La Bellezza
(Alpina 5/2011)

Nel linguaggio comune la bellezza è spesso associata a una proprietà secondaria, accessoria, superficiale delle persone e delle cose.Anche se non sussiste nessun legame logico tra bellezza e intelligenza, ancora oggi purtroppo davanti ad una bella donna alcuni avanzano il sospetto che sia frivola e con poco “sale in zucca”. Si tratta chiaramente di un pregiudizio infondato ma che, come tutti i pregiudizi, sono duri a morire. Il significato e il ruolo che in Massoneria viene accordato alla bellezza è completamente differente e anzi, per certi aspetti, opposto. Lungi dall’essere qualcosa di inutile o superfluo, essa viene a rappresentare il coronamento,o la caratteristica emergente di ciò che è non solo gradevole all’occhio ma soprattutto di ciò che risulta anche dotato di verità, bontà e giustizia. In questo senso la Bellezza rappresenta il “terzo pilastro” della Loggia, inscindibile dalla Saggezza e dalla Forza. L’applicabilità del concetto di bellezza possiede quindi un’estensione che travalica l‘ambito sensibile dell’essere. Già nell’antichità il termine “bello” veniva associato all’intuizione dell’universo, a un Kosmos, cioè a un ordine bello, un sistema coerente, e armonico di parti finalisticamente orientate che suscitavano ammirazione e desiderio di emulazione. Si cercava di attuare tale aspirazione praticamente in tutti i settori possibili della vita e dell’esperienza umana. Nel settore della conoscenza perché per cogliere la verità risultava indispensabile sollevarsi dal visibile all’invisibile per contemplare le leggi dell’ordine cosmico.Ma anche all’ambito morale in quanto realizzare il bene significava conformare la propria condotta alla razionalità di tale ordine.In particolare anche in quello artistico perché creare un’opera d’arte voleva dire assicurare alla propria rappresentazione una simmetria, un equilibrio o una proporzione analoga a quella manifestata dal cosmo. Questa strutturale corrispondenza tra l’ordine cosmico e le attività dell’uomo doveva essere perseguita anche nell’ambito religioso e in quello sociopolitico. Come si vede nell’estetica antica, come in Massoneria, la categoria del bello non si limita quindi al puro e semplice ornamento. La Bellezza per i Massoni si presenta piuttosto come la ricerca lunga, paziente e costante di una vita per la creazione di una realtà spirituale nuova, nella quale le imperfezioni dovute all’egoismo, alla brama di potere, al desiderio insaziabile di denaro e onori potranno essere finalmente, se non eliminate, almeno ridimensionate.

Daniele Bui

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