Dossier
Un contributo alla coesione della Massoneria in Svizzera
Il Fr. Alberto Menasche,ex Gran Maestro della GLSA, mezzo secolo di esperienza massonica, risponde ad alcune domande sulla rivista Alpina
Daniele Bui
Carissimo Fratello Alberto, quest’anno ricorre il 140° della
rivista Alpina. Abbiamo pensato di porti qualche domanda vista
la tua cinquantennale esperienza massonica, parte della quale ai
vertici della GLSA.
Gli obiettivi della rivista che hai conosciuto all’inizio della
tua carriera massonica sono ancora gli stessi della rivista
attuale?
Anche una pubblicazione non di semplice informazione ma
destinata a contribuire ad approfondire, chiarire o illustrare
un sistema di pensiero come quello massonico - a maggior ragione
considerando il suo linguaggio allegorico di base - in una certa
misura deve tener conto delle peculiarità del proprio tempo. E
le priorità a tale riguardo vanno stabilite di chi ha, in ultima
istanza, la responsabilità del buon andamento della Massoneria
svizzera, i.e. il G.M. della GLSA, il suo Direttorio, il
Collegio dei Grandi. Ufficiali e/o la Commissione della
Comunicazione. Si può dunque parlare di un mutamento degli
obiettivi in questo senso.
Ci sono stati dei problemi particolari che ha dovuto sormontare
la rivista nel corso della sua attività?
Ci sono stati (e in parte ci sono tutt’ora) alcuni problemi. Uno
è dovuto alla necessaria coesistenza delle tre lingue
provenienti dalle tre regioni e culture del nostro paese. A
volte si percepiscono le personalità diverse dei redattori di
ognuna delle tre lingue. Un altro problema è sicuramente quello
del costo della rivista che ha un certo influsso sul numero di
pagine della stessa. Ovviamente il problema maggiore di sempre è
quello di riuscire a trovare testi di spessore soddisfacente.
In 140 anni di vita la rivista Alpina ha conosciuto diversi
cambiamenti. Quali sono i più significativi?
Di primo acchito, limitatamente agli ultimi decenni, mi vengono
in mente i cambiamenti delle tipografie incaricati della stampa,
che ebbero come conseguenza una miglioria nei testi e nelle
immagini.
Una delle difficoltà principali per i responsabili delle
redazioni è quello di trovare delle Tavole interessanti da
pubblicare. Come si può ovviare a questo problema?
Credo che il modo più efficace consista in una buona “rete
d’informazione” da parte dei redattori responsabili, ossia un
contatto attivo e regolare tra quest’ultimi e le Logge; è solo
in questo modo che si verrà a sapere ogni volta che c’è un
lavoro interessante e degno di essere pubblicato. Le Logge hanno
spesso delle tavole o lavori più che validi...ma occorre esserne
al corrente, trovarli!
Per contenere i costi della rivista si è prospettata l’ipotesi
di pubblicarla solamente sul web. Ti sembra una buona idea?
Il web è sicuramente il modo di comunicazione del futuro a
cuioccorre prepararsi già adesso. Ma nel frattempo è necessario
continuare la pubblicazione cartacea.
Non sono molte le riviste che possono vantare una longevità
comparabile all’Alpina. Possiamo considerarla una prova del suo
successo?
Si; la rivista Alpina ha sicuramente contribuito alla coesione
e alla stabilità della Massoneria in Svizzera.
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