Alpina 6-7/2000
Sì, avete letto giusto: il nome sotto questo editoriale è nuovo. Sono
infatti stato chiamato alla redazione del settore di lingua italiana della
nostra bella rivista. Ho potuto costatare che si tratta di un'attività
estremamente interessante la quale non potrà che darmi soddisfazioni. Ciò
nonostante non posso iniziare il mio lavoro senza inviare un appello
fraterno a tutti i lettori.
Il Massone è per antonomasia colui che cerca. La sua ricerca consiste in
buona parte in letture varie, tra cui, sicuramente anche quella dell'
Alpina.
Ma chi scrive la nostra rivista? Ebbene, esclusivamente Voi. Tutti gli
articoli sono redatti da Fratelli delle nostre Logge. Il mio appello in
quest'occasione non riguarda quindi tanto la lettura, ma vuol essere un
invito a scrivere. Vi posso garantire per esperienza che è solo colui che
scrive che approfondisce e assimila veramente il contenuto del tema e che
approfitta quindi maggiormente dei relativi insegnamenti.Sarò oltremodo grato ad ogni
Loggia e ad ogni singolo Fratello che vorrà fornire articoli sui temi di
studio per l' Alpina, foss'anche solo uno all'anno. Il mio indirizzo lo
trovate in fondo alla rivista.
In questo numero dell' Alpina potrete leggere un'interessantissima
esposizione sul Borromini (v. anche copertina), il famoso architetto
Ticinese di Bissone che, con le sue splendide opere, ha dato lustro al
nostro paese; questo in concomitanza con le Assise di Gran Loggia, per le
quali quest'anno è stata scelta Lugano, onorando con ciò tutta la Massoneria
del Ticino.
Anche il tema sui Catari, trattato in questo numero, è sicuramente di
grande interesse. Nel 12° e 13° secolo questo popolo del Languedoc francese,
istruito, benestante e con particolari credenze religiose, era libero e
tollerante.
I potenti invidiosi e gli egemònici detentori della verità li
perseguitarono e li annientarono. Penso che ogni Massone, conscio dei
principi del nostro Ordine, non possa che provare per questo popolo
medievale profondi sentimenti di solidarietà. Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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