La pluralità dei nostri rituali
(Alpina 5/2012)
C apita spesso che dei Fratelli con poca esperienza, quando visitano altre logge, restino sorpresi dalla differenza dei rituali esistente tra le varie Officine. Con il tempo si rendono però conto che tale eterogeneità non è altro che la possibilità di perseguire un medesimo obiettivo attraverso strade o percorsi alternativi. Ci si può chiedere se non sarebbe più semplice attenersi ad un rituale uguale per tutti. Questa eventualità non solo non pare necessaria, ma non sembra neanche desiderabile. Una simile operazione implicherebbe un annullamento e un’omologazione arbitraria delle innumerevoli correnti spiritualistiche che sono storicamente emerse nella cultura massonica. Alcuni rituali sono più coinvolgenti emotivamente, più carichi di simboli impressionanti e si sviluppano seguendo un ritmo incalzante che produce un notevole effetto sul Libero Muratore. Altri sono più sobri; insistono meno sull’impatto emotivo ma si preoccupano soprattutto di creare un clima propizio ad una pacata riflessione o meditazione introspettiva. L’obiettivo è comunque quello di estraniarsi un momento dalla vita profana per favorire un raccoglimento spirituale necessario per prepararsi ad adempiere i nobili e universali principi che ci siamo ripromessi di perseguire entrando a far parte della grande Famiglia. Un’altra ragione dell’esistenza di una pluralità di rituali è forse rintracciabile nella particolare struttura politica della Svizzera. Essa è uno Stato federativo, che lascia ai cantoni uno spazio considerevole per una gestione autonoma di diverse questioni. La GLSA, seguendo questo modello,lascia alle differenti Logge la possibilità di scelta tra svariati rituali. L’unico vincolo è quello di rispettare i precetti costituzionali che devono valere per ogni Officina. Ci sono inoltre Fratelli che non solo rimangono perplessi dalla molteplicità dei rituali, ma addirittura arrivano a considerare questi ultimi come vetuste ed anacronistiche cerimonie destituite ormai di ogni senso. Purtroppo qui lo spazio per una argomentata e convincente risposta a questi Fratelli non c’è. Li invito tuttavia a leggere la splendida Tavola incisa dal Fr. V.M.inC. della Loggia Veritas di Locarno Alberto Giuffrida per un appassionato e lucido esame del significato dei rituali. Ci tengo comunque a terminare con un’affermazione che soleva ripetere spesso il compianto Fr. Giancarlo Puccio, un grande Venerabile della Loggia il Dovere di Lugano e che condivido pienamente: “Senza simboli e rituali non esisterebbe nemmeno la Massoneria”.
Daniele Bui
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