Alpina 11/2005
L’ideale massonico esclude ogni forma di estremismo, violenza,
discriminazione, razzismo e odio. Infatti, alla base della filosofia
libero-muratoria sta l’amore fraterno e, in senso lato, l’Amore assoluto che
tende al giusto, al bello, al bene… Pensare alla xenofobia, fil rouge del
presente numero dell’«Alpina», può essere imbarazzante, un argomento a
doppio taglio; la Massoneria non la conosce, ma il Massone? È chiaro che
oggigiorno, periodo di impressionanti migrazioni, causate dalle più svariate
ragioni (guerra, clima, fame ecc.), tutti, Massoni compresi, ne sono
coinvolti e, volenti o nolenti, la xenofobia aleggia tra di noi, avvelenando
la mente e i sentimenti di molta gente.L’argomento, dicevo, è a doppio taglio: se la xenofobia è l’avversione al
«diverso», occorre chiederci: dobbiamo accettare, sostenere e amare i
criminali e i terroristi «diversi», pur di non essere tacciati xenofobi?
Oppure, opporci, rischiando che una certa corrente di pseudomoralisti riesca
a confondere le persone buone con quelle xenofobe? La xenofobia pura è
rara: il «diverso» buono non la crea. Solo chi è di indole cattiva e
profondamente marcio d’animo, può odiare il buono, unicamente, appunto,
perché è diverso. Bisogna evitare, soprattutto, l’ipocrisia. Non va pertanto
confusa la criminalità con la cultura. Le culture «diverse» sono arricchenti
e vanno pertanto studiate, conosciute e accettate, la criminalità «diversa»,
essenzialmente sconosciuta dalle nostre parti, va affrontata e combattuta
con ogni mezzo; l’avversione al male non è xenofobia!
Coltivando in noi l’amore e imparando – cosa non sempre facile – a
distinguere il bene dal male, la nostra mente e il nostro cuore ci
suggeriranno il giusto atteggiamento da adottare verso il «diverso» e i
«diversi», evitando di cadere nella trappola della xenofobia.
Cambiamo, per concludere, brevemente argomento. È tornato il «mese dei
morti»; vada pertanto un doveroso pensiero a tutti coloro che col loro
esempio e le loro opere hanno tracciato la via per un’umanità migliore,
nella quale regni l’amore e la fratellanza. Il gesto gentile delle tre rose,
fiori a loro offerti concretamente al momento dell’estremo commiato, non
cessi mai di ripetersi nella nostra ricordanza. Vogliamoci sempre bene!
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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