Carissime Sorelle e Fratelli delle Delegazioni Estere, e amiche, Carissime Sorelle e Fratelli tutti,
Diamo oggi inizio al nuovo anno massonico 2014/2015 e il 2015 è l’anno nel quale l’Italia sarà sotto i proiettori del mondo intero poiché accoglie a Milano l’EXPO.
Il tema di questa Esposizione Universale non può lasciare indifferenti noi massoni, noi che vogliamo costruire il tempio del Giusto e del Bello, noi che proclamiamo una fraternità che ha senso solo se universale.
Lo slogan dell’EXPO è : “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Questo slogan vuole ricordarci che il nutrimento è il naturale rifornimento di energia per il nostro organismo, quindi bisogna garantire a tutti e non a un pungo di paesi privilegiati un’alimentazione buona e sufficiente: insomma punto di forza dell’EXPO è la centralità della lotta contro la fame nel mondo.
Perché se nutrire il pianeta vuol dire anche far mangiare “meglio” nei paesi che possono permetterselo, vuol dire soprattutto affrontare quel disastroso squilibrio tra il nord e il sud del pianeta, un nord dominato dal progresso e dal benessere, e un sud che presenta carenze gravissime.
Bisogna spartire, condividere, trasmettere e anche innovare le tecniche agro-alimentari, pensare al perenne e non unicamente alle catastrofi naturali mediatizzate, che sollecitano gli aiuti internazionali.
Ci vorrebbe innanzitutto più solidarietà trai popoli, proprio quella solidarietà che è uno dei nostri valori fondamentali, simbolizzata dalla catena d’unione che ci riunisce a fine tornata, quel valore che è la nostra eredità dagli umanisti e sappiamo bene che la culla dell’Umanesimo è stata Firenze.
Pierre Rahbi, il filosofo-contadino fautore dell’agro-ecologia, ci ricorda che Umanesimo deriva dal latino humanus, che ha la stessa radice di humus, quella sostanza indispensabile, quel sottile strato di terra che, alla superficie del nostro pianeta, assicura la nostra esistenza.
Nella sua recente intervista, Pierre Rahbi ci invita a riflettere sugli effetti positivi e negativi del progresso tecnologico: mentre il vero fine del progresso dovrebbe essere quello di annullare le frontiere servendo tutti, in realtà il progresso ha innalzato barriere insormontabili tra quella parte del mondo dominato dal progresso, e che quindi dovrebbe essere nel benessere ma che già soffre a causa dei suoi sprechi, e i popoli che soffrono nella miseria, nella fame, nell’arretratezza dei più elementari mezzi di sussistenza.
Il mito del progresso nuoce alla natura, e non soltanto inquinandola: infatti l’accelerazione e l’efficienza senza limiti del produttivismo agricolo non è compatibile con la realtà ritmata da cicli biologici e cosmici.
Il presidente fondatore dell’Istituto Europeo di Ecologia, Jean Marie Pelt, scriveva 40 anni fa!: “la crescita economica si persegue con un conseguente peggioramento ecologico, succede come nel tumore maligno che si nutre a detrimento dell’organismo e sfinisce: nei due casi il bilancio finale è disastroso”.
Ma siamo veramente coscienti della nostra responsabilità nell’esaurimento accelerato delle risorse del nostro pianeta?
La responsabilità di noi massoni è maggiore di quella dei profani, noi siamo iniziati e dovremmo essere in grado di diffondere la coscienza. “Diffondere la coscienza” è un obiettivo dell’EXPO.
Se 147 paesi hanno aderito all’iniziativa, forse vuol dire che un piccolo passo lo si sta facendo. Ma noi massoni in particolare dobbiamo operare per diffondere la coscienza: cominciamo a riflettere per accertarci che siamo in grado di volerlo veramente.
Cogliamo l’opportunità di questa Esposizione Universale per centrare le nostre riflessioni e i nostri lavori su questi temi. Apriamo il nostro compasso, cerchiamo di capire come dobbiamo agire in questo mondo disperatamente dicotomico, in quanto dominato dalla mondializzazione e nello stesso tempo dal pauperismo di una gran parte del pianeta.
E riflettiamo anche su questo paradosso moderno: ora non è più la Massoneria ad indurre l’evoluzione della società (basti pensare al ruolo della Massoneria nella Rivoluzione Francese o nel Risorgimento per l’Unità d’Italia); oggi sono i cantieri aperti nel mondo profano che alimentano i nostri lavori…..
Quindi non basta prendere coscienza e diffondere la coscienza; dobbiamo immaginare, inventare, essere creative, essere un laboratorio di idee che se ai nostri giorni non sa anticipare la storia, è almeno sincronizzato con la vita attuale.
Pia Ferrari
Gran Maestra della GLMFI