Tema
Le fonti della Massoneria
Tutte le volte che si parla delle origini della massoneria siamo confrontati a dover riflettere sul concetto di “tradizione” “mito” “leggenda” da un lato e dall’altro dal concetto storico.
Floriano Pellanda – Brenno Bertoni, Lugano
Storia, tradizioni, miti, leggende
Per tradizione, mito, leggenda, si considera generalmente
tutto quanto sia opera di un sapere tramandato oralmente da
generazioni a generazioni; spesso coronato da un alone fiabesco
ove talvolta si stenta a trovare il giusto equilibrio con un
razionale ragionamento. Questo alone fiabesco non è nient’altro
che una credenza tenace che mette le diverse divinità o forze
sovrumane al centro di tutte le vicissitudini umane.
Miti e leggende sono dunque quell’eredità preziosa che ci
giunge da tempi lontanissimi ma che dobbiamo imparare a
interpretare con gli occhi della razionalità storica.
Ma lo storico non puo’ che ordinare una serie di elementi del
passato e dare ad ognuno di questi il particolare interesse che
lo stesso storico intende attribuirgli.
Dunque il significato di questi fatti, la loro relativa
importanza, la loro inserzione in un avvenire globale, è una
questione di interpretazione.
La ricostruzione che lo storico tenta di elaborare di un
fatto o di un avvenimento non può essere che “interpretativo” in
attesa del passare del tempo che finirà per dargli un senso e
una spiegazione logica, in un rapporto sempre attuale tra
passato e futuro.
La storia è quella dell’uomo e della società e questo ha un
proprio tempo evolutivo che spesso non si esaurisce dal passato
al presente come lo si vorrebbe, ma dal presente al passato,
poiché la storia è una proiezione di certi aspetti della
coscienza presente che ricerca nel passato la sua propria
identità.
Allorquando una dottrina, un’ideologia si manifesta nel
passato, la storia risponde come un eco a coloro che formulano
le interpretazioni. Domande e risposte obbediscono alle
interpretazioni in un circolo chiuso di convinzioni prestabilite
oppure esse suscitano polemiche infinite.
Talvolta la quantità di informazioni disponibili di un
avvenimento del passato può benissimo soddisfare le esigenze le
più contraddittorie.
Le stesse informazioni possono avallare una tesi come
eliminarla a seconda della convinzione precedentemente elaborata.
La realtà storica risulta talvolta multiforme; essa non
contempla un senso e uno solo ma molteplici.
Ciononostante, concepita e voluta come scienza, la storia
vuole ubbidire a certe esigenze rigorose. Essa ha un costante
desiderio di chiarire certi grovigli di avvenimenti, o
interpretare il ruolo del tale personaggio, o certe strutture o
meccanismi inseriti nel complesso intrigo di avvenimenti reali.
Ma la storia, ubbidendo a questa sua funzione presenta un
avvenire aperto, insicuro, interpretativo, mentre l’uomo mira
d’istinto a risposte sicure come quelle generate da miti e
tradizioni.
Nella tradizione l’uomo trova delle pos-sibili comprensioni
che non soltanto influenzano le sue decisioni pratiche ma
costituiscono pure in una certa misura, la struttura portante
per una comprensione del suo essere.
Miti e Tradizioni non si limitano soltanto alla conservazione
o alla trasmissione di un sapere; ma s’identificano alla vita di
un’intera comunità e riaffermano costantemente che il destino
dell’individuo non è separabile da quello del Cosmo.
Una simbologia di mestiere
Al termine di questa riflessione sulla storia e sulla
tradizione, possiamo tranquillamente chiederci dove situare i
concetti che hanno presieduto e presiedono ancora l’istituzione
massonica che si vuole “Ordine tradizionale e iniziatico”. In
una prospettiva storica leggende, tradizioni, miti, non
sarebbero che reminiscenze di dicerie e favole che stanno
scomparendo davanti all’irresistibile avanzata di una
intelligenza adulta, guidata da uno spirito investigativo
razionale.
