l Valore dell’Uomo
(Alpina 3/2009)
Siamo chiamati a riflettere sul «valore
dell’uomo» e, possibilmente, a scrivere qualche
pensiero in merito. Nelle pagine che
seguono alcuni Fratelli vi sono riusciti; hanno
saputo penetrare la psiche umana scoprendo
quanto di sublime l’Uomo possa significare,
nonostante i suoi limiti, in qualità di «abitante
» del nostro pianeta. Il tema è affascinante,
ma può essere interpretato sotto molteplici
aspetti; ad esempio questi tre: 1. la differenza
tra l’animale e l’essere umano, 2. la
dignità dell’uomo e 3. l’antropocentrismo. Il
primo aspetto, che differenzia l’Uomo
dall’animale, è di duplice natura: ragione e
sentimenti. La ragione, già analizzata nell’antichità,
è stata rivalorizzata, dopo un lungo ed
infausto oscurantismo, nel secolo dei Lumi.
Immanuel Kant, massimo esponente filosofo
dell’Illuminismo, ne fu il grande studioso e
promotore. Basti pensare, tra l’altro, al suo
trattato «Critica della ragion pura» o al suo
invito imperativo «Sapere aude!», ossia, abbi
il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto.
Ma l’Uomo, diverso dall’animale, ha anche i
sentimenti, la cui filosofia ha avuto un suo
particolare sviluppo durante il periodo del
Romanticismo. Il secondo criterio per stabilire
il valore dell’essere umano è la cosiddetta
dignità dell’ Uomo. Se ne parla a dismisura e
coinvolge il feto come il moribondo, il pacifista
come il criminale, il buono come il cattivo.
Ma la dignità che, qualche volta, potremmo
paragonare all’onore, si addice proprio a chiunque?
Se la ragione progetta il male e i sentimenti
coltivano l’odio, dove sta la dignità?
Qualche risposta la si trova nei testi che
seguono, ma quella giusta, da Uomini pensanti,
la dovremmo trovare, individualmente,
noi stessi. Il terzo aspetto, grandioso, che ha
reso l’uomo veramente Uomo, è stato il lento
ma inevitabile passaggio dal teocentrismo
all’antropocentrismo. Il teocentrismo con la
sua incatenante e dogmatica teocrazia ha
fatto il suo tempo, nonostante una parte
dell’umanità, particolarmente vulnerabile, ne
sia ancora vittima. L’antropocentrismo, concezione
del mondo con al centro l’Uomo, nato
con l’Umanesimo quattro-cinquecentesco,
per contro, ha segnato la liberazione definitiva
dell’uomo; l’uomo ha (ri)conquistato la
libertà di pensiero, di coscienza e di ricerca. È,
quest’ultima, la filosofia massonica laica;
nessun credo religioso o politico deve vincolare
la mente e la coscienza degli esseri
umani. È la libertà, unita a pensieri e sentimenti
puri, che permette l’edificazione di quel
futuro migliore che in Massoneria chiamiamo
il Tempio dell’Umanità.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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