconda immaginazione
il passoèbreve. L’animo dell’artista
chesi rispecchia nella natura diventa
paradigma dell’umanità, la sua immaginazione
creatrice lo rende un demiurgo,
un dio sulla terra, profeta di bellezza e di
valori universali. La funzione morale
dell’artista svanisce del tutto con l’Estetismo,
fondamentale movimento assertore
del concetto dell’arte per l’arte. L’arte
non solo basta a sé stessa in quanto non
ha bisogno di null’altro per essere ispirata
e per esistere, ma – come egregiamente
asseriva Oscar Wilde - non deve servire a
niente, non deve perseguire alcun ideale
se non quello della Bellezza. Altro che fini
didattici, letteratura didascalica e letteratura
socialmente impegnata: l’artista
decadente è uno snob, uno che si compiace
della propria diversità e si isola
volontariamente dal resto dell’umanità. Il
resto del mondo è mediocre e brutto, il
bello è in sé. L’artista gloriandosi dei propri
atteggiamenti ed assaporando ogni
sensazione per sentirne ed esprimerne la
bellezza è un emarginato di lusso che si
compiace delle proprie morbosità. Al
limite delle perversione, contro ogni normalità.
La Bellezza in massoneria : il Trinomio
Saggezza-Forza-Bellezza
La massoneria apre e chiude i lavori di
Loggia con l’accensione e lo spegni-
Alpina Ausgabe 5/2011 137. Jahrgang
mento dei tre ceri rappresentanti la Saggezza,
la Forza e la Bellezza; essi sono i
tre fondamentali pilastri della filosofia
massonica e probabilmente dell’umanità
in generale. La massoneria vede questi
principi come fondanti, come fondamentali
nella formazione della persona
e dell’iniziato in particolare. I tre dignitari
di Loggia, il Venerabile maestro in
Cattedra, Il primo Sorvegliante, il
secondo Sorvegliante a cui sono abbinate
le tre luci ( luci minori), pronunciano
le seguenti frasi durante l’accensione
delle tre candele: “ che la saggezza
illumini il nostro lavoro”. “Che la forza lo
compia e lo renda saldo”, “Che la bellezza
lo adorni”. Saggezza-Forza-
Bellezza è un simbolo ternario e rappresenta
le virtù che il Massone, libero
Muratore, deve sempre perseguire per la
ricerca del suo miglioramento, sia nella
vita all’interno della Loggia che in quella
del mondo profano. A mio modesto giudizio,
noi tendiamo a soffermarci molto
sui concetti di Saggezza e Forza, dandone
maggiore importanza rispetto a
quello di Bellezza. La forza, che compete
agli Apprendisti, e quindi al primo sorvegliante,
ci permettere di compiere il
nostro cammino con costanza e decisione.
L’apprendista deve trovare la forza
interiore ed imparare ad usarla per vincere
i propri difetti e la propria pigrizia
mentale. Senza la forza iniziale l’iniziato
non può sgrossare la pietra grezza che in
futuro servirà alla costruzione del tempio.
Grazie alla Forza, il Massone compie
il suo primo lavoro da iniziato, durante
l’iniziazione il neofita utilizzando il martello
colpisce e smussa la pietra grezza.
La Bellezza è invece legata simbolicamente
al lavoro del Compagno e al
secondo Sorvegliante. Il Compagno ha
appreso a sgrezzare la pietra e a sostenere
le prove attraverso la Forza. La Pietra,
però anche così sgrezzata non può
essere ancora utilizzata alla costruzione
del tempio, poiché ancora le facce non
sono lisce. Il compagno deve quindi
imparare a lisciarla, a rendere la pietra
Bella, così da renderladegna al sacroutilizzo.
Poiché il Compagno deve perfezionare
la sua sensibilità, è doveroso impegnarlo
a migliorare la sua educazione artistica. La stima del Bello lo aiuta a
comprendere il bene, L’Arte si rivolge
all’anima che si commuove, facendo sì,
in questo modo,che l’IO entri in comunione
armoniosa con il mondo esterno.
L’emozione artistica crea un potente
legame fra tutti coloro che la provano.
L’Arte ha perciò, una missione religiosa,
l’artista è l’interprete e/o il sacerdote del
Bello. Il Bello ci rivela l’ideale, la Perfezione,
la realtà soggettiva che è in noi e
che dovremo rendere concreta. E’ nella
Bellezza che noi attingiamo Senso e
Gioia. La Bellezza ha a che fare con l’ESSERE,
che è come animato da un incontenibile
desiderio di Bellezza. La vera
Bellezza non risiede infatti soltanto in
ciò che è semplicemente dato come
bello,essa risiede, per cosi dire, prima di
ogni altra cosa nel desiderio e nello slancio.
E’ un accedere alla dimensione
dell’anima, ed è per essa vitale. La vera
Bellezza, è quella che procede nella direzione
della Via, intendendo per “Via”
null’altro che l’inarrestabile cammino
verso una vita migliore, verso una
dimensione perfetta, dove l’individuo si
avvicina alla conoscenza ed alla Luce.
Senza Bellezza e Perfezione questo
miglioramento e questo percorso non
sarebbero possibili. All’opposto, l’ineleganza,
la volgarità, la bruttezza e la limitatezza
sono caratteristiche di ciò che è
Sbagliato. Ciò cheèBello, non può essere
che elegante, Giusto e Perfetto. Ecco
dunque, che il Rituale, non è che un
Rituale corretto e compiuto. Non
importa che gli oggetti usati durante il
rituale siano di materiali preziosi; questo
è solo il concetto profano di bellezza (
che non è di per sé negativo) ma che
nulla importa al fine e l’iniziazione.
Quando giustezza e completezza sono
rispettate, la bellezza é presente. La Saggezza
invece è attribuita al Maestro
Venerabile, al quale è dato il compito di
dirigere l’intera Loggia, essa è frutto
dell’esperienza, che altro non è che la
sintesi del lavoro perpetuo ed incessante
tra ragione, istinto e sentimento. La Saggezza
non può che giungere alla fine del
percorso, quando l’iniziato ha imparato
a dominare la Forza e a costruire la Bellezza.
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