La voce dei Fratelli
Povertà, sottosviluppo e immigrazione
Gli imponenti flussi migratori di cui siamo spettatori attoniti in questi ultimi tempi trovano
la loro origine in un divario economico e tecnologico sempre più profondo tra paesi
poveri, in gran parte del sud del mondo e i paesi ricchi, situati prevalentemente nel nord
del pianeta.
Chi pensava che lo sviluppo scientifico e tecnologico
avrebbe ridotto il divario tra paesi ricchi e poveri
non può che ricredersi davanti all’evidenza dei
fatti. Non solo non ha saputo assottigliarlo, ma lo ha notevolmente
ampliato. Basti pensare che l’80% delle risorse
del mondo sono controllate da appena il 20% della popolazione
che è concentrata nei paesi dell’Occidente, mentre
appena l’1% delle risorse è a disposizione del 25% della
popolazione, che è ammassata, in condizioni di vita precarie
e disagiate, nei paesi più poveri. Mentre nelle zone ricche
ed industrializzate dell’Occidente il progresso scientifico
e tecnologico avanza senza sosta, soprattutto nel campo
medico sanitario ed in campo digitale apportando notevoli
benefici ai suoi fruitori in termini di allungamento e miglioramento
della vita, in alcune aree del Terzo Mondo, in particolar modo dell’Africa, si continua
a morire a causa della fame e della
mancanza delle più elementari condizioni
igienico-sanitarie.
L’emigrazione come conseguenza
del divario tra paesi
ricchi e poveri
Un effetto di tale divario è il recente
esodo dai paesi colpiti dalla miseria e
sovente anche devastati da conflitti etnici
e religiosi, verso i paesi ricchi alla
ricerca di condizioni di vita più umane
e dignitose. Questa massa di disperati che
ha perso tutto approda in luoghi che
hanno poco della «Terra promessa».
Diffidenza, pregiudizi, discriminazioni e ostilità sono spesso gli ingredienti dell’« accoglienza». E
la situazione, come detto, tende a peggiorare progressivamente.
Per rendersene conto basta soffermarsi su alcuni
dati demografici inconfutabili. Nelle aree del Nord del pianeta
si assiste ad un vistoso calo delle nascite ed ad un
invecchiamento della popolazione, al contrario nei paesi
in via di sviluppo si constata degli incrementi demografici
inquietanti. Nel Terzo Mondo infatti aumenta vertiginosamente
la popolazione che tende ad accalcarsi nelle grandi
metropoli che si estendono in periferie sovraffollate sprovviste
di qualsiasi servizio e tutela igienico-sanitaria. Megalopoli
come Calcutta, Bombay, Nuova Delhy, Giacarta,
Rio, San Paolo, Città del Messico… superano notevolmente
i 10 milioni di abitanti. Le loro periferie sono ridotte a
vere e proprie «bidonvilles», sprovviste di servizi pubblici
e strutture sociali elementari. Ancora oggi oltre un miliardo
e mezzo di persone non hanno accesso ad impianti di
acqua potabile e 2 miliardi non dispongono di impianti fognari.
Allucinante è soprattutto che ben 13 milioni di bambini
muoiono ogni anno nei paesi del Terzo Mondo prima
di aver raggiunto il quinto anno di età. Tale mortalità infantile
è dovuta soprattutto alla mancanza di vaccini, dato
che le vaccinazioni di massa programmate dall’O.M.S. non
raggiungono il 70% della popolazione mondiale. Inoltre
una quantità incredibile di bambini muore per dissenteria, affezioni alle vie respiratorie, paludismo, malaria. Sarebbe
sufficiente una vaccinazione su larga scala di queste
popolazioni per ridurre drasticamente il fenomeno. Non
parliamo poi del problema dell’AIDS che in queste regioni
è lungi dall’essere risolto. A questa situazione già di per sé
critica bisogna aggiungere le piaghe dell’analfabetismo e
della descolarizzazione.
Cosa può fare la Massoneria?
Non si può agire se prima non si è compreso la dimensione
del problema. È difficile pensare di poter risolvere
la questione chiudendo le frontiere e trincerandosi dietro
barriere artificiali e sistemi di polizia rafforzati. Le improvvise
e virulente epidemie che negli ultimi anni sono emerse
nei paesi in via di sviluppo possono evolversi in modo
incontrollabile e non si arrestano certo davanti a muraglie
militarizzate o a riduzioni drastiche delle concessioni
di permessi di soggiorno. Personalmente ritengo che la
scienza al giorno d’oggi possa disporre di strumenti efficacissimi
per far fronte a molti dei problemi summenzionati.
Purtroppo di questi progressi ne beneficia unicamente una
fetta molto ristretta della popolazione del pianeta e cioè,
inutile dirlo, quella più ricca. La Libera Muratoria, come
istanza internazionale, dovrebbe far pressione sui governi
affinché si coordino investimenti in campagne sanitarie
di massa per la prevenzione delle epidemie; mobilizzare
persone e mezzi per l’istruzione e l’apprendimento, fattore
necessario per ogni progresso significativo e duraturo.
Ma soprattutto è necessario rendersi conto che le politiche
di indebitamento e degli scambi ineguali nel mercato
mondiale attuate dai paesi benestanti nei confronti di
ampie regioni dei paesi sottosviluppati - che si traduce in
un imponente ed inarrestabile processo di trasferimento
di risorse dal Sud povero al ricco Nord - costituiscono le
premesse che impediscono qualsiasi miglioramento dei
paesi più poveri. La corda sempre più tesa tra un mondo
supertecnologico ipnotizzato dal mito del consumismo
e un mondo che non ce la fa più e che sta precipitando
nel baratro del caos e della disperazione rischia oggi più
che mai di spezzarsi con conseguenze tragiche. I fattori del
sottosviluppo sono conosciuti. Come già accennato il colonialismo
nella forma di una dipendenza politica e militare
prima e nella veste economico commerciale negli ultimi
decenni. Esso blocca ogni possibile tentativo di porre
le basi per un autonomo processo d’industrializzazione e
potrebbe alleviarsi solo nel caso di una rinuncia dei creditori
occidentali ad una parte del debito, almeno quella relativa
agli interessi. Un secondo fattore concerne l’incapacità
di molti governi di dotarsi di istituzioni democratiche.
Riconquistata l’indipendenza diversi
paesi sono degenerati in regimi dittatoriali
i quali hanno preso le difese di
ristrette cerchie oligarchiche piuttosto
che quelle della popolazione. Costretta
al margine del progresso tecnologico
ed industriale a causa di decisioni
poco oculate dei governanti che hanno
preferito investire nell’acquisto di armi
piuttosto che in programmi di sviluppo
tecnologico e industriale, essa non ha
potuto sfuggire alla miseria. Per sperare
di rilanciare l’economia dei paesi in via
di sviluppo servirebbe in primo luogo
ridurre la spirale dell’indebitamento e
cercare di tener sotto controllo l’esplosione
demografica che ha causato una
sovrappopolazione rispetto alla scarsità
dei mezzi di sussistenza disponibili
con conseguente esodo massiccio verso
i paesi industrializzati. La Massoneria
si dimostra lungimirante sottolineando
come la conquista della pace nel
mondo passa anche attraverso una più
equa distribuzione delle risorse. D.B.
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