Tema
Il viaggio iniziatico dell’Apprendista
Mi è stato chiesto di sviluppare il tema del «viaggio iniziatico» ed in particolare quello che riguarda le «prove» contenute nei rituali d’iniziazione al grado di Apprendista. Il mio intento non vorrà però essere tanto quello di spiegare (seppur compagno sono e resterò sempre un apprendista), quanto piuttosto quello di cercare di coinvolgervi in questo percorso e magari farvi riconoscere e rivivere timori e sensazioni provate nel corso dei primi passi del vostro viaggio iniziatico.
Norbert Sturzbach – Loggia Il Dovere, Lugano
In generale la nozione di iniziazione fa
riferimento ad una pratica rituale, ad un processo o a un
percorso nel quale l’iniziando passa da uno stato o condizione
di vita ad un’ altra, non solo in modo effettivo ma anche come
predisposizione verso un iter interiore che si svolgerà in modo
comunitario. In termini generali, ogni iniziazione rappresenta
quindi sempre un passaggio e specificatamente un rito di
passaggio in quanto si realizza all’interno di una ritualità.
Le prove a cui viene sottoposto il
recipiendario (cioè l’iniziando) durante i suoi viaggi,
permettono allo stesso di venir purificato per mezzo dei 4
elementi che reggono la stessa sostanza fisica dell’essere umano
(Terra, Aria, Acqua e Fuoco), prima di giungere al suo passaggio
«dalle tenebre alla luce».
Questo quaternario di elementi, al pari del
quadrato e quindi del numero 4, viene illustrato al futuro
Apprendista durante appunto i 4 viaggi simbolici della sua prima
iniziazione massonica in cui dovrà affrontare altrettante prove.
Le ultime tre di tali prove si presentano esplicitamente come
veri e propri «viaggi» prefiguranti il lavoro interiore
dell’iniziato, a cui è richiesto di liberarsi gradualmente da
tutte le «impurità» che costituiscono la sua zavorra profana. Ma
anche la prima prova, ovvero quella del Gabinetto di
Riflessione, in corrispondenza analogica con l’elemento Terra,
può essere considerata un viaggio, dal momento che è al suo
interno che si attua quella «discesa agli Inferi» che si colloca
tra la morte iniziatica e la «nascita» massonica, discesa nel
corso della quale l’essere dovrà liberarsi definitivamente di
certe sue debolezze “profane” che renderebbero altrimenti
impossibile il seguito del suo percorso. I 4 Viaggi
rappresentano anche le 4 tappe dell’evoluzione umana, che
l’umanità ha solo in parte già percorso, ma che nella maggior
parte dei casi deve ancora percorrere. L’evoluzione dell’umanità
progredisce infatti molto lentamente e solo attraverso il
dominare i 4 elementi della propria natura. È poi sintomatico
rilevare come durante i suoi viaggi, l’aspirante massone non
esprime ancora la propria rinuncia a tutti i preconcetti della
vita profana ma, più semplicemente, attraverso la ritualità
delle prove, egli formula il proposito alla loro rinuncia. In
effetti questa rinuncia, in un vero Ordine iniziatico,
rappresenta già di per sé la promessa di lealtà ai principi.
Il primo viaggio
Come già anticipato, il primo viaggio non
rappresenta un vero e proprio viaggio, come i tre successivi che
il rituale dell’Apprendista prevede nel corso della Cerimonia
d’Iniziazione del profano all’interno del Tempio. Esso si svolge
infatti all’interno del Gabinetto di Riflessione, nella fredda
oscurità dell’elemento Terra. È qui che il profano avvia il
processo di trasformazione su sé stesso imparando a pensare o,
meglio, a ri-pensare, guardandosi dentro, aiutato
dall’isolamento in cui, di proposito, è stato posto e dai
diversi simboli presenti. Taluni hanno paragonato
quest’operazione appunto ad una discesa negli Inferi. Si tratta
di penetrare nell’anima del proprio io per arrivare a
riconoscere e liberarsi del proprio “ego” , favorendo la nascita
di un sé individuale (l’io personale o il “se stessi”). È a
questo che allude probabilmente anche la parola VITRIOL, che gli
antichi alchimisti consideravano di segreta
interpretazione. Le lettere che la compongono
ricordano la formula “Visita Interiora Terrae rectificandoque
invenies occultum lapidem”, ovvero visita le viscere della
Terra, e seguendo la retta via (attraverso le purificazioni)
scoprirai la pietra nascosta, la pietra dei Saggi o famosa
Pietra Filosofale, cioè quella che per i Liberi Muratori
rappresenta il fondamento di certezza che ognuno deve ricercare
in sé stesso, per conseguire la condizione di pietra angolare
della costruzione intellettuale e morale che costituisce la
Grande Opera.
