La voce dei Fratelli
Massoneria e immigrazione
E’ dalla sua comparsa sulla terra, cioè praticamente da sempre, che l’uomo si sposta da
un punto all’altro sulla faccia della terra. Ed è da sempre che incontra gli stessi problemi.
Il principale è quello dell’essere accolto e accettato dalla popolazione ospitante.
Poi vengono il lavoro, la casa, l’adattamento a nuove abitudini
e tutto il resto. In moltissimi casi, quasi sempre, l’immigrato
si scontra con i pregiudizi di chi è arrivato sul posto
prima di lui. Un esempio per tutti, ma ne potremmo trovare
infiniti altri, è quello dei difficili rapporti tra Greci e Barbari:
i primi chiamavano ‘barbari’ tutti coloro che non parlavano
la loro lingua ma si esprimevano a ba, ba, ba (di qui il
termine ‘barbaro’). La nota di disprezzo nei loro confronti
è fin troppo evidente. E’ superfluo enumerare tutti i casi di
rifiuto dello straniero che si sono verificati nel corso della
storia. Sarebbe una fatica ardua e per giunta inutile, visto
che possiamo già anticipare il risultato di una simile ricerca:
il nuovo, il diverso è stato quasi sempre rifiutato. Tutt’al più
si può rilevare come lo straniero sia oggetto di curiosità e interesse,
perfino di simpatia, quando rappresenta una novità
e la sua è una presenza numericamente esigua. Ma quando
gli stranieri costituiscono una massa si iniziano a erigere
delle barricate, perché ci si sente minacciati nella propria
identità o addirittura non più padroni in casa propria. E’ un
tema questo sul quale si sono scritti fiumi di parole ed esiste
una letteratura a dir poco sterminata. Noi non vorremmo
aggiungere nuove considerazioni o pretendere di trovare
nuove soluzioni a un problema tanto antico. Vogliamo semplicemente
cercare di capire in quale ottica va visto il problema,
non risolverlo. Vogliamo anche cercare di sfuggire
alle insidie dei luoghi comuni, così facili quando si parla di stranieri, del tipo: dobbiamo essere tutti
uguali, dobbiamo amare i nostri fratelli
oppure dobbiamo chiudere le frontiere,
ognuno deve stare a casa sua. Come si
può facilmente dedurre, il tema è spinoso
e qualsiasi posizione si assuma si presta
il fianco a critiche o obiezioni, anche
fondate. Quindi il discorso va affrontato
su due piani, quello teorico dei principi
e quello pratico della loro attuazione.
Vedremo di muoverci con cautela per
non mettere il piede su nessuna delle
tante mine di cui è disseminato il campo
‘immigrazione’: potrebbe esploderci
sotto i piedi! Vedremo anche di trattare
il tema nell’ottica massone, specie sotto
il profilo ideale.
Il piano teorico del discorso
Sappiamo che una delle parole d’ordine
della rivoluzione francese era égalité e
che da allora in poi il concetto di eguaglianza
tra gli uomini si è affermato in
tutte le epoche storiche successive e a
tutte le latitudini, al punto da divenire
un cardine del pensiero contemporaneo.
Allora si puntava all’eguaglianza
tra i cittadini appartenenti alle varie
classi sociali, più tardi il concetto verrà
esteso a tutti gli uomini viventi sul nostro
pianeta. Oggi è consolidato il principio
dell’eguaglianza di tutti i cittadini di
fronte alla legge e anche dell’eguaglianza
di tutti gli uomini a qualsiasi razza,
religione o etnia appartengano. La massoneria
si richiama in molti aspetti del
proprio pensiero all’ideologia illuministica,
con la quale condivide non solo
il principio di eguaglianza, ma anche
quello di tolleranza, di libertà, di fratellanza,
nonché una visione laica della società.
Se ne discosta però per il peso preponderante
che assegna alla sfera della
spiritualità e per il riconoscimento di un ordine soprannaturale, oltre che per la
riservatezza del suo messaggio, che rappresenta
una posizione antitetica rispetto
alla dimensione divulgativa del pensiero
illuministico (si pensi al giornale
e all’enciclopedia). Se l’illuminismo fu
una corrente filosofica a livello ideologico,
fu però un movimento populistico
a livello politico. Il pensiero massonico
non mira a tale diffusione orizzontale,
ma piuttosto a un percorso verticale sia
nel profondo dell’interiorità, sia nel sublime
dell’ascesa alla Verità.
Stanti queste premesse, il pensiero massonico
riconosce i principi di eguaglianza,
solidarietà e fratellanza risalenti all’ideologia
illuministica, ma che le culture
più aperte e avanzate successive hanno
fatto propri. Il tema dell’immigrazione
si inserisce in questo solco. Sarebbe in
contraddizione con se stesso il massone
che considerasse lo straniero un diverso
e tanto meno un inferiore. Un Fratello
poi non può scendere a quei compromessi,
e tanto meno cadere in quelle
contraddizioni, in cui vediamo spesso
dibattersi i profani, ovvero nell’abisso
che troppe volte separa il dire dal fare (a
parole nessuno è razzista, nel concreto
lo sono un po’ tutti). Sul piano teorico
dei principi quindi non c’è dubbio che
l’accettazione del diverso e quindi dello straniero è l’unica posizione perfettamente in linea col pensiero
massonico. Aggiungiamo che il Fratello è fermo nei
suoi principi e pienamente risoluto a rispettarli.
Il piano pratico dell’attuazione
Il versante applicativo e comportamentale presenta però
non poche difficoltà e criticità. Dire tout court che un Paese
deve ospitare tutti gli stranieri che bussano alle sue porte
è un’affermazione tanto bella quanto utopistica. Volendo
scendere un po’ più nel dettaglio, la casistica delle varie forme
di integrazione dell’immigrato nel tessuto socio-economico
del Paese ospitante è veramente sterminata, al punto
che si può quasi dire che ogni caso è un caso a sé. In alcuni
contesti storico-geografici si è determinata un’integrazione
perfetta, in altri si è avuto un rifiuto più o meno latente dello
straniero, in altri ancora si è arrivati a episodi di violenza o
quanto meno di discriminazione. Potremmo cercare di individuare
e mettere a fuoco le situazioni in cui l’integrazione
è avvenuta con pieno successo, per capire quali sono le condizioni
che si devono verificare perché tale processo possa
aver luogo. In primo luogo, gli arrivi degli stranieri devono
avvenire in modo lento anche se con un flusso continuo
e consistente, così da consentire all’economia ospitante di
integrare gradualmente i nuovi arrivati nel tessuto sociale e
produttivo. Una seconda condizione potrebbe essere la prosperità
economica del Paese ospitante: se la disoccupazione
è diffusa si creano infatti antagonismi tra lavoratori locali e
nuovi arrivati, che possono sfociare in aperti contrasti o in
manifestazioni di violenza o di xenofobia. Una terza condizione
è l’accettazione sostanziale da parte degli stranieri degli
usi e costumi locali e comunque il rispetto delle leggi. Il
buon senso suggerisce che si possono mantenere le proprie usanze a condizione che non confliggano con la
morale o la legge del Paese ospitante.
Non occorre andare molto lontano per trovare un
esempio concreto di integrazione riuscita in modo
soddisfacente: basta rimanere nel nostro Paese. La
Svizzera registra una delle più alte percentuali di
immigrati (circa un sesto della popolazione complessiva)
eppure non si sono avuti gravi problemi
di incompatibilità tra locali e stranieri, a parte
qualche episodio isolato e circoscritto. Se si analizza
la situazione, si può constatare che da noi si
sono realizzate le tre condizioni più sopra citate.
Tornando quindi a un discorso più generale, si può
concludere dicendo che la filosofia massonica è
per la piena accettazione e accoglienza dello straniero,
anche del diverso nella più ampia accezione
del termine. I singoli contesti geopolitici definiscono
tuttavia i contorni di tale accoglienza, che sarà
più o meno aperta e incondizionata, a seconda delle
condizioni storiche, culturali ed economiche del
Paese ospitante.
Conclusione
Non è esagerato affermare che il fenomeno migratorio
rappresenta un aspetto in cui si misura la
fratellanza tra i popoli. Se non si vuol essere solidali
solo a parole, bisogna quindi accettare l’immigrato
come un nostro fratello, diverso da noi per
tante caratteristiche secondarie, ma uguale a noi
per ciò che più intimamente caratterizza l’uomo:
la sua spiritualità. Sappiamo tutti quanto è difficile
mettere in atto concretamente questo principio di
uguaglianza, quante difficoltà si incontrano, quante
incomprensioni, ma si tratta di una scelta che
non ammette alternative, se si vuol essere fedeli
fino al fondo al credo massonico. Del resto, come
si è visto, non mancano esempi di integrazione riuscita.
Tutto è possibile quando c’è la ferma volontà
di realizzare un progetto. Purtroppo, il mondo
politico non si è sempre dimostrato all’altezza della
situazione. In certi contesti storici e geografici si
sono operate scelte sbagliate, di solito ispirate al
rifiuto o all’emarginazione del ‘diverso’ per molteplici
motivi. Nella parte introduttiva ho cercato
di esemplificare qualche caso di comportamento
sbagliato, dovuto spesso a un arrivo repentino e
massiccio di stranieri che ha stravolto la fisionomia
e l’equilibrio etnico del Paese ospitante. E’ chiaro
che il fenomeno migratorio va disciplinato e incanalato
nei giusti binari, non può essere abbandonato
a se stesso o lasciato al caso, ma è altrettanto
chiaro che è un problema che va affrontato seriamente
e che comunque si può risolvere, purché ci
sia la volontà politica di farlo.
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