Tema
E se la Massoneria non esistesse?
Mi accingo a redigere questa Tavola dal titolo se la Massoneria non esistesse e cerco di affrontare il tema da un punt di vista astratto.
Giancarlo Vital V.M.iC., Daniele Bui, Loggia Il Dovere, Lugano
Se la Massoneria non fosse
mai esistita, il problema non si porrebbe, non ne avremmo avuto
conoscenza alcuna e probabilmente persone illuminate, senza
dogmi e tolleranti avrebbero creato un’associazione simile.
Se invece, per assurdo, la
Massoneria dovesse scomparire, la società civile, i paesi
democratici e liberi perderebbero un punto di riferimento perché
la Massoneria è un ordine internazionale iniziatico ispirato da
valori umanitari, nasce istituzionalmente il 17 giugno 1717 a
Londra, si rifà alle antiche associazioni dei costruttori di
cattedrali medievali, ne prende a simbolo gli strumenti o per
assegnare ad ognuno un significato filosofico che può
ricollegarsi a teorie o pensieri filosofici più antichi espressi
da varie culture e scuole.
Il tutto con lo scopo di
"costruire" la morale e sviluppare la spiritualità del singolo
Massone, il quale operando nel mondo profano veicolerà con il
suo comportamento, il suo pensiero ed il suo agire in generale,
i valori che l'Ordine massonico promuove.
Valori e attitudini
del Massone
Detti valori sono in
particolare quelli di fratellanza e tolleranza che, nel suo
termine potrebbe essere intesa come limitativa nel senso di
sopportazione, ma nel significato massonico è coniugata da
rispetto e comprensione per il prossimo - partendo dal concetto
che gli uomini dal profilo umano devono essere considerati
uguali e degni di rispetto ed avere uguale dignità.
L'attività massonica si
riferisce principalmente alla sfera spirituale dell'uomo
massone, cerca di accrescerne la statura morale affinché operi
nella società profana per il bene e l'evoluzione di tutta
l'umanità.
Chi è il Massone ?
Il Massone è colui che
costruisce se stesso, servendosi per l'introspezione
speculativa, del significato del simbolismo. Il Massone è un
uomo che ha liberamente scelto un percorso spirituale sia nel
metodo speculativo che nei valori.
Non ha pregiudizi verso
altre forme di pensiero o di cultura, anzi è pronto ad imparare
da altri modi di pensare ed agire perché il suo intento è quello
di avvicinarsi alla verità senza presumere di essere il solo a
poterlo fare.
E' un uomo pronto a
rimettersi in discussione senza esitazione pur di avanzare sul
piano spirituale e sa che il sapere in generale è in tutte le
culture e lì va cercato ed acquisito.
Qual è lo stile
comportamentale che lo distingue?
Il Massone è equilibrato
nel suo agire, misurato nelle sue parole, fermo nei suoi
principi, flessibile nel ragionamento, rispettoso delle leggi e
delle istituzioni della società civile, altruista verso chi sa
meritarsi la sua stima, prudente verso gli opportunisti che
vogliono sempre trarre vantaggio dalla benevolenza altrui,
attendo, fermo e distaccato verso coloro che vogliono imporsi
con il potere e la coercizione.
Stima apertamente coloro
che sanno meritarselo indipendentemente dalla loro posizione
sociale o di potere. Il Massone considera il silenzio necessario
per la riflessione, è il suo spazio dove sorge la domanda che lo
farà progredire sul piano della comprensione delle cose.
BEN PENSARE, BEN DIRE, BEN
FARE è il suo motto.
Ha il coraggio delle sue
idee ed il coraggio di essere se stesso ed è un uomo libero e di
"buoni costumi". Senza questo orientamento filosofico è
difficile riferirsi alla filosofia massonica che è, lo ripeto,
una Istituzione ispirata e sorta da valori umanitari che mettono
al centro della vita l'Uomo nella sua dimensione fisica e
spirituale e ne considera la morale.
