Quanta magia si trova nel Quadrato magico?
(Alpina 6-7/2010)

Apartire da questo numero la firma dell’editoriale in lingua italiana della rivista Alpina non sarà più quella del Fratello Othmar Dürler. Dopo dieci anni di apprezzato lavoro e più di un centinaio di articoli all’attivo il Fr. Othmar ha deciso di passare il testimone al sottoscritto. Vorrei ringraziarlo per l’impegno costante e la qualità del lavoro dimostrato in questi anni, nonché per la sua disponibilità ad introdurmi nel migliore dei modi possibili a questa, per me nuova, esperienza giornalistica. Cercherò di svolgere questo compito di notevole responsabilità che mi è stato affidato con professionalità ed entusiasmo tentando di scrivere e proporre articoli altrettanto interessanti di quelli del mio predecessore. Dopo questa breve ma imprescindibile premessa passiamo al tema proposto per questo numero dalla Gran Loggia Svizzera Alpina e cioè alla domanda “Quanta magia si trova nel Quadrato magico?” In un primo momento potrebbe sembrare strano l’accostamento tra una figura geometrica come il quadrato e la magia. Ci hanno sempre insegnato che la matematica è la regina delle scienze, la disciplina più rigorosa che esista, dove non c’è spazio per ipotesi fantasiose. In realtà l’aggettivo “magico” che viene abbinato alla comunissima figura geometrica fa riferimento a proprietà sorprendenti – e quindi in questo senso metaforico “magiche”–che però sono ormai almeno in parte spiegate da algoritmi precisi. Da un punto di vista matematico quindi le caratteristiche di tali quadrati, pur essendo veramente sbalorditive, non nascondono veri e propri segreti. Il discorso si presenta invece sotto una luce nuova se ci si riferisce al significato simbolico ed esoterico dei quadrati in questione. In tale ambito non si tratta di spiegare come funzionano questi quadrati per divertirsi a costruirne altri di ordine più complesso. Il problema è piuttosto quello di interpretarli, di scoprire il loro significato recondito, di decodificare un messaggio criptico che fa capo a dottrine occulte per il profano. Anche la Massoneria si è interessata a questi oggetti matematici collocandoli all’interno di una struttura simbolica affascinante che introduce i cultori di tali “diaboliche” figure ad una contemplazione della bellezza e dell’armonia del mondo attraverso un’immagine nella quale un determinato universo sembra riflettersi come uno specchio. Anche se un quadrato magico non è una figura poliedrica presenta nondimeno una pluralità di “facce” che le culture cinese, induista, islamica, ermetica e scientifica hanno contribuito a illuminare nel corso dei secoli.

Daniele Bui

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