Alpina 4/2007
Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ratificava
la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con queste parole
introduttive: «L’Assemblea generale proclama la presente Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo come ideale comune da raggiungersi da tutti
i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo
della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi
di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi
diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di
carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo
riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri,
quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.»
L’articolo 1, altamente massonico, recita: «Tutti gli esseri umani nascono
liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.» Più che di diritti ovviamente l’uomo dovrebbe occuparsi di doveri. Ed
ecco che, analizzando le poche parole citate sopra, ci si accorge che questa
dichiarazione di diritti è soprattutto disseminata di doveri; si parla
infatti di garantire a tutti gli esseri umani libertà, uguaglianza, rispetto
ecc.; tutti diritti che vanno riconosciuti più che a sé stessi a tutta
l’umanità che da vicino o da lontano ci circonda. Se poi, come indicato al
primo articolo, tutti gli esseri umani devono vivere in spirito di
fratellanza, ecco che la reciprocità, ossia l’interconnessione
doveri-diritti, appare in tutta la sua evidenza. Va inoltre ricordato, in
quanto fondamentale nella filosofia massonica, il diritto alla libertà di
pensiero e di coscienza enunciato all’art. 18. È il diritto per antonomasia
che, direttamente o indirettamente implica tutti gli altri; violare questo
diritto, interferire nelle più intime sfere dell’essere umano, nelle sue
elevate facoltà di formulare pensieri e sviluppare sentimenti, è il delitto
più efferato che si possa compiere contro l’uomo, crimine che oggi, come in
passato, viene impunemente commesso, sia a livello laico che religioso. Ma
un giorno, maturando, gli uomini e i popoli vivranno, gli uni verso gli
altri, come auspicato all’art. 1, in spirito di fratellanza; un mondo in cui
regna la pace, il rispetto e l’amore reciproco. Un’utopia? Crederci e
sperare, ma soprattutto partecipare alla costruzione del Tempio dell’Amore,
è il diritto, ma, prima di tutto, il dovere di ogni Massone.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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