Tema
Architettura e Massoneria
O dell’architettura come carica di concretezza e ideologia che sono alla base dell’azione di stimolo alla risoluzione dell’insegnamento massonico …
Carlo Cocco – Loggia Brenno Bertoni, Lugano
Già, perché un muro o uno spazio murato sono l’impasto di
mattoni pietre cemento pensiero degli uomini e lavoro pesante
degli uomini. Bertolt Brecht lo ricorda
:“Tebe dalle sette porte, chi la costruì?Ci sono i nomi dei re,
dentro i libri.Sono stati i re a strascicarli, quei blocchi di
pietra?
Babilonia, distrutta tante volte, chi altrettantela riedificò?
In quali case di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?”
e perché, quel pensiero degli uomini e il lavoro pesante degli
uomini sono infine una sorta di “invaso totale” nel quale far
confluire l’opera di ogni tempo: sia la più libera creazione
della fantasia sia, rimosso il velo simbolico, lo sforzo d’un
equilibrio che renda vivente, articolato, sensibile alle
variazioni naturali il concepimento muratorio. André Gide,
immedesimato particolarmente nel chiarimento d’una verità
paradossale ma per lui d’un’importanza psicologica considerevole
nel mentre scrive la prefazione a Vol de Nuit di Antoine de
Saint-Exupéry, dice:
“… que le bonheur de l’homme n’est pas dans la liberté, mais
dans l’acceptation
d’un devoir.”
Forse divago: allora – senza ubriacarci di termini che
rasentano pratiche catechistiche - torniamo al modo di murare il
mattone e di lavorare la Pietra Grezza fino alla forma ultima
dell’ “oggetto stesso”, che quanto più si modella sulla volontà
e sul pensiero di noi esseri terreni tanto più è la nostra
storia e della materia anche con tutti i suoi millenni, e le
cave, le miniere, le fornaci e il lavoro dell’intera umanità.
Come succede murando e modellando: si è portati, dunque, a fare
considerazioni degne di attenzione, che prospettano problemi e,
spero, invoglino al dibattito. Eccole, in breve.
Rapporti fra dimensione simbolica ed
estetiche tradizionali
Una riflessione immediata su Architettura e Massoneria, specie
se condotta in riferimento ai rapporti fra la dimensione
simbolica della Tradizione muratoria e la serie di “leggi”,
“attributi”, “qualità”, “regole” e “principi”, ossia di quelle
“estetiche tradizionali” della cultura storica e stilistica
dell’Ars aedificandi, presenta il rischio, se affrontata non
criticamente, di far emergere prevalentemente una certa
vocazione letteraria, utilitaristica della teoria massonica così
come ferma in una sorta di curiosità esotica, di abilità
mimetica, di relazione aristocratica con un mondo figurativo che
mette in risalto lo scopo di un elemento architettonico, di
un’epoca, tralasciando però la natura dello scopo stesso;
insomma, una sorta di verità statica: quasi un’ “enorme cantiere
di sopravvivenze arcaiche”
Ma, criticamente, quando poi nel “cantiere” si scavano i solchi
di fondazione di un edificio – del nostro edificio interiore,
anche–egli scavi ed i cumuli di terra scavata e disposta a
ridosso dei solchi segnano la prima impronta dei percorsi degli
spazi di qualche segreto funzionale, allora l’architetto, come
diceva un mio primo maestro, o il massone, come dico ora per
similitudine nel contesto del tema, è finalmente nella
condizione di controllare – spesso col cuore sospeso – la
consistenza del proprio pensiero, e di rendersi conto se il suo
presente è più ricco del suo passato; e, ancora, se ha del mondo
un’immagine cristallizzata o se tale immagine è in divenire; e,
infine, se il suo pensiero – ma quanta fatica per maturare un
pensiero!–quante cose deve vedere e rifletterne il contenuto più
recondito. E quanta introspezione ci bisogna! guardandosi in uno
specchio vecchio quanto il mondo che riflette la propria
immagine quale essa è nella sua realtà: apparente o assoluta,
secondo se le mura del Tempio non parlano o, finalmente,
parlano. Ecco, nella sarabanda di supposizioni e di deduzioni,
di immagini materiche e di echi simbolici, di storia e di
leggenda, di ragioni e di suggestioni, come l’Architettura:
principio e fine della missione di ogni nobile arte, abbia
offerto le proprie forze alla Massoneria e, la Massoneria, dal
canto suo, ne abbia appreso la perfezione quando dette fulgore
alla propria immagine e sostegno alle sue proprie forze,
disponendole nell’ordine delle cose di ragione, tutte
indirizzate sul percorso massonico della Verità.
E il risultato è stato la costruzione del Tempio Universale
attraverso i secoli, dalla compattezza strutturale
all’erudizione e all’artificio stilistico.
Il privilegio dell’Architettura
L’uomo, a mio parere, si muove e agisce all’esterno e in ogni
cosa reale: avvolge, cioè, non solo la concretezza delle forme,
ma ne modella anche tutto ciò che è nel loro spazio interno.
L’unico privilegio dell’Architettura in ogni sua espressione
razionale, infatti, non è soltanto quello di “formare” gli spazi
con scatole strutturali e di riparo, ma anche quello di
costruire un mondo interiore, quasi un rovescio dello spazio
secondo leggi dettate dalla geometria e dalle emozioni umane,
dove cultura, politica, fede, vita individuale e sociale, infine
ombra e Luce si fondono: uniti nel significato esoterico della
morte e della vita, delle tenebre e della conoscenza, della
memoria e della rinascita in una cavalcata senza sosta
attraverso la storia. E proprio in questi elementi la Massoneria,
qualora sappia intendere la realtà quale essa si offre alla
nostra mente, può cogliere una propria Verità dinamica: superare,
ossia, ogni confine sollecitando il pensiero di chi è iniziato
verso la Luce. E se così è, nulla potrà togliermi dalla mente
che sarà l’Opera di ogni tempo, sia essa la più libera creazione
della fantasia sia quale concepiva Boccaccio l’opera sacra: “…
un discorso che, sub velamento fabuloso, nasconde (al pari
dell’Architettura) un esempio o una dimostrazione…” che trova
per finire un significato non superfluo. Ecco, come questa può
essere l’ipotesi che lanciata alla Massoneria, e, tramite la
Massoneria, può pervenire al massone e all’intera umanità, per
rientrare nel tema specific dell’Architettura e Massoneria come
ambiente culturale da cui affiorò la Massoneria Speculativa
nell’Inghilterra Hannoveriana colla formazione della Gran Loggia
di Inghilterra. E questo è riscontrabile a partire dagli “juvenes”
di Pitagora (quei “giovani novizi” su cui si potesse avviare
un’opera di cambiamento interiore) e fino ai movimenti
iniziatici, in parte presocratici, seppure fossero e sono spesso
avvolti nelle nebbie del mito, e finanche alle operose
confraternite di pensiero o di attività manuale (possibile
reminiscenza di associazioni che, tuttavia la dualità geografica
e politica tra la “Valle” e il “Delta” dei regni dinastici
nell’Egitto faraonico, vengono tradizionalmente a coincidere con
la XII dinastia [1991-1778], uno fra i periodi più floridi della
complessità storico-critica egiziana in tutti i campi, economico,
militare, artistico e letterario;odi discendenza dei collegi di
artigiani costituitisi a Roma fin dall’VIII secolo prima della
nostra era, spesso combattuti dalle autorità civili e religiose
poiché usavano accettare i loro membri solo dopo segrete
cerimonie di iniziazione) e alle virtuose corporazioni forgiate
nei grandi cantieri di costruzione delle cattedrali, allorché,
dall’autunno del Medioevo al tardo Ottocento, percorrendo le
strade del vecchio Mondo si presentavano per portare avanti
fraternità e laboriosità, conoscenza e discorsi basati, più che
sullo scritto e sull’essenzialità ontologica del pensiero o del
lavoro, sulla parola orale e sulla trasmissione iniziatica della
stessa. Il collegamento è preciso: l’amore inteso in senso
iniziativo, ovvero l’amore che salva dalla morte, che rinnova e
vivifica, come in tutti i movimenti esoterici – così comein
Dantecon i suoi “Fedeli d’Amore” e “… l’Amor che muove ‘l sole e
l’altre stelle…” - e le geometrie chiuse che si realizzano con
il numero indispensabile di punti, dalla geometria perfetta, fra
tutte, del cerchio (idea del movimento continuo e dell’eterno
ritorno) all’esoterismo delle geometrie strutturali e estetiche
o armonie spaziali con materiali simbolici d’interpretazione
d’ordine fisio-psicologico, fra tutti: il cubo (l’integrità, la
sicurezza) e le colonne (l’emozionale, il “maschile”, la
polarità primaria) e i capitelli, i fregi, le antefisse (interpretazioni
razziali, sociologiche, antropomorfiche) e l’architravatura (il
“femminile”, perché derivativo), come nelle vicende del Tempio,
distrutto e ricostruito a significare l’eterno processo di
ricostruzione del sacrale e, analogamente, l’allegorica
autoedificazione morale della realtà interiore d’ogni essere
dall’intelletto
intuitivo, e fin dall’interno della famiglia per risalire poi a
tutti gli eventi della società universale.
Simbolismo e cultura
Allora è naturale che nell’esaminare I rapporti tra simbolismo e
cultura, la nostra attenzione si rivolga in primo luogo al
problema delle origini delle civiltà e, quindi, al problema
degli orizzonti culturali dell’uomo arcaico riprodotti nel suo
lavoro, ossia: in quello che nel tempo e nello spazio sarà poi
precisato un colossale patrimonio espressivo universale e, come
tale, sarà reso trasmissibile. L’indirizzo filosofico della
Massoneria si riflette pertanto nell’Architettura e, come
accennato in precedenza, particolarmente nell’Architettura
dell’epoca classica. Ne rintraccia l’immane realtà prefigurale,
cioè: quell’essenza della causalità a cui riconduce la “Saggezza”,
donde perviene la “Forza” che riduce l’astratto al concreto,
mentre la “Bellezza” simboleggia il momento iniziale del
movimento circolare (Primum Movens): la perfetta regolarità, la
“Volontà assoluta” orientata a richiamare tutte le espressioni
possibili del “Pensiero” (Logos) verso l’ “Unità” assoluta che,
come tale, può essere pensata soltanto compiuta in se stessa.
Il simbolismo muratorio è dunque un fenomeno insito nella stessa
sua essenza, perché ogni parte di esso può facilmente essere
ridotto ad un segnale stimolante, ad una immagine estetica che
forma poi l’oggetto della nostra contemplazione e della nostra
vita interiore. Alla pari l’Architettura, nel suo sforzo di dare
una base e una storia all’uomo, s’inserisce nella cultura
proponendone anzitutto una costante revisione critica e,
superata l’antitesi tra libertà individuale e pianificazione
sociale, integra ogni sua esigenza nella pratica. Riflessione
questa – assolutamente contemporanea circa le valenze della
Massoneria e dell’Architettura – che ci riapre le porte del
Tempio mistico verso una realtà sempre nuova, più vicina: “…
quella che è intorno e dentro di noi”, afferma Nietzsche “ e che
comincia, a poco a poco, a mostrarci colori e bellezze ed enigmi
e ricchezza di significati; cose queste che l’umanità più antica
non sognava nemmeno…”. E l’ “idea” si formerà: perché lo scopo
finale di ogni nostra attivazione è l’ “edificio”, il
completamento del “Tempio mistico” come quella “cattedrale
dell’arte”, raffigurata nel frontespizio del primo manifesto del
Bauhaus, che evidenzia nel disegno di L. Feininger il
superamento di ogni interna, profonda nostra scissione verso
ogni integrazione del simbolo nei metodi più avanzati della
costruzione della nostra identità.
Adattare la sostanza alla forma rappresentativa
Le organizzazioni corporative presentavano strutture molto
gerarchizzate, lasciavano però agli operai la speranza di
accedere alla dignità di maestro d’arte: l’operaio doveva
provare di avere imparato il mestiere per gli anni necessari,
dare prova della raggiunta maturità con l’esecuzione d’un ottimo
lavoro e, così, farsi accettare dai suoi confratelli di pari
grado fino alla maestria. La solidarietà e la fraternità era
allora fattore di equilibrio nella gerarchia verticale. La
socialità e i rituali servivano a diffondere l’ideologia delle
società di mestiere e, quindi, a concretizzare di fronte ai
profane l’unità di un mondo diverso. L’iniziazione trasmetteva
all’interno la rivelazione di un’ideologia fraterna unita dal
segreto e dal giuramento. I secoli passano, la società umana,
nonostante l’ondata d’irrazionalità dei sentimenti, compie i
suoi progressi, ma a me, così come ai miei Fratelli, resta il
compito di foggiare il “material grezzo” dell’esperienza
dell’uomo per farne il veicolo del tema da esprimere; resta
anche il compito di adattare la sostanza, ovvero: il contenuto
intellettuale alla forma rappresentativa; resta il compito di
prospettarmi in un future avendo acquisito un passato: il
racconto reale e fantastico del percorso umano; “reale” perché,
come ogni muro ed ogni spazio dovrebbe essere modellato su
misura ed istanza degli uomini; “fantastico” perché la strada,
che dovrebbe pur riconquistare il senso del percorso umano,
porta con sé un ricordo intense della nostra infanzia originaria,
laddove l’esistenza non era fondata sul nulla, sul caos, sul
male, sul vuoto metafisico insomma. Ed ecco dunque, che a
precisare un’immagine in Architettura con le pietre e I mattoni
e il cemento debbo attendere la conclusione dei lavori in
cantiere, così come ad intuire il mistero della Massoneria devo
lasciare che il graduale insegnamento iniziatico si compia e che
io partecipi infine di quella esperienza suprema!
|
|