Uomini liberi e di buoni costumi
Massoneria Criteri di ammissione
Giorgio Grandini, ex V.M.i.C. Loggia «Brenno Bertoni» Lugano (Revista
massonica svizzera marzo 2006)
Questo argomento non appare, forse, particolarmente stimolante: esso
riveste, comunque, un’importanza capitale per un Ordine Iniziatico come il
nostro. A livello formale, i criteri di ammissione di nuovi Fratelli sono
regolati dall’art. 52 e 53 della Costituzione della GLSA, a livello morale
occorre che i candidati siano «Uomini liberi e di buona reputazione». In
particolare possono entrare a far parte di una Loggia massonica «Uomini
liberi, di buona reputazione, le cui concezioni e il comportamento etico li
facciano apparire degni di ammissione».
I candidati devono essere domiciliati in Svizzera e aver compiuto almeno
20 anni, ad eccezione dei figli dei Massoni, che possono essere ammessi al
compimento del diciottesimo anno.
La Costituzione della GLSA impone inoltre alle Logge «di dare prova di
circospezione e di procedere ad un esame approfondito delle attitudini di un
candidato».
Lo Statuto della nostra Officina si limita, all’art. 3, a rinviare alla
Costituzione della GLSA, estendendo tuttavia anche all’enclave di Campione
la residenza dei possibili candidati.
Nel Regolamento della LMBB vengono specificate, all’art. 9, le «qualità
di base irrinunciabili» che i bussanti devono avere:
- spirito libero, che permetta di affrontare qualsiasi problema senza
preconcetti o pregiudizi;
- attitudine alla comprensione e allo studio del Simbolismo massonico;
- disponibilità a modificare le proprie opinioni attraverso il dialogo
e un costante perfezionamento;
- disponibilità naturale al rispetto delle opinioni degli altri.
Il Rituale
Anche nei Rituali vengono ripresi i criteri di ammissione. In quello di
Iniziazione, per esempio, il Fratello Cerimoniere presenta il candidato, con
gli occhi bendati, in Tempio, dicendo: «È il profano ..., che desidera
essere iniziato alla Massoneria. Egli dichiara di essere libero e ha una
buona reputazione (...). Ora egli viene a noi liberamente e spontaneamente,
debitamente preparato e sollecita, con umiltà, di essere ammesso alla
Massoneria.»
Più esplicitamente, nel Rituale per il Ballottaggio, il Maestro in
Cattedra richiama i Fratelli alla prudenza prima di decidere una nuova
ammissione, invitandoli a sincerarsi «se un candidato sia idoneo o meno ad
essere iniziato alla Massoneria. Un passo falso potrebbe essere fatale. Se
noi introducessimo in Loggia un candidato di cui non fosse accertata
l’idoneità ad usare i nostri arnesi, oppure che non avesse un carattere
socievole o che fosse propenso alla disputa per malevole disposizione,
arrischieremmo di creare le premesse per un’atmosfera tutt’altro che
fraterna. Il pericolo di confusione sarebbe grande e non sarebbe da
escludere che una tale situazione potrebbe concludersi con la dissoluzione
della Loggia. L’atto che stiamo per compiere è quindi di estrema importanza
e responsabilità. È quindi vostro dovere, carissimi Fratelli, esprimere i
vostri dubbi e le vostre perplessità, affinché la decisione della Loggia sia
improntata a saggezza (...)».
Il Libro dell’Apprendista
Nel Libro dell’Apprendista, alla risposta al quesito n° 3 («che cosa si
deve essere per diventare Libero Muratore?»), viene specificato il
significato del concetto «Uomo libero e di buoni costumi».
Si precisa inoltre che il neofita deve poter decidere liberamente la sua
adesione, senza essere condizionato da motivi egoistici, rilevando in
particolare: «Ci si sbaglia purtroppo frequentemente, per cui è necessario
agire con circospezione e prudenza. Dobbiamo essere certi che soltanto
nobili aspirazioni conducano il neofita alla soglia del Tempio e non la
ricerca di un qualsiasi vantaggio materiale.»
Recentemente il Fratello Michel Cugnet, ex Grande Oratore della GLSA,
nell’opuscolo «Qui se cache derrière la Franc-maçonnerie?», ha riassunto le
principali condizioni per l’ammissione:
- non essere legato da costrizioni morali o fisiche all’appartenenza a
una setta o a organizzazioni simili;
- non essere sotto tutela;
- non essere stato condannato per crimini commessi;
- non essere escusso per debiti;
- beneficiare di una situazione stabile e di un reddito onesto;
- avere il consenso del proprio coniuge;
- non essere razzista, xenofobo o sprezzante verso i più deboli.
Disposizione naturale
La dottrina massonica evidenzia come l’importanza dell’ammissione di un
nuovo membro discenda sia dal processo stesso dell’iniziazione, sia
dall’esigenza di sapere con chi ci si sta affratellando.
«Iniziare qualcuno» significa infatti farlo Massone, ossia ammetterlo
all’Arte (in conformità all’antico rito massonico) e renderlo Fratello fra
Massoni (cfr. Bernard E. Jones, «Guida e compendio per i Liberi Muratori»,
pag. 259).
La prima condizione per poter diventare «iniziati» è quindi una certa
attitudine o disposizione naturale, senza la quale ogni sforzo risulterebbe
vano «poiché l’individuo non può evidentemente sviluppare che quelle qualità
che porta in sé fin dall’origine» (Luigi Troisi, «I figli della vedova»,
pag. 65, nota 3).
L’iniziando deve potersi avvicinare alla «sapienza esoterica», non
accessibile a tutti.
Deve poter provare il desiderio di confrontarsi con domande basilari
quali «Da dove deriva il perfetto ordine del Tutto? Qual’è l’origine e il
senso della Creazione?» e ancora «Chi sono io? Da dove vengo? Dove sto
andando?»: chiunque si sia posto questi quesiti è, secondo Luigi Ranieri
(«La Massoneria», pag. 25) un potenziale iniziato.
Vi è anche chi parla dell’adesione alla Massoneria come di una «vocazione
», di una chiamata interiore, che si manifesta mediante una libera
obbedienza alla legge morale, che impone di «non fare agli altri ciò che non
vorresti fosse fatto a te» e di «fare agli altri, dopo avere imparato
l’Arte, ciò che vorresti fosse fatto a te, senza bisogno di chiederlo» (cfr.
Leone Braschi, «La Massoneria», pag. 11 e segg.).
Vale comunque per tutti i pensatori il principio che la Massoneria – a
differenza di quanto accade per i partiti politici e per le associazioni
profane – non esercita il proselitismo, cioè non si pone il problema della
ricerca attiva di nuovi adepti; essa aspetta sino a che qualcuno bussi alla
porta del Tempio (cfr. Marcel Valmy, «I Massoni»).
La Fratellanza massonica è e resta quindi di tipo elettivo: un privilegio
di pochi, nella speranza di poter diventare destino di tutti.
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