I tarocchi e il loro significato in Massoneria
(Alpina 4/2010)
I Tarocchi, evidentemente, non hanno nulla a che
vedere con la Massoneria. Ciò non ci impedisce di
occuparci anche di questo gioco, in quanto le sue
origini hanno sicuramente intenti profondi, vicini, per
quanto riguarda la simbologia, a quelli massonici. I
Tarocchi sono nati in Italia. Le prime notizie risalgono
all’inizio del XV secolo. I più antichi mazzi di carte
oggi conosciuti provengono dalla corte di Filippo Maria
Visconti (1412–1447), duca di Milano, che potrebbe
addirittura esserne l’inventore o il committente. Gli
storici hanno ormai definitivamente archiviato le
fantasiose ipotesi che i Tarocchi possano essere di
origine egizia o ebraica. Il gioco tradizionale dei
Tarocchi è, per certi versi, simile al tressette, alla
briscola o al bridge, in quanto i Trionfi o Arcani
Maggiori assumono lo stesso ruolodelle briscole, cioè di
carte dominanti. Il Matto, inparticolare, halo stesso
potere del Jolly delle carte francesi, ossia di carta
vincente. Ma la particolarità dei Tarocchi sta nel fatto
che vi sono due mazzi, quello tradizionale dei Quattro
semi da 56 carte (Arcani minori) e quello dei Trionfi da
22 carte (Arcani maggiori) aggiunto più tardi al primo.
È quest’ultimo che ha arricchito il passatempo, senza
che il comune giocatore ne fosse cosciente, di un vasto
percorso iniziatico. Ne fu naturalmente ostile la Chiesa
di Roma, segnatamente per quanto riguarda la carta della
Papessa. San Bernardino da Siena definì i Tarocchi «creazione
degli infedeli e ingegnoso strumento del diavolo per
spingere i devoti sulla via del peccato». Le figure
degli Arcani Maggiori sono stati ridisegnati, nel corso
degli ultimi secoli, rifacendosi agli antichi simboli e
colori storici, da innumerevoli filosofi, scrittori e
pittori, tra i quali, ad esempio, Dario Fo, Salvador
Dalì e lo svizzero Oswaldo Wirth. Maarappresentare gli
Arcani maggiori si sono cimentati anche gli scultori. Un
esempio grandioso si trova a Capalbio in Provincia di
Grosseto; un’artista francese, la signora Niki de Saint
Phalle, ha realizzato in un paesaggio collinare natural
il «Giardinodei Tarocchi» con figure gigantesche alte
tra i 12 ei 15 metri. Se questo gioco, prima di decadere
in una deleteria pratica divinatoria, serviva alla
ricerca e al perfezionamento interiore dell’- uomo,
allora qualche affinità con la Massoneria, nata alcuni
secoli più tardi, la possiamo senz’altro trovare.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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