Anderson nelle Costituzioni fa risalire le origini della
massoneria ad una lontanissima antichità; non si tratterebbe ben
inteso di “verità storica“ nel senso attribuitagli dagli
illuministi ed enciclopedisti né tanto meno di “scienza storica”;
queste antiche leggende non si spiegano che nel mito e nella
leggenda pura.
Ciò nonostante oggi ancora nella pratica quotidiana, e cioè nei
lavori abitudinari di Loggia, molti sono gli elementi di
ispirazione tradizionalista; è il ricordo di una tradizione
concentrata su una simbologia di mestiere e rivela che per
penetrare il valore intrinseco l’uomo deve sapersi immedesimare
in essa.
L’uso di utensili, il lavoro in loggia, non sono dei semplici
gesti, ma rappresentano una riedificazione alla vita comunitaria.
Ma vediamo cosa ci propone la leggenda: sforzandosi di
perfezionare l’architettura primitiva, i primi costruttori
dovettero cominciare a studiare i misteri della geometria. Essi
furono spinti a frequentare uomini intelligenti che cercavano di
penetrare i segreti della natura.
Quando le caste sacerdotali vollero costruire un tempio alla
loro divinità, dovette per forza di cose servirsi di muratori e
tagliapietre esperti; questi ultimi vennero così iniziati dalla
stessa classe sacerdotale a certi segreti e simboli che venivano
poi riprodotti nelle costruzioni. Così l’artigiano muratore fu
sempre piu’ erudito degli altri artigiani di altri mestieri.
In Egitto i muratori formavano una corporazione prestigiosa e
la leggenda ci dice che custodivano gelosamente dei segreti.
In Grecia esisteva una società segreta degli architetti il
cui simbolismo ricordava i loro attrezzi di lavoro; essi si
spostarono fino nelle Indie.
Quando Salomone volle costruire il Tempio a Gerusalemme,
Hiram il capo maestro architetto e dei compagni fenici
costruirono il primo nucleo di costruttori al quale vennero ad
aggiungersi dei greci e certamente anche degli egizi.
La costruzione dell’imponente tempio di Salomone favorì
l’incontro di svariate organizzazioni e si può supporre abbia
dato origine a uno scambio di conoscenze di diverse tradizioni.
Questo spiega in parte perché tutto quanto si riferisce al
tempio di Salomone ha lasciato una profonda impronta nelle
corporazioni.
Molto più tardi le organizzazioni occulte ed iniziatiche di
mestiere hanno senz’altro visto in questo supremo omaggio reso
all’idea di un monoteismo integrale e intransigente un
fondamento all’insegnamento esoterico.
Alla leggenda di Hiram, legata alla costruzione del tempio di
Salomone, le diverse corporazioni iniziatiche e segrete di
mestiere gli hanno poi conferito un senso analogo a quello dei
miti antichi. Così i massoni, costruttori del tempio dedicato
alla gloria del Grande Architetto dell’universo, secondo la
tradizione, hanno saputo custodire segreti e simboli
tramandandoli da generazioni a generazioni.
Grazie a queste tradizioni artistiche e simboliche le diverse
associazione di costruttori seppero così comunicare per tutto il
Medio Evo il loro sapere, i loro segreti, i loro simboli. Queste
tradizioni rappresentavano un patrimonio che si riferiva ai
segreti matematici e architettonici, lontani nel tempo e nella
memoria, ma che avevano consentito la costruzione delle grandi
cattedrali medioevali, realizzando edifici imponenti per
dimensioni e complessità di calcolo.
Le origini inglesi del XVIII° secolo
Ovviamente la storia, purificata da leggende e miti dà altre
informazioni circa le origini della massoneria.
Se l’origine della massoneria appariva indissolubilmente legata
alla leggenda muratoria, alla storia antica cioè al mito
ermetico ed egizio, la storia ufficiale alle dimensioni mitiche
delle origini massoniche preferì quella più recente e in
particolare quella delle origini inglesi del XVIII secolo.
E’ accertato comunque che la massoneria si sviluppò
originariamente in area britannica attraverso l’evoluzione e
trasformazione delle antiche corporazioni o gilde.