Tale stato d’animo viene aiutato anche dal
fatto che prima di entrare nel Gabinetto di Riflessione il
recipiendario viene spogliato dei metalli. Egli cioè viene
invitato a depositare fisicamente tutti i metalli che in quel
momento porta con sé provenendo dal mondo profano: monete e
banconote, orologio, gioielli, chiavi ed, in genere, tutti gli
oggetti metallici.
Dal punto di vista rituale, questa
spoliazione sta ad indicare come il recipiendario lasci fuori
della loggia tutte le cose terrene e materiali, lasciando così
fuori nel contempo tutti i propri pregiudizi ed abitudini, tutte
le proprie passioni e conoscenze; preparandosi così ad
affrontare, con mente libera, il nuovo percorso di apprendimento
che lo porterà verso la nuova Luce. È infatti necessario che il
recipiendario, rendendosi conto della propria ignoranza, si
possa preparare al meglio per acquisire la conoscenza. Ritirare
il metallo al recipiendario ha anche il significato di togliere
il grande corruttore delle coscienze, consentendogli di
avvicinarsi allo Spirito assieme al quale, solo, si può compiere
la vera liberazione. L’atto riporta in pratica l’iniziando allo
stato di Pietra grezza cioè lo stato della
natura, allo stato della iniziale innocenza,
scevro da impurità che ne possano compromettere la crescita
spirituale.
Solo più tardi poi, ciò al momento in cui al
recipendario sarà tolta la benda che gli copriva gli occhi, lo
stesso, ancora privo di ogni mezzo materiale, verrà reso
cosciente anche del fatto che in Massoneria esiste il dovere di
aiutare ogni Fratello che si trovasse senza mezzi.
Sia la privazione dei metalli che la stesura
del Testamento, con cui il profano è invitato a rispondere alle
tre domande relative ai doveri dell’uomo verso Dio, verso sé
stessi e verso i propri simili, simboleggia l’impegno morale che
ciascuno di noi assume sia nei confront della Massoneria che
l’abbandono delle idee preconcette a cui eravamo attaccati fin a
quel momento, ma anche l’eguaglianza verso gli altri.
Gli altri viaggi
È in questo stato di coscienza che il
recipendario viene condotto alle porte del Tempio, con una benda
sugli occhi a testimonianza della mancanza di “luce”, intesa in
senso spirituale in quanto ancora profano e non Massone. Egli
esce dal mondo terreno del Gabinetto di Riflessione per muovere
i suoi primi passi nel piano dell’aria, che corrisponde a quello
delle idee. Se la terra quindi, che rappresentava la forma
definita nello spazio, può essere definita statica, così ora il
neofita si troverà a passare attraverso gli altri tre elementi,
definiti dinamici e in cui verrà messo alla prova e purificato.
Dal concreto egli si troverà di fronte a manifestazioni più
astratte, dove la ragione, intesa come bagaglio di esperienze e
conoscenze del mondo profano, gli potrà essere spesso solo
d’impaccio.
Al momento della sua ammissione al Tempio il
neofita verrà condotto lungo un percorso che gli darà la
percezione dell’interazione degli elementi tra loro, poiché
durante i tre viaggi nel tempio, cioè la purificazione con
l’aria, l’acqua ed il fuoco, gli occhi bendati gli permetteranno
di concentrarsi pienamente sugli atti che sarà chiamato a
compiere, mantenendo così i suoi sensi vigili, in particolare
l’udito ed il tatto.