Concludendo ritengo che se
la Massoneria dovesse scomparire la società civile si
imbarbarirebbe e significherebbe che la società democratica
sarebbe sostituita da governi despoti e prevaricatori che mal
tollerano i nostri principi e la nostra visione della società.
Ricordo che durante il periodo del nazismo, in Germania i
Massoni finivano nei campi di concentramento.
Mondi possibili
senza Massoneria
Nell’editoriale abbiamo già
detto che il tema “E se la Massoneria non esistesse?” può dar
luogo a due quesiti fondamentali: che tipo di situazione si
presenterebbe nel caso in cui la Massoneria non fosse mai
esistita e, secondariamente, che cosa accadrebbe se la
Massoneria, repentinamente o progressivamente, dovesse
scomparire? Abbiamo già fatto notare che la risposta alla prima
domanda è piuttosto scontata: nessuno potrebbe rendersene conto
non avendola mai sperimentata.
Nel caso in cui La
Massoneria dovesse invece scomparire vale la pena di evidenziare
le principali varianti di questa eventualità. In questo caso
possiamo rilevare che la scomparsa potrebbe essere rapida perché
causata dalla violenza, oppure potrebbe essere progressiva,
travolta da un nichilismo oggi imperante, o da istituzioni
inneggianti a valori di tipo religioso o integralistico.
Gli indifferenti
Ebbene, gli scenari
possibili nel caso in cui si verificassero queste due
alternative sono i seguenti: molte persone potrebbero restare
del tutto indifferenti di fronte all’agonia del nostro Ordine.
Rientrano in questa categoria le numerose masse di qualunquisti
preoccupati unicamente del loro egoistico tornaconto personale.
Quelle persone, per intenderci, che non si interessano
minimamente di quanto accade attorno a loro se non nella misura
in cui gli effetti di tali eventi potrebbero incidere,
direttamente o indirettamente, sulla loro esistenza quotidiana.
Gli esultanti
Un’altra reazione possibile
di fronte alle insidie mortali che minacciassero la Massoneria
potrebbe essere una riprovevole gioia e soddisfazione. In questo
gruppo di individui possiamo distinguere una frangia di soggetti
che, perlopiù, possiamo considerare in buona fede. Si tratta di
quelle persone imbevute o infarcite di stereotipi sulla
Massoneria che non solo sono erronei ma addirittura assurdi. Si
pensi alla convinzione ancora oggi diffusa secondo la quale i
massoni mangerebbero i bambini, oppure l’idea secondo la quale i
Massoni aiuterebbero i loro Fratelli tre volte e poi li
eliminerebbero.
Altri ancora sono convinti
che la Massoneria sia una setta satanica con rituali macabri e
sacrileghi. Evidentemente queste persone potrebbero essere
riguadagnate alla causa massonica solo attraverso un’opera di
paziente istruzione sulle reali intenzioni delle nostre Logge.
Tra coloro che gioirebbero
di fronte al naufragio della Massoneria dobbiamo annoverare
anche coloro che detestano i nostri principi di libertà,
uguaglianza, fraternità e tolleranza. Si pensi a tutte le
dottrine dogmatiche, alle religioni, specialmente quelle
integraliste. Ma anche ai partiti estremisti, nazifascisti che
mirano ad instaurare delle dittature assolutamente incompatibili
con gli ideali massonici.
Gli scontenti
Finalmente arriviamo a
coloro che proverebbero angoscia, tristezza e rabbia di fronte
all’inabissarsi della Libera Muratoria. In questa minoranza
illuminata troviamo i pochi veramente coscienti dell’immane
catastrofe civile, sociale e culturale rappresentata dalla
possibilità concreta di una scomparsa dell’Ordine. Tra questo
fronte di persone sinceramente preoccupate di un tracollo della
Fratellanza vi sarebbero probabilmente molti uomini rassegnati
davanti al precipitare degli eventi. Ma sono convinto che si
troverebbero anche degli eletti pronti a resistere eroicamente
pur di difendere valori e principi per i quali hanno vissuto e
per i quali sperano ardentemente che possano continuare a vivere
anche i loro figli. A questo punto la strategia difensiva
dovrebbe essere duplice, a dipendenza delle circostanze. È
chiaro che se la minaccia di annientamento della Massoneria
fosse improntata alla forza e alla violenza, la resistenza
dovrebbe puntare su un’organizzazione clandestina in grado di
proteggere le Logge che ancora operano coraggiosamente
nell’ombra. D’altra parte la resistenza dovrebbe assumere
strategie e tattiche differenti se la malattia che dovesse
corrodere la Massoneria fosse imputabile ad uno strisciante e
insidioso nichilismo che di soppiatto giungesse a dissacrare i
più alti e nobili valori che la Tradizione ci ha lasciato in
eredità. Se fosse questa la principale minaccia dalla quale la
Massoneria dovesse difendersi, allora il discorso diventerebbe
più complesso. Il nemico non sarebbe concreto e facilmente
identificabile. In primo luogo sarebbe necessaria una diagnosi
rigorosa capace di mettere in luce le ragioni e le cause che
hanno privato di senso quelli che sembravano dei pilastri
inamovibili sui quali fondare le nostre vite e sperare in una
società più giusta e democratica. A questo proposito possiamo
constatare che la crisidei valori è stata spesso alimentata da
un presente deprimente: deturpazione dell’ambiente,
diseguaglianze sociali sempre più vergognose, disastri
finanziari, esplosioni di intolleranza e di violenza hanno
sgretolato la fiducia, specialmente dei giovani, in un futuro
fonte di notevoli opportunità. Il futuro viene ormai
universalmente vissuto come una incombente minaccia e, come dice
Galimberti: “Quando il futuro chiude le sue porte o, se le apre,
è solo per offrirsi come incertezza, precarietà, insicurezza,
inquietudine allora […] le iniziative si spengono, le speranze
appaiono vuote, la demotivazione cresce, l’energia vitale
implode”. (Galimberti, 2008, p. 26)
Per affrontare questo stato
di cose in modo efficace credo che in primo luogo non si debba
demonizzare troppo il fenomeno nichilismo. In effetti si possono
evidenziare alcuni tratti di questo clima culturale che
risultano tutt’altro che negativi. Il fatto di non più disporre
di un punto archimedeo (né mito, né religione, né etica, né arte
né scienza ) sul quale poter fondare le proprie scelte; la
convinzione di navigare a vista tra gli scogli dell’esistenza
per evitare possibili naufragi è anche una circostanza che ha i
suoi lati positivi. È meglio non disporre di alcuna bussola
piuttosto che averne una difettosa. Il nichilismo ha assestato
dei colpi molto insidiosi alle verità assolute delle religioni,
ha così notevolmente indebolito dogmatismi e ideologie
portandoci ad assumere quegli atteggiamenti prudenti all’insegna
della razionalità e del dubbio, cioè di uno dei cardini del
pensiero massonico e di tutti i punti di vista improntati alla
tolleranza. Il veleno insito nel nichilismo quindi non si trova
tanto nello scetticismo e nel disincanto ma soprattutto
nell’indifferenza, nell’indolenza e la demotivazione. Come aveva
ben visto Gramsci: “La fatalità che sembra dominare la storia
non è altro appunto che apparenza illusoria di questa
indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano
nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo,
tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché
non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a
seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle
ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la
massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i
fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta
nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità
a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un
enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale
rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi
sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi
indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle
conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto,
che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente,
altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano:
se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far
valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò
che è successo?”. Ebbene credo che il nostro Ordine sia una
delle rarissime associazioni capaci ad un tempo di assumere i
lati positivi del nichilismo evitandone le sue intrinseche
debolezze. La Massoneria, in effetti, da sempre difende e
promuove i valori del dubbio e della prudenza razionale e,
contemporaneamente, insegna a Fratelli e profani che si possono
delegare le competenze ma non le responsabilità.
|
|