Nuove esperienze economiche, un mercato più dinamico, una
società maggiormente aperta rendevano necessariamente meno
rigidi i rapporti fra aristocrazia (la nobiltà al servizio del
re) e società civile, proprio nel momento in cui la presenza di
corpi intermedi rappresentava un po’ ovunque nell’Europa del
tempo, un ostacolo alla concentrazione dei poteri nelle mani dei
sovrani.
Le corporazioni di artigiani muratori godevano nella
struttura sociale dell’Ancien Régime di un prestigio superiore a
quello di altre associazioni di mestiere. I maestri muratori,
riconosciuti ed accettati nelle corporazioni, erano in possesso
di una serie di tecniche, di conoscenze e di principi che
consentivano loro di svolgere un’attività che sconfinava nella
progettazione ingegneristica.
La corporazione possedeva inoltre una tradizione culturale e
propri miti assai più complessi delle altre corporazioni di
mestiere.
André Combes, storico e massone pensa che la Massoneria delle
corporazioni di mestiere sia esistita sul continente europeo
alla fine del Medio Evo e che la Massoneria professionale
sarebbe sopravvissuta in Inghilterra e Scozia ; essa si sarebbe
adeguata al suo tempo dopo le costruzioni delle ultime
cattedrali.
Per sopravvivere le Logge avrebbero ammesso nelle loro file
dei borghesi e dei nobili. Essi trasformeranno la massoneria
operativa, quella legata alle corporazioni professionali, in
massoneria speculativa, quella della filosofia.
Sappiamo infatti come era già all’interno delle corporazioni
professionali vivo l’interesse per quelle tradizioni filosofiche
e matematiche che aspiravano alla studio della natura e alla
ricerca della perfezione umana attraverso lo studio
dell’architettura e della filosofia.
Questo contribuì a rafforzare nelle corporazioni artigiane
scozzesi la consapevolezza che le loro tradizioni, la conoscenza
dei principi di matematica e di architettura, la conservazione e
la trasmissione del segreto della loro arte poteva essere
utilizzato nella ricerca del modo di conoscere la natura in
chiave mistica, di raggiungere la perfezione umana e quella
universale, di comprendere i segreti dell’universo.
Gli artigiani delle corporazioni sarebbero stati
particolarmente sensibili e predisposti a questi suggerimenti,
poiché nella loro stessa cultura esistevano già dei miti e
tradizioni che ricollegavano la loro arte al matematico Euclide
e alla scienza degli egizi.
Questa nuova organizzazione faceva supporre che la massoneria
diventava non soltanto una corporazione di mestiere ma anche un
luogo di iniziazione all’arte della memoria e alla scienza.
Un’impresa questa che consentì alla muratoria di trasformarsi da
operativa in speculativa e di apparire oggetto di interesse non
soltanto agli occhi egli artigiani del mestiere ma anche a
gentiluomini con interessi filosofici.
La filosofia massonica si arricchisce di nuovi importanti
addetti e diventa ben presto un luogo di incontri di uomini
animati di sentimenti di tolleranza e di fraternità, di
umanesimo e di un’alta elevazione morale, in un mondo diviso
politicamente e religiosamente. Al seguito di tale riforme ,
quattro Logge di Londra si riuniscono nel 1717 per formare una
Grande Loggia di Londra. Al pastore James Anderson venne
affidato l’incarico di redigere le Costituzioni di Anderson
(1723)
Queste costituzioni formano il manifesto della massoneria
speculativa. Per quel che concerne la religione, la costituzione
d’Anderson è veramente innovativa e rivoluzionaria perché si
tollera tutte le religioni e tutte le opinioni politiche e
applicano un nuovo credo: la fratellanza malgrado la diversità
di religioni e di credo politico.
Sotto l’aspetto simbolico si fa rivelare che ormai la
cattedrale da costruire non sarà più’ un tempio di pietra, ma
che l’edificio da innalzare in onore e alla gloria del grande
Architetto dell’Universo sarà la cattedrale dell’universo, vale
a dire l’Umanità.
Il lavoro sulla pietra grezza, destinata a diventare cubica,
cioè perfetta e adattata alle esigenze della costruzione , sarà
l’uomo che dovrà levigare sé stesso a poco a poco a contatto con
i suoi simili.
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