Il primo di questi tre viaggi si riferisce
all’ARIA, che rappresenta l’emblema della vita umana, fatta di
passioni, di ostacoli, di difficoltà, raffigurate dalle
irregolarità del percorso fatto dal recipendario e dal rumore
fattogli tutt’intorno. Il secondo dall’AQUA, simbolo della
purificazione; quasi un battesimo che possa lavare via ogni
“bruttura” della nostra precedente vita profana. Il terzo dal
FUOCO, emblema della passione e dell’ardore che è in noi e che
deve essere dominato, ma che può e deve venir trasmesso anche ai
nostri simili.
Il significato dei viaggi
Anche se le modalità dei tre viaggi possono
differire notevolmente nelle diverse Logge, il loro numero e
significato è ovunque identico: rappresentano il cammino
attraverso le tenebre per raggiungere la luce. Così infatti la
notte in cui è avvolto il recipendario alla sua entrata in
Tempio è il simbolo delle tenebre in cui si trova il nascituro.
Come il bambino vede la luce al momento della nascita, così il
candidato destinato a nascere a nuova vita spirituale, esce
dalle tenebre nel momento solenne della sua iniziazione.
L’essere bendati ed in balia di qualcuno che
il neofita non conosce ma dal quale comprende dipendere
completamente nei suoi goffi ed insicuri movimenti, lo fa
sentire piccolo, indifeso e bisognoso d’aiuto. In questo senso
ritengo che sia difficile pensare a paura maggiore che il timore
dell’ignoto così indotto da una simile “cecità” e dipendenza da
terzi. Questo suo timore viene rafforzato come ricordato sopra,
anche dall’impatto dei suoni e dalle irregolarità dei movimenti
lungo i vari viaggi, che per i primi da forti e terrificanti
(tuono, grandine, vento), mentre per i secondi da bruschi ed
irregolari, si fanno via via più pacati e tranquilli
rispettivamente meno irti di difficoltà. L’intento è quello di
passare dal caos dell’ animo profano all’ordine dello spirito
massonico, in cui il lavoro di sistematica purificazione del
recipendario, viene sempre retto dalla necessità di apprendere a
dominare le passioni, quale unico strumento in grado di rendere
l’uomo veramente libero. Solo così infatti egli sarà in grado di
liberarsi dal desiderio di possesso materiale e dal giudizio
altrui. È infatti solo l’uomo che domina le passioni sa
riconoscersi per quello che è e non per quello che ha. Al
termine del terzo viaggio (in realtà il quarto) il neofita potrà
infine prestare la promessa solenne davanti all’Altare della
verità. In realtà tutte le volte in cui il Massone viene ammesso
al grado successivo presterà un nuovo giuramento; ma ritengo che
il più importante e solenne è e resta quello pronunciato
nell'iniziazione al grado di Apprendista, nel momento in cui il
Profano diventa Massone. Egli s'impegna infatti due volte: la
prima in cui pronuncia il giuramento sulla Coppa delle
Libagioni, la seconda, dopo aver subìto le prove, con il
giuramento definitivo. Il Giuramento impegna chi lo pronuncia in
modo definitivo; è impossibile da disdire, almeno senza essere
spergiuro dell’obbligo contratto.
E così il Neofita abbandona la vita profana
per rinascere a nuova vita, quella di APPRENDISTA LIBERO
MURATORE, quella di futuro Massone-Pellegrino, itinerante tra la
terra ed il cielo, viaggiatore eterno che deve coprire senza
sosta il tragitto che va dall’ignoranza alla conoscenza,
dall’imperfezione della pietra grezza al continuo lavoro di
Maglietto e scalpello per sgrassarla e renderla sempre più
regolare e levigata. Il suo percorso sarà spesso disseminato di
ostacoli che rappresentano altrettante prove. Viaggi che
potrebbero anche designare degli spostamenti fisici nello
spazio, ma che spesso potranno e dovranno essere anche solo
quelli che portano al centro di noi stessi, permettendoci di
accedere ai nostri cuori.
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