Approcci adeguati in situazione di crisi
(Alpina 2/2012)

Di crisi si può parlare in molti modi. Esistono crisi spirituali, religiose, della società, della famiglia, della coppia, di identità, crisi economiche, governative, energetiche, degli alloggi, di nervi, di astinenza, ecc. In generale si associa al termine “crisi” una connotazione negativa. Uno dei più autorevoli dizionari della lingua italiana, Il Devoto-Oli, parla di “Perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una società”, di “grave difficoltà”, di “situazione di malessere o di disagio”. L’idea di crisi veicolata dalla maggior parte dei dizionari, benché indiscutibilmente egemone, non è tuttavia, almeno secondo sottoscritto, inclusiva di alcune sfumature semantiche riconducibili a tale concetto e addirittura in opposizione al significato abituale attribuito al termine“crisi”. In particolare mi riferisco all’abitudine di assumere la crisi come un fenomeno integralmente negativo, che bisogna assolutamente evitare, o per lo meno superare nel più breve tempo possibile. In realtà già la semplice etimologia della parola“crisi” rivela un senso disgiunto dall’immagine catastrofista legata costantemente al vocabolo in questione. “Crisi” in effetti proviene dal greco “Krisis” che significa giudizio,scelta,decisione e quindi rinvia ad operazioni del pensiero tutt’altro che negative. Ma non è solo l’etimologia a evidenziare elementi positivi del termine. Si pensi ad esempio ad una crisi di coscienza. Molte biografie di personaggi illustri sono attraversate da crisi di questo genere che si sono rivelate in seguito particolarmente proficue per lo sviluppo delle loro vite e delle loro carriere. In questo senso la crisi è un segnale,una spia che si accende e che ci informa della presenza di un problema insidioso. Si potrebbe dire che la funzione della crisi è simile a quella del dolore. Essa ci comunica tempestivamente che qualcosa nelle nostre esistenze deve essere cambiato se non vogliamo andare incontro a rovinose e forse irreparabili situazioni. Un altro luogo comune abbinato al concetto di crisi è che queste sarebbero impreviste e imprevedibili. Ma le crisi non sono ineluttabili, non avvengono casualmente o per generazione spontanea. A pensarci bene hanno delle ragioni e delle cause delle quali siamo i responsabili. Non ci sono ricette per prevenire o uscire dalle crisi. Comunque può essere utile cominciare a ripensarle come opportunità, come un invito ad impegnarci ulteriormente ad appianare alcune nostre spigolature resistenti. Questo è forse solo un principio ma è anche un presupposto per abbordare e superare qualsiasi crisi.

Daniele Bui

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