Dossier
Verso una possibile coabitazione costruttiva?
I rapporti tra Massoneria e Chiesa cattolica sono piuttosto complessi e poco conosciuti. La confusione che regna attorno a questo tema è a volte sconcertante. Affinché si possa comprendere chiaramente le divergenze di fondo di queste Istituzioni e delineare un possibile terreno per una convivenza costruttiva è necessario ricordare alcuni momenti determinanti del confronto.
Daniele Bui
Già sin dalla fondazione della moderna Massoneria nel 1917 e
dopo la pubblicazione delle costituzioni dei Liberi Muratori del
1923, la Chiesa cattolica ha percepito nel nostro Ordine un
pericolo, una minaccia insidiosa per la propria egemonia. Da
allora le critiche, gli anatemi, gli improperi contro I Massoni
sono continuati, con intensità variabile, fino ai giorni nostri.
I Codici di Diritto Canonico del 1917 e del 1983
Vale la pena soffermarsi su due momenti cruciali di tale
itinerario. I Codici di Diritto Canonico del 1917 e quello del
1983. Il primo documento pontificio è intransigente e categorico
con i Massoni in quanto vengono addirittura scomunicati: “Chi si
iscrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello
stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime
autorità civili incorrono ipso facto nella scomunica riservata
simpliciter alla Santa Sede”. Come si può constatare il
summenzionato Codice che praticamente si rifà a tutte le
condanne papali da Clemente XII a Leone XIII menziona in modo
esplicito la Libera Muratoria. Affinché questo clima ostile al
nostro Ordine cominci mostrare dei segnali di cambiamento
bisognerà attendere Il Concilio Vaticano II che ha intrapreso
una revisione del comportamento dei fedeli nei confronti del
mondo contemporaneo. Si abbandona ormai la caccia agli errori e
la conseguente chiusura isolazionista dei credenti dalla società
a favore di un confronto aperto in vista di una promozione dei
valori, dei diritti e della dignità dell’uomo. L’apertura della
Chiesa non è preclusa a nessuno. Tutti gli uomini di buona
volontà intenzionati a promuovere una società più giusta e
fraterna sono invitati al dialogo con i cattolici. I venti di
cambiamento che iniziano ad aleggiare in quegli anni condurranno
i vertici della Chiesa cattolica a redigere il nuovo Codice del
1983, che sostituisce quello del 1917, in termini più generici
nel senso che non menziona più in modo inequivocabile la
Massoneria. Il documento si esprime in questi termini: “Chi dà
il nome ad un’associazione, che cospira contro la Chiesa, sia
punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o
dirige sia punito con l’interdetto”. Gli aspetti significativi e
rilevanti del nuovo Codice sono in primo luogo la scomparsa
della scomunica da comminarsi ipso facto a coloro che si
iscrivono alla “setta massonica” ma soprattutto non si menziona
più a chiare lettere la Massoneria. Punire con “una giusta pena”
significa che la scomunica non è più comminata automaticamente
ma richiede un’analisi circostanziata da infliggere dopo attenta
analisi di ogni caso particolare. Inoltre il canone fa una
distinzione tra coloro che danno il nome a tali associazioni e
coloro che le promuovono e le dirigono. La posizione di un
dirigente è senz’altro più grave di quella di un semplice
affiliato. Se i dirigenti sono puniti con l’interdetto, che è
una pena meno severa della scomunica, pare logico pensare che i
semplici membri di queste associazioni difficilmente possano
incorrere nella scomunica. Da più parti l’autorevole passaggio è
stato interpretato grosso modo in questi termini: se la condanna
esplicita della Massoneria viene abolita, si può pensare che la
Massoneria non è più condannata e dunque è consentito aderirvi.
Oppure, non essendo la Massoneria un’associazione che complotta
contro la Chiesa, essa non è proibita. A smorzare l’ottimismo ci
pensò il cardinale Ratzinger quando fu nominato prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 26 novembre 1983,
alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Codice, rilasciò
la seguente Dichiarazione sulla Massoneria: “È stato chiesto se
sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della
Massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico
essa non viene espressamente menzionata come nel Codice
anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che
tale circostanza è dovuta ad un criterio redazionale seguito
anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto
comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il
giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni
massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati
inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò
l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono
alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e
non possono accedere alla Santa Comunione.[…] Il sommo Pontefice
Giovanni Paolo II, nel corso dell’udienza concessa al
sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente
Dichiarazione”. La puntualizzazione del cardinal Ratzinger
conferma quindi che la posizione della Chiesa cattolica è
rimasta sostanzialmente immutata in due secoli e mezzo nei
confronti dei Liberi Muratori.
