La moderatezza
(Alpina 3/2011)
La moderatezza è una virtù? Aristotele considerava
virtù etiche quelle che consistono nella disposizione a
scegliere il giusto mezzo fra due estremi viziosi, di
cui l’uno pecca per eccesso e l’altro per difetto. Ad
esempio il coraggio è il giusto mezzo fra viltà e
temerarietà, la generosità il giusto mezzo tra avarizia
e prodigalità e la mitezza il giusto mezzo tra
l’iracondia e l’eccessiva flemma. Da questo punto di
vista la moderatezza appare senz’altro una virtù etica.
Il pensiero cristiano distingue a sua volta virtù
teologali (fede, speranza e carità) e virtù cardinali (prudenza,giustizia,
fortezza e temperanza). La moderatezza non è menzionata
esplicitamente ma potrebbe essere assimilata ad una
specie di temperanza generalizzata. Malgrado i tributi
ricevuti nel corso della storia, ho il sospetto che la
moderatezza venga elogiata solo pubblicamente,ma che
privatamente sia sottovalutata. In effetti, quando si fa
riferimento alle virtù di grandi personaggi o eroi si
menzionano il coraggio, la fermezza, la prodezza,
l’audacia… e quasi mai la moderatezza. È probabile che
ciò sia dovuto al fatto che la moderatezza non sembra
una prerogativa di personalità in vista, di successo ma
piuttosto di comuni mortali. La moderatezza è una virtù
che viene attribuita agli umili, ai mansueti, a coloro
che non “brillano”sulle pagine dei giornali o sugli
schermi dei televisori. Le virtù dell’uomo della strada
sono l’umiltà, la modestia, la sobrietà, la semplicità,
l’ingenuità, la dolcezza, la mitezza… In altri termini
la moderatezza, consciamente o inconsciamente, mi sembra
che venga percepita come una virtù “debole”, da
contrapporre alle virtù “forti”, quelle considerate
autentiche, cioè quelle che si accollano ai grandi
personaggi che si sono distinti nel corso dei secoli. Si
dimentica però spesso che accanto agli epiteti eroici
sovente troviamo attributi tutt’altro che nobili
quali“arrogante, prepotente, crudele, violento, spietato,
sanguinario…” che restituiscono alla moderatezza e alla
mitezza il loro giusto valore. In realtà la moderatezza
è una qualità fondamentale del Massone e di ogni persona
veramente stimabile. Anche per il Massone, come già per
Aristotele, la moderatezza o il giusto mezzo non
significano mediocrità ma bensì perfezione ideale e
regola suprema dell’agire. Impulsi, passioni e
sentimenti tendono all’eccesso o al difetto. Il Massone,
con maglietto e scalpello guidati dalla ragione, si
impegna a levigare le asperità dalla propria pietra
grezza affinché assuma la misura, la proporzione e
l’equilibrio della forma giusta e perfetta.
Daniele Bui
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