Alpina 10/2004
Nelle pagine che seguono si tenta di dare un senso ai due concetti ideale
e realtà, ma anche a ciò che li divide, al percorso che sta tra di essi. In
realtà i due termini sono difficilmente scindibili tra di loro in quanto la
realtà può essere ideale o l’ideale diventare realtà. Cambiano soltanto i
tempi; l’obiettivo non muta, è la fase di realizzazione che si trova in
ininterrotta ed interminabile evoluzione, dall’ideale astratto alla realtà
effettiva. Ideale è sinonimo di virtuale, immaginario, utopico, ma anche una
realtà perfetta non può che essere ideale. L’ideale, al contrario del
tangibile, del concreto, è un termine, rispettivamente un concetto astratto
che trascende la materia, che si integra nel mondo gnosologico-metafisico,
ossia nel mondo delle aspirazioni sublimi, dei sogni di perfezione, della
ricerca del Vero. Col termine idealismo raggiunge poi il suo massimo valore
dinamico-evolutivo. Filosoficamente pensando, si potrebbe dunque essere
tentati di definire ideale soltanto ciò che non è reale. Ma non è così;
anche la realtà (il lavoro, le persone gli oggetti o altro) può essere
sublime, vera e giusta, tanto da assurgere, meritatamente, ad essere essa
stessa ideale. In Massoneria si impara a credere che le utopie del
presente saranno la realtà del domani. Sognare un mondo ideale e contribuire
alla sua realizzazione è e dev’essere l’aspirazione e l’obiettivo di ogni
Massone: costruire il Tempio dell’umanità che null’altro è che
quell’agognata famiglia umana nella quale regni pace, giustizia e
fratellanza. Ma il nostro ideale non è soltanto il sogno di una società
migliore, è soprattutto la certezza che questo obiettivo sia necessario ed
urgente. La via tra l’ideale e la sua realizzazione sta dunque nell’agire di
tutti i Massoni - noi diciamo lavorare sulla pietra grezza - individualmente
e collettivamente, sia tra le Colonne, sia nel mondo profano che
quotidianamente ci circonda.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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