«Lo strano caso del Dr Jekhyll e di Mr Hyde» di Stevenson
Il bene e il male e la loro fondamentale asimmetria
La filosofia degli opposti pervade tutta la cultura filosofica
teologica e massonica. Due sono le correnti di pensiero che a mio parere si
occupano di questa tematica: quella esoterica e quella essoterica. Nella
corrente di pensiero essoterica il bene e il male sono al di fuori dell'uomo
e fungono da punti cardinali.
Giorgio Pioda, membro della Loggia «Veritas» di Locarno (Revista
massonica svizzera gennaio 2005)
Nella maggior parte delle culture essoteriche il creatore è però posto
sul cardinale del bene e il male si distingue come discordanza primordiale
all'agire del bene-ente-supremo. In questo modo la figura rappresentante il
male si trova in posizione subordinata e il creatore in posizione dominante
in quanto creatore anche del cardinale del male. Si osserva quindi una
fondamentale asimmetria tra bene e male. Il male assoggettato al bene.
Nella cultura esoterica il quadro d'insieme è rovesciato, anche se si
percepisce un parallelismo di fondo. Il bene e il male sono intrinseci
dell'uomo ed esistono uno in funzione dell'altro, cosa che è esclusa
dall'essoterismo; il bene-creatore non esiste in funzione del male e della
sua rappresentazione, in caso contrario ci si troverebbe di fronte a due
entità supreme e creatrici, cosa che normalmente è esclusa. Nell'esoterismo
il bene e il male si fronteggiano, acquisendo reciprocamente senso e valore;
la rimozione di uno dei due poli farebbe perdere all'altro la ragione di
essere e il tutto collasserebbe nell'indistinto. Questo aspetto è ben
simboleggiato dal simbolismo orientale di Yin e Yang.
Come nel caso essoterico anche qui non si ritrova una perfetta simmetria
tra le due forze. Questo fatto è ben esemplificato nel racconto di Stevenson
«Lo strano caso del Dr Jekhyll e di Mr Hyde». Questo racconto narra le
vicende del Dr Jekhyll che scopre una pozione in grado, bevuta, di
trasformare le persone facendo emergere il lato oscuro-male della
personalità. Consumandola una prima volta si trasforma nel gretto e
pericoloso Mr Hyde, che, nel corso della sua breve esistenza, si macchia di
varie atrocità tra cui anche un delitto verso un personaggio politico, per
il quale viene condannato a morte. Bevendola una seconda volta può invece
tornare ad essere il Dr Jekhyll. Il dottore coltiva con una certa indulgenza
questo proprio lato oscuro bevendo a più riprese la pozione, ma ad un certo
punto non riesce più a controllare la sua trasformazione in Mr Hyde che
diventa spontanea e sempre più difficilmente reversibile. Questo fatto lo
porta alla decisione finale di suicidarsi per evitare di lasciare libero il
campo a Mr Hyde che comunque è ricercato dalla polizia. Come scrive il Dr
Jekhyll nella sua confessione finale, la fondamentale differenza tra bene e
male è che il bene solitamente riconosce il male e si compiace della sua
esistenza in quanto generatrice di senso per la propria esistenza. Il bene
ha quindi un occhio di indulgenza per il male. Infatti il Dr Jekhyll coltiva
il proprio lato oscuro con la pozione da lui ideata che permette al suo lato
oscuro di emergere. Tuttavia questa indulgenza non è reciproca. Il male non
si cura affatto dell'esistenza del bene, se non quando l'esistenza fisica
dell'uomo (uomo come portatore di entrambi) è in pericolo. Cioè il male,
persa l'attitudine maligna che gli viene attribuita dalla cultura
essoterica, assume le sembianze della totale materialità; il male è
l'assoggettamento dell'uomo alla soddisfazione immediata dei suoi bisogni e
desideri materiali, senza nessun riguardo per gli altri e per la società.
Una sorta di caos primordiale. Questo male è disposto a cedere spazio al
bene come è ben illustrato dalla storia raccontata nella novella che sto
analizzando, solo quando è fisicamente minacciato di morte dalla pena
capitale inflittagli. In questa interpretazione allora anche il bene perde
la sua sacralità essoterica e diventa semplicemente un bene esoterico, non
meno importante, il cui scopo è la costruzione armoniosa del sistema
mondo-società.
La fondamentale difficoltà del gestire questa dualità è il fatto che il bene,
con la sua indulgenza, rischia di offrire al male troppo spazio di manovra, al
punto tale che quest'ultimo può causare danni irreparabili. La soddisfazione
individuale è spesso in contrasto con il benessere della totalità, obiettivo
principale del bene esoterico. Questa idea dualistica si ritrova in altri
simboli e miti. Uno su tutti è forse il mito delle origini dell'amore proposto
dal discorso di Aristofane nel Simposio. I proto-uomini, creati dalle divinità
con 4 gambe, 4 braccia, 2 teste ecc., si dimostrano troppo felici della propria
esistenza e sotto questo aspetto si avvicinano pericolosamente allo statuto di
divinità. Per questo, in un secondo tempo, vengono divisi in modo da ricordar
loro di essere umani e non divini. La divisione a metà dei loro corpi e delle
loro anime fa si che gli umani attuali passino la maggior parte del proprio
tempo alla ricerca dell'anima gemella. Affondando nella simbologia massonica si
può reperire, tra i vari oggetti, la squadra che sicuramente più di altri ci
rimanda alla riflessione precedente. Sia la sua forma sia la sua funzione
rimandano alla dualità bene-male. Il cateto orizzontale solitamente è associato
alla materialità e il cateto verticale alla spiritualità. Ecco di nuovo bene e
male con un nuovo vocabolario. L'asimmetria tra i due aspetti è simboleggiata
dal fatto che non sempre si ha a che fare con una squadra a 45°. In una squadra
di 60° per esempio, uno dei due cateti è lungo il doppio dell'altro. Indicando
la prevalenza di uno dei due aspetti sull'altro. Tuttavia la squadra indica
chiaramente anche la mediazione che deve avvenire tra i due opposti,
simboleggiata dall'ipotenusa che li collega. Si ha quindi un'infinita serie di
abbinamenti bene-male (cateti) collegati dall'appropriata mediazione (ipotenusa)
con i quali si può comunque avere un angolo retto che può essere usato per la
costruzione del tempio. Questo ci sta ad indicare che quello che conta
fondamentalmente è la mediazione tra i due opposti, mediazione che,
indipendentemente dalla prevalenza di una delle due forze, ci permette di
costruire. Allora, puntualizzando nuovamente il simbolismo, posso dire che se un
cateto (orizzontale) indica la materialità-male e l'altro la spiritualità-bene,
l'ipotenusa indica la volontà-mediazione che li collega. Il dovere di ciascuno è
quindi quello di trovare la propria ipotenusa affinché la nostra opera sia
costruttiva, e di vegliare affinché il male non prenda il sopravvento, facendo
simbolicamente collassare la squadra ad un segmento lineare senza spiritualità.
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