Un’epoca più conciliante
Tuttavia ciò che da più patri si lascia intendere è che
dietro ai più recenti e rivoluzionari avvenimenti vaticani a
partire dalle dimissioni di Papa Benedetto XVI ci sia un disegno
massonico. Si mormora che persino l’elezione del nuovo Papa sia
opera delle logge. Dopo un papato di chiusura come quello di
Ratzinger è probabile che siano in molti tra gli affiliati a
sperare nell’avvento di un’epoca più conciliante grazie al
gesuita Bergoglio. Questa è almeno la tesi di Giacomo Galeazzi,
vaticanista della Stampa e Ferruccio Pinotti, giornalista e
scrittore da tempo interessato alla Massoneria, nel loro recente
libro Vaticano Massone. Logge, denaro e poteri occulti: il
segreto della Chiesa di Papa Francesco, recentemente pubblicato
da Piemme. Gli autori esibiscono una quantità ragguardevole di
documenti in ordine sparso, senz’altro utili per farsi un’idea
delle molteplici opinioni che circolano in relazione al problema
dei rapporti tra Chiesa cattolica e Massoneria, ma che a nostro
parere sorvolano sulle condizioni di possibilità filosofiche per
una eventuale conciliazione tra principi e valori massonici e
cattolici. A tale proposito è necessario ribadire che è
probabilmente illusorio sperare di conciliare posizioni non solo
distanti e differenti ma persino contraddittorie. Ne ricordiamo
qui alcune tra le più significative: i Massoni sono seguaci
dell’Illuminismo e portatori di una visione del mondo laica e
razionale in opposizione alle religioni dogmatiche. I Massoni
sono gli uomini del dubbio mentre i Cattolici credono in verità
assolute. In particolare, secondo la Massoneria, la Chiesa
cattolica non è detentrice della verità assoluta, oggettiva e
rivelata. La Massoneria difende una concezione relativistica
della verità secondo la quale tutte le religioni, e quindi anche
quella cattolica, esprimono una verità relativa al loro proprio
punto di vista. Negando alle religioni il possesso della verità
assoluta, la Massoneria considera tutte le religioni come
tentativi concorrenti di esprimere la verità divina che in
ultima analisi è solo avvicinabile asintoticamente. Per i Liberi
Muratori Il Grande Architetto dell’Universo è un essere neutro,
indefinito e aperto ad ogni possibile interpretazione. Ognuno
può immettervi la propria concezione di Dio, il cristiano come
il musulmano, il confuciano come l’induista o l’appartenente a
qualsiasi religione. È evidente che questa concezione del Grande
Architetto dell’Universo non è congruente con quella della
Chiesa cattolica. Inoltre il supporto filosofico del pluralismo
non esclusivista è forse l’unica prospettiva teorica che veicola
uno dei capisaldi del pensiero massonico e cioè quello della
tolleranza: lasciare a tutti la libertà di credere a ciò che
desiderano e non imporre un credo o dei comandamenti se non
quelli comuni a tutte le religioni. L’unica intolleranza è
quella verso gli intolleranti, i fondamentalisti e integralisti
di ogni religione che pretendono che la loro è l’unica religione
vera.Da queste fondamentali divergenze non si capisce come si
possa amalgamare coerentemente un sistema di pensiero unitario.
Ma incompatibilità dottrinale non significa preclusione ad un
dialogo o ad una collaborazione proficua. Si può innescare una
collaborazione senza per forza rinunciare alle proprie
convinzioni. Concretamente penso che si possano ottenere assieme
ai cattolici risultati positivi soprattutto nel campo della
promozione e difesa dei diritti umani. In molti paesi del mondo
non vengono ancora riconosciuti i diritti fondamentali alla vita,
alle libertà di parola, di pensiero, di religione, di
partecipazione alla vita politico-sociale dello Stato. Il
pianeta è ancora abitato da moltissime persone vittime di abusi,
soprusi, violenze e persecuzioni di ogni genere. All’alba del
nuovo millennio alcuni diritti umani vengono ancora
costantemente violati. È il caso del diritto al lavoro, un
diritto contemplato in molte costituzioni, che dovrebbe essere
garantito a tutti ed invece permane una questione irrisolta in
troppi Paesi. Chi è costretto ad emigrare è inoltre spesso
vittima di xenofobia, razzismo, discriminazioni da parte delle
popolazioni locali. Il mondo è ancora pervaso da guerre che
insanguinano molti innocenti. L’uso disumano e incivile della
tortura resta purtroppo una realtà vergognosa da sconfiggere.
Ovunque servono ospedali, scuole, case, ospizi, mense…Come si
vede il lavoro per una collaborazione veramente utile non manca.
C’è ora da sperare che le sottili dispute dottrinali vengano
finalmente accantonate per concentrare i propri sforzi e le
proprie energie su problemi più urgenti.
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