Alpina 8-9/2004

La meta è utopia, la Verità è lontana, vaga, irraggiungibile; il traguardo massonico, dunque, non può essere che la via, quella che, come indica il tema di questo numero dell’Alpina, si definisce ed è il percorso iniziatico.

Quanto di questa via si riesca a percorre durante una vita ha importanza relativa; fondamentale è trovarla, nella certezza che sia quella che conduce al bello, al vero, al giusto, ossia quella iniziatica. Ripercorrendo la storia lontana e vicina, in ogni epoca ci troviamo confrontati con i cosiddetti Grandi Iniziati quali Krishna, Ermete, Budda, Pitagora, Gesù, Dante, Göthe, per citane soltanto alcuni. Nessuno di loro è nato iniziato. Tutti, sin dall’infanzia, hanno dovuto lottare per sopravvivere alle debolezze della nostra strana costituzione fisica; la stanchezza, le malattie, le delusioni, la disperazione erano situazioni ben note anche a questi nomi.

Ma tutti hanno intravisto la via che conduce al Vero e tutti hanno avuto il coraggio di percorrerne un tratto, quel tratto terminato con la fine del
loro terreno peregrinare. La loro iniziazione si è realizzata camminando, percorrendo la duplice via dell’ascesi; quella della meditazione (mente) e quella delle virtù (cuore). L’iniziato, l’odierno Massone, non può però limitarsi a sognare il passato; deve vivere e agire nel presente, ossia nel mondo attuale, reale. Piaccia o no, deve accettare la sfida della società moderna. L’odierno percorso iniziatico si snoda inevitabilmente attraverso un variopinto multiculturalismo multietnico che pochi anni addietro neppure riuscivamo ad immaginare. Mondo nuovo – percorso iniziatico nuovo! La scuola rimane la stessa.

Il simbolismo che ci pervade frequentando i nostri Templi, aldilà di ogni linguaggio e insegnamento, indirizza il Massone verso la Via dell’Iniziazione, nonostante le aumentate difficoltà che ci circondano nella vita quotidiana, dovute al degrado etico-morale generalizzato dell’umanità. Nelle pagine che seguono, il Fratello Daniel Burckhardt, con il suo articolo «Il percorso iniziatico dei simboli», ci trasmette molti interessanti spunti di riflessione su questo tema, segnatamente quando dice: «Il simbolo rimane muto se non è letto da chi lo sa riempire di significati.»

Vogliamoci sempre bene!

Othmar Dürler

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