Alpina 12/2003
Volando a ritroso nel tempo con i pensieri, fino alla nostra infanzia,
sicuramente tutti noi, nella nostra mente rivediamo con particolare emozione
quel cielo notturno natalizio, cosparso di luccicanti stelle e,
segnatamente, con la luminosa e significativa cometa, sovrastare un
artigianale presepio casalingo o di qualche chiesa cara all’allora nostra
innocenza. I pensieri di quel tempo sono evoluti e, osservando ora con occhi
di adulto la volta celeste, quella notturna con luna e stelle, non possiamo
che ammirare, riflettere, cercare, ma anche sognare. La volta celeste, in un notte
limpida, ci permette di osservare 2000 stelle. L’immagine a cupola o a sfera
è ingannevole; qualche stella è infinitamente lontana, altre un po’ meno. E
quelle che non vediamo?... I Templi antichi non avevano soffitto; ci si
trovava sotto il firmamento, al cospetto delle stelle. Il Tempio massonico
non è diverso; la sua volta è blu-notte tempestata di stelle. Solo all’orizzonte, tutt’attorno, sia in natura che in Tempio, il cielo
tocca apparentemente la terra. Tra i due mondi, quello celeste e quello
terreno c’è l’uomo, quell’uomo che tende al trascendente ma tornerà alla
polvere… In questa inimmaginabile immensità tutto vibra ed emana onde. Ogni
vibrazione è suono, tutto è musica, sia essa percepibile o no al nostro
limitato udito. Ma anche l’uomo, microcosmo nel macrocosmo, partecipa, con
le proprie vibrazioni e onde, assieme ai miliardi di astri, alla grande
sinfonia cosmica. Solo chi produce melodie gradevoli (orizzontale) e armonie
perfette (verticale), si eleverà verso la conoscenza del Grande Direttore
d’Orchestra dell’Universo.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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