Tema
L’Armonia in Massoneria
La tavola che andiamo ad illustrare, verte sul termine Armonia nelle sue molteplici accezioni, ma soprattutto vuole evidenziare i parallelismi tra i contenuti del termine ed il pensiero e la ritualità massonica, ritualità che trova le sue radici nei più alti principi filosofici, religiosi, cosmologici ed architettonici.
LoggiaN. Guerrazzi n°665, Orientedi Follonica
Peculiarità dell’Armonia in Architettura
Armonia è concordanza di
suoni o consonanza di voci, di strumenti musicali gradita
all’orecchio, è, per estensione, felice accordo delle parole di
una poesia o di una prosa, è artificio usato dagli scrittori per
rendere quasi musicalmente, con abile gioco delle vocali e delle
consonanti e con la stessa lunghezza o brevità delle parole,
l’effetto di ciò che vogliamo esprimere. Armonia è
corrispondenza di idee, di sentimenti, equilibrio interiore,
proporzione, rispondenza, accordo di più parti fra loro, Armonia
è il giusto alternarsi degli opposti.
Nella filosofia antica
l’Armonia esprime la concezione organica dell’universo, la
razionalità immanente della Natura. Teorizzata esplicitamente
dalla filosofia dei Pitagorici nella speculazione sui numeri e
le loro relazioni, la nozione viene ripresa e portata sul piano
della morale da Platone, è alla base della concezione
finalistica dell’universo di Plotino e” dell’Armonia
prestabilita” di Leibiniz in cui Il Supremo Architetto
dell’Universo accorda le Monadi (sostanze spirituali nelle quali
è racchiusa l’essenza dell’universo) reciprocamente, calcolando
lo sviluppo di ognuna nel tempo, in modo che, nel preciso
momento in cui l’una intende agire con l’altra, si verifichino
in questa i mutamenti corrispondenti, così come un buon
artigiano costruisce orologi che in ogni momento segnano la
stessa ora, ma ovviamente senza che alcuno agisca sugli altri.
Attraverso una lettura ed uno studio delle proporzioni, degli
equilibri, delle assonanze presenti nell’universo conosciuto,
l’uomo ha cercato di trasfondere la naturale armonia nella
scienza e nelle arti in genere. E’ nella costruzione dei templi,
nel sapiente uso degli Ordini Architettonici, nell’imitazione
della Natura,che l’uomo sublima se stesso avvicinandosi al
Grande Architetto dell’Universo. Il concetto di imitazione non
va inteso come copia, ma piuttosto come ricreazione, o creazione
tout-court. La natura, infatti, possiede delle leggi
(geometriche o proporzionali) perfondare quella nuova ragione su
cui edificare autorevolmente la Libertà dell’uomo e la
centralità del suo posto nel mondo.
L’indagine di queste leggi
è resa possibile, in architettura, dagli studi sul corpo umano e
le sue proporzioni (antroporfìsmo) e subordinatamente dagli
animali superiori (zoomorfismo) e sulle piante (fitomorfìsmo).
Tale influenza è verificabile sugli esiti planimetrici degli
edifici; gli studi antropomorfi, ad esempio, avranno diretta
influenza sull’architettura civile - la pianta centrale e
longitudinale delle chiese - quelli zoomorfi nell’architettura
militare – la tartaruga della rocca martiniana di Sassocorvaro e
l’aquila del peruzziano castello di Rocca Sanibalda - quelli
fitomorfi prevalentemente nella decorazione architettonica.
Nell’Armonia naturale viene individuato l’ordine architettonico
in cui confluiscono la componente estetica e strutturale.
L’ordine architettonico diventa il mezzo per tradurre
nell’edificio le leggi della natura, ed interpretare l’uomo
stesso come il suo prodotto più perfetto e dare una
rappresentazione tangibile “dell’Armonia Mundi”. In architettura
l’Armonia diventa quindi proporzione. Un embrionale concetto di
proporzione si affermò già in età neolitica, cioè all’inizio
delle architetture monumentali. Se noi esaminiamo complessi come
quello di Stonehenge, troviamo che le strutture triliti che del
santuario danno luogo ad una ritmica di pieni e di vuoti, che
anticipa quella dei colonnati dei templi greci arcaici. Il
ricorrere a schematismi geometrici bene si spiega con il
richiamo cosmologico alla simbologia solare; con altrettanta
simmetria il santuario era tagliato da linee trasversali che ne
rendevano “quadrata”, secondo l’uso fatto dall’età classica di
questa parola, la superficie, e circondato da regolari cinte
circolari.
Quasi tutte le civiltà in
cui è prevalente la simbologia cosmologica, costituiscono
estrema importanza nella storia dell’Armonia intesa in senso
architettonico. I templi egiziani sono orientati rigorosamente e
divisi in due parti simmetriche: Nord e Sud. Connessa a questa
simbologia è la decorazione. Così le tombe. L’uso di forme
perfettamente geometriche, come il quadrato e la piramide, è in
relazione con una concezione, analogicamente simmetrica, delle
parti del mondo. In Grecia l’Armonia architettonica diventa
concezione organica dell’edificio in rapporto di ideale
somiglianza con l’uomo ed il suo tipo fisico; ed in base alla
convinzione che il proporziona mento non deve valere solo per
alcune parti ma per tutta la costruzione, che l’edificio è
pensato in funzione di un modulo, adatto contemporaneamente ai
materiali impiegati, al rapporto con l’uomo, con il paesaggio,
la simbologia religiosa ecc. Ravenna, Bisanzio, Vitruvio,
costituiscono il polo anche in senso proporzionale, della
cultura palatina altomedioevale, che riprende in particolare le
preoccupazioni di ordine, simmetria, congruenza ed armonia delle
parti tra loro, e dell’ideale riferimento della fabbrica al
corpo umano. Anche il complicato proporziona mento geometrico
gotico si riflette sia in forme abbastanza evolute (è il caso
del duomo di Milano per il quale occorsero consulti anche di
insigni matematici allo scopo di proporzionare l’altezza alla
larghezza), sia nelle forme semplici e cristalline connesse
all’architettura cistercense. Nel Brunelleschi il ritorno
all’antico non fa che precisare, nel modo più congruo, la
vocazione verso la simmetria e la musicalità.
La mistica come valore al
di là delle contingenze e come armonia visualizzata,
caratterizzerà il pensiero dell’Alberti ed un secolo dopo di
lui, del Palladio e di innumerevoli architetti intorno a loro.
Nel Tempio Malatestiano il ritmo della facciata è facilmente
schematizzabile e rapportato alla larghezza del pilastro, le
nicchie dei fianchi sono disposte in rapporti prestabiliti. I
rapporti definiti così semplicemente bastano d’altronde a creare
esatte rispondenze musicali. Francesco di Giorgio, nei suoi
disegni, porta invece abbastanza in là il rapporto vitruviano
tra uomo e edificio, tentando ipotetiche correlazioni
proporzionali. Una pianificazione modulare, sia per ragioni
simboliche che pratiche, di un’intera città, è proposta dal
Filanrete, nella Sforzinda. Il primo esempio noto di piante
quadrettate meccanicamente è una pianta di San Pietro a Roma
connessa con il Bramante.
La Geometria in seguito
diventa più uno strumento di composizione che di
proporzionamento; anticipatore in tal senso fu soprattutto
Leonardo, che poté conoscere l’evolutissima progettazione del
tardo gotico tedesco utilizzando Euclide ed Archimede. Il
Vignola ribadisce il distacco essenziale tra Armonia
proporzionale concreta ed Armonia apparente, e pur optando per
la seconda, ribadisce con grande successo che l’apparenza, ciò
nonostante, deve seguire regole e norme oggettive. Per lo
Scamozzi l’Armonia proporzionale è soprattutto conseguenza
dell’aderenza alla funzione. Il Perrault, autore di una delle
più classiche costruzioni della Francia, il colonnato del
Louvre, afferma che le proporzioni architet-toniche vanno
considerate assai più elastiche e soggettive che quelle della
musica e dipendenti in larga parte dal gusto collettivo.
Il razionalismo
architettonico promosse un ritorno ai giochi di volumi
geometrici concisi ed essenziali. Nelle ricerche sul “modulor”,
che si fa a volte motivo decorativo, Le Corbusier ha tentato di
conciliare le proporzioni irrazionali, venute di moda intorno al
cubismo in Francia, con antroporfìsmo classico. Oggi, con la
prefabbricazione, il modulo è diventato un valore pratico e la
proporzione rischia di perdere il suo valore armonico, non per
il suo tecnicismo, ma perché troppo latente. La proporzione, in
quanto Armonia, infatti non deve solo esistere ma manifestarsi.
Questa breve dissertazione
sull’Armonia e sulle sue peculiarità in architettura, conduce ad
una riflessione: l’uomo, sin dalle origini, ha cercato di
elevare il proprio spirito nel tentativo di avvicinarsi al
Grande Architetto dell’Universo, in un processo di rilettura di
quelle leggi che regolano l’Armonia naturale. Solo attraverso
profonda comprensione di quelle leggi, l’uomo può raggiungere un
equilibrio delle passioni, un’Armonia interiore.
Armonia e
Massoneria
La Loggia con i suoi alti
valori simbolici, con le sue proporzioni architettoniche,
sintetizza questo percorso e diventa presupposto necessario
all’aggregazione armonica delle componenti: fisica, animistica e
spirituale, che costituiscono l’essenza della specie umana. Solo
in questo equilibrio l’uomo può conoscere se stesso, costruire
Se stesso, ricercare il Vero ed il Giusto. Ed è proprio in
questa ricerca del vero e del giusto che, fra gli uomini, l’uomo
massone è quello che maggiormente ha possibilità di successo.
Egli vive di impegno, vive di approfondimenti continui nel suo
animo e in stretta armonia con gli animi dei suoi fratelli. Il
suo, cioè il nostro, è un lavoro di gruppo, dove uno è
funzionale all’altro e il nostro luogo di incontro, la Loggia,
trova nell’armonia la sua caratteristicaessenziale. In essa
“tutto è giusto e perfetto”.
Armonia delle forme,
armonia architettonica, armonia di simboli, armonia astrale,
armonia dei movimenti, armonia nelle espressioni verbali,
armonia nella disposizione degli oggetti rituali, armonia nei
toccamenti: tutto in Loggia trasuda di armonia! E per ognuna di
queste componenti armoniose ci sono pagine di storia massonica
che ci fanno risalire fino alla storia non solo greca, ma
egiziana o addirittura assiro babilonese.
In Loggia e fuori di essa,
la meditazione sui simboli ha come scopo lo sviluppo delle
potenzialità latenti in ciascuno di noi. La comprensione della
bellezza e dell’armonia sono momenti di un atto conoscitivo
chehacome fine l’espansione della nostra conoscenza. Tra i
simboli che maggiormente stimolano alla riflessione, forse
perché posta sopra la nostra testa, vi è la Volta Stellata:
simbolo di universalità che copre indifferentemente uomini di
ogni razza e di ogni religione ai quali dobbiamo sentirci uniti
in fraterno abbraccio, simbolo dell’armonia che deve regnare in
ogni Loggia ed in ogni cuore. Armonia ed amore che per essere
autentici, solidi e duraturi, hanno bisogno di mantenersi vivi e
di non indebolirsi, di mantenere una grande intensità che
produca una reazione a catena che inizia all’interno della
Loggia,mai cui effetti sì ripercuoteranno ben presto più
lontano.
Ecco, quello che a me sta
particolarmente a cuore è il fatto che in Massoneria tutti
questi aspetti diversi delle molte facce dell’armonia mirano e
convergono su un’armonia più importante ed essenziale che
finalmente non è più simbolica, ma vera e reale, un’armonia di
contenuti, centrale, pregiudiziale indispensabile ed
insostituibile per un massone, valida in ogni tempo. Mi
riferisco all’armonia tra Fratelli, all’armonia interiore, a
quella dei cuori e dei sentimenti, all’armonia delle idee e dei
comportamenti conseguenti che prendono l‘avvio da una dialettica
corale. Armonia di Loggia e tra Logge, tra Orienti vicini e
lontani. Infatti per il movimento iniziatico a cui apparteniamo
che senso possono avere gli sciocchi campanilismi o i confini
geografici? Vi sono forse confini e barriere nella volta
stellata che sovrasta i fratelli?
In sostanza quello che
voglio domandare e domandarmi è proprio questo:ma a che serve
l’armonia dei simboli dei nostri Templi se manca quella dei
cuori? E non è forse questa una delle componenti più importanti
e basilari del nostro essere massoni?Che forse il concetto di
armonia diverge di molto da quello di fratellanza, di
solidarietà, di tolleranza? Può mancare ad un Fratello massone
questo comune denominatore? Sarebbe come sostenere che una
tenera pianta può germogliare anche nell’arida sabbia del
deserto! Cari Fratelli, se difettassimo di armonia prima di
tutto non meriteremmo nemmeno di chiamarci Fratelli e sarebbe
come sostenere che la nostra via iniziatica può essere percorsa
anche da eremiti solitari o da sciocchi individualisti.
Investiamo tutte le nostre energie e mettiamoci continuamente
alla prova sul versante dell’armonia in Loggia e fra Logge. Se
vi fossero difficoltà, parliamone e non lasciamo niente di
intentato; offriamoci reciprocamente e il percorso della ricerca
della verità e del nostro perfezionamento ci sembrerà più
agevole e meno aspro. L’armonia che deve errare nella nostra
valle massonica non può essere quella del passero solitario,
intrisa di rimpianti di una vita e di una gioia non vissute.
Viviamo invece l’incanto
della nostra meravigliosa stagione iniziatica e diciamo con il
poeta: Primavera d’intorno, brilla nell’aria e per li campi
esulta, sì ch’a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar,
muggire armenti; gli altri augelli, contenti, a gara insieme per
lo libero ciel fan mille giri, pur festeggiando il loro tempo
migliore... E lo stare tra Fratelli, il parlare in armonia nel
nostro Tempio, non é forse il nostro tempo migliore?
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