Dossier
Il Massone e l’irreversibilità del tempo
Il Libero Muratore impara presto a rendersi conto che l’universo massonico è scandito da elementi temporali ben precisi: il calendario con i solstizi invernale ed estivo, i lavori di Loggia che si sviluppano da mezzogiorno a mezzanotte, il gabinetto di riflessione nel quale un teschio e una clessidra ci ricordano l’ineluttabile esito della nostra vita.
Daniele Bui
Il tempo è percepito in primo luogo come condizione
onnipresente, cambiamento perpetuo che trasforma il presente in
passato. Come nella mitologia greca dove Kronos, uno dei titani,
si unisce con sua sorella Rea, con la quale ha numerosi figli
che divora subito: uno di essi, Zeus, scappa a suo padre e
libera i suoi fratelli per formare la prima generazione degli
dei dell’Olimpo.
Il tempo, Kronos, distrugge tutto ciò a cui dà vita.
Colui che genera è dunque allo stesso momento colui che
annienta la propria prole. Il tempo, Kronos, distrugge tutto ciò
a cui dà vita. Questo paradosso costituisce l’essenza del tempo,
la sua natura. Il mistero del tempo risiede forse proprio in
questa strana privazione di essere. Già Aristotele notava nella
Fisica come paradossalmente il tempo che è stato non è più e
quello che deve ancora arrivare non è ancora. Da tale punto di
vista ciò che è composto di non-esseri sembra sfuggire alla
categoria della sostanza. Ora se il tempo è