Alpina 4/2002
«Fondamentale per colui che si incammina lungo una via iniziatica è di
rendersi ricettivo ai messaggi che i simboli e i rituali possono
trasmetterci.» Con queste sagge parole inizia l’interessante Tavola
«L’immutabile linguaggio dei simboli» pubblicata nel presente numero della
nostra rivista. Il tema principale del mese di aprile verte infatti sui
molteplici aspetti della simbologia massonica. L’essere o il diventare
ricettivi, in senso iniziatico, significa imparare a sentire, imparare a
vedere, nel senso di intuire la Verità e intravedere la Luce. Ma cosa
impedisce all’uomo di sentire e vedere? Essenzialmente, detto in modo
sintetico, i preconcetti, i dogmatismi, l’odio; tutto ciò che priva l’essere
umano della Libertà. Solo l’uomo libero, libero dai
veli dell’oscurantismo, può sperare di progredire sulla via iniziatica,
evolvere spiritualmente. Non è certamente facile o comodo. Il Massone,
comunque, ha l’opportunità, tramite la rinascita dell’Iniziazione, di
trovarsi su quella via adornata di una moltitudine di simboli che indicano,
a chi vuol vedere, i giusti passi da compiere, ma anche cosparsa di quei
simbolici attrezzi coi quali, se vuole lavorare, potrà costruire sé stesso.
Per riuscirvi, come detto, occorre essere ricettivi. Fintanto che il simbolo
tace e non illumina, rimarrà un semplice oggetto della vita profana.
Scoprendo invece il linguaggio dei simboli, il Massone potrà intuire la
Tradizione e, da iniziato virtuale, evolvere gradatamente a iniziato
compiuto, reale. I simboli, antichi o moderni, e i relativi insegnamenti,
non ci provengono però soltanto da Liberi Muratori e non sono indirizzati
esclusivamente ai Massoni; chi desidera avvicinarsi ad essi, può trovarli
nelle grandi opere letterarie come la «Divina Commedia» di Dante Alighieri,
nelle immense opere architettoniche quali le Cattedrali dei Maestri
medievali, nelle sublimi composizioni musicali di Mozart, Sibelius, Wagner
ed altri, ma anche nei capolavori di Michelangelo, Dürer, Chagall ecc.
Infine vorrei affermare, a titolo del tutto personale, che anche la natura
ci parla con un’infinità di simboli. In essa non tutto è evidente, chiaro e
visibile; osservandola e vivendola però con rispetto, gioia e amore,
anch’essa può guidare l’uomo verso la propria realizzazione. Vogliamoci
sempre bene!
Othmar Dürler
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