Alpina 1/2006
Nella settecentesca Salisburgo, 250 anni fa, nasceva uno dei più grandi
geni che l’umanità abbia mai conosciuto; Wolfgang Amadeus Mozart
(1756–1791). Sapere che il più illuminato dei compositori - come d’altronde
anche Goethe, il più illustre tra i letterati - era un convinto ed
attivissimo Massone, fa riflettere, e dovrebbe scuotere la mente e la
coscienza di tutti gli uomini di buona volontà. A quattro anni suonava il
pianoforte. A sei era già in tournée con suo padre Leopoldo e sua sorella
Nannerl a Monaco e Vienna, a sette arrivò fino a Parigi e Londra. Qualche
anno dopo fu l’Italia ad accogliere il «Bambino prodigio», stella nascente
dell’universo musicale austriaco. E già apparivano le prime composizioni del
«piccolo» maestro. Dopo vari scontri con il vescovo Ayeronimus Colloredo, che negli anni
1776-81 non ha fatto altro che sprezzare e umiliare Mozart, e visto il
grande successo della sua opera teatrale «Idomeneo», decise di lasciare
definitivamente Salisburgo. Si stabilì a Vienna dove, nonostante gli stenti,
ha trovato la sua libertà e dove, nell’ambiente culturale viennese, riuscirà
a sviluppare appieno la sua eccezionale personalità. A Vienna ha sposato
Costanze Weber. Il 14 dicembre 1784 è stato iniziato alla Massoneria.
Nascono ora tutti gli innumerevoli capolavori mozartiani, uno più stupendo
dell’altro, quella produzione musicale che tocca tutti i campi, tutti
sviluppati con la medesima genialità, sinfonie, concerti, opere, messe,
sonate e altro che, in molti momenti, nonostante il suo classicismo
viennese, preannunciano e tracciano, con molto anticipo, la futura via del
Romanticismo ottocentesco. È assolutamente d’obbligo ricordare anche la sua
musica massonica che non è rimasta limitata alle festività in Tempio, ma che
Mozart, come diremmo oggi, ha «portato fuori» nel mondo profano, e che è
sfociata, nel 1791, anno della sua morte, nel più sublime dei suoi
capolavori, il Flauto Magico, testamento spirituale e massonico del grande
iniziato. Ma perché la sua musica, più di quella dei suoi contemporanei, è
tuttora amata? Perché la sua tocca maggiormente le profondità e le
sensibilità psichiche dell’essere umano? Neppure i più colti musicologi
sanno analizzare in modo tale le sue opere da poterne dare una risposta
esauriente. Direi allora: ognuno può esprimere solo ciò che è. Mozart è
riuscito a trasmettere ai posteri la superumana essenza della sua stessa
vita, sotto forma di melodie e armonie, uniche e irripetibili, lo spirito
massonico in musica. Forse ha dato troppo – il segreto della sua precoce e
misteriosa morte?… Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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