Mutamento climatico - cambiamento di mentalità
(Alpina 12/2008)

Interpellando la gente, chiedendo informazioni sulle eventuali particolari preoccupazioni del momento, molte persone, sorvolando le crescenti violenze in atto ad ogni livello sociale e in ogni angolo del mondo, ignorando la fame e le malattie che affliggono metà dell’umanità, dimenticando la disoccupazione globalizzata fonte di disagio e infelicità e, ahimè, ormai cieche e sorde anche di fronte alle sublimi bellezze della natura, dell’arte e della musica, non sanno che rispondere: «Mi preoccupa il cambiamento climatico!»

Con il tema intitolato «Mutamento climatico - cambiamento di mentalità» siamo chiamati a riflettere e ad esprimere i nostri pensieri in merito a questo «problema» d’attualità. Che si tratti di psicosi di massa è evidente. Occorre però chiarire se è giustificata e, giusta o sbagliata, chi l’ha inculcata nella mente della gente. La scienza sta facendo sforzi immensi sia in merito al fenomeno sia in merito alle cause. Ma, prima ancora di arrivare a risultati scientifici concreti, e sovente contrastanti, ecco i mass media, da sapienti profeti apocalittici, anticipare ogni sorta di catastrofi, sciagure e calamità; l’acqua si sta esaurendo, i raggi ultravioletti stanno annientando l’umanità, i mari inonderanno i continenti, ogni attività umana sarà bloccata dalla mancanza di energia… Basta un inverno rigido per parlare di ritorno dell’era glaciale o una meravigliosa e godibilissima primavera per trovarci immersi in notizie martellanti riguardanti siccità, desertificazione, epidemie asmatiche ecc. Cosa è vero, quando, dove, in che misura? Lo sanno, forse, alcuni pochi scienziati; la stampa no, io nemmeno. Gli articoli che seguono, senza pretendere di saperne di più di chi se ne sta occupando seriamente, ci daranno comunque qualche ragguaglio utile circa l’effettiva situazione climatica del pianeta e in merito al giusto e ragionevole comportamento da adottare sia a livello individuale sia in ambito collettivo.

Il tema non è massonico; la Massoneria non ha né le conoscenze scientifiche per stabilire la situazione né il potere decisionale per imporre provvedimenti. Però, poiché il nostro Ordine iniziatico è sicuramente vicino alla «Filosofia della natura», ogni Massone è evidentemente corresponsabile del destino dell’ambiente che ci circonda, che ci dà la vita, o meglio, la gioia di vivere. Nel limite delle possibilità individuali anche il Libero Muratore deve dunque impegnarsi con serenità - senza l’influenza del terrorismo mediatico - nella salvaguardia del nostro habitat naturale.

Vogliamoci sempre bene!

Othmar Dürler

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