Alpina 4/2005
È compito arduo scrivere anche solo poche parole sul concetto
solidarietà, in quanto si tratta di espressione talmente usata e
inflazionata da ogni tipo di mass media, da non potervi aggiungere veramente
nulla di nuovo non già udito o visto a ripetizione. Ma se questo
«bombardamento» può tradursi in sollievo reale per molti nostri simili,
allora ben venga. Tentiamo comunque una definizione: azione altruistica,
spontanea, concordata o imposta (legge), individuale o collettiva, con
identità di idee e interessi, atta al reciproco sostegno morale e materiale. Mai come in queste ultime settimane, in seguito al recenti maremoto con le
catastrofiche inondazioni nel sud-est asiatico, l’umanità intiera è stata
sollecitata alla solidarietà, dal singolo cittadino al capo di stato, dalle
piccole associazioni filantropiche alle organizzazioni planetarie quali
l’ONU. L’uomo si è ricordato dell’uomo, gli uomini si sono impegnati per
altri uomini, dimenticando per un attimo, eccezionalmente, le guerre. Ma i
conflitti bellici continuano; ve ne sono in corso di ogni tipo e intensità,
in ogni angolo della terra. E milioni di esseri umani ne soffrono. Ogni
telegiornale, i notiziari radiofonici e tutta la stampa scritta non fa altro
che esporci fatti tristi; morti e feriti dovuti all’odio tra i popoli, e ciò
che non fa l’uomo lo completa abbondantemente la natura. La solidarietà non
distingue tra la sofferenza dovuta alle guerre e quella causata dagli eventi
naturali; vede l’uomo nel bisogno e accorre. Con questo spirito, molta
gente, individualmente e con discrezione, dà seguito alle circa 200
richieste d’aiuto che tutti noi troviamo annualmente nella nostra buca delle
lettere. A livello collettivo le organizzazioni e le associazioni benefiche
sono innumerevoli, ma vanno apprezzate anche le non poche manifestazioni a
scopo di beneficenza; le vendite, le tombole, i concerti, gli spettacoli TV
ecc., fino ai sontuosi e mondani «Gran Gala» riservati soltanto ai ricchi ma
benefici Vip. Naturalmente anche la Massoneria, sensibile ai bisogni di chi
soffre, ha fatto la sua parte; ogni Loggia ha partecipato alla colletta
indetta dalla GLSA. Parlando di solidarietà, e rimanendo in Svizzera, è
doveroso ricordare con ammirazione l’opera di Henri Dunant, che, scioccato
dalle sofferenze dei feriti di guerra, ha fondato la Croce Rossa ed è stato
insignito nel 1901 del Premio Nobel per la Pace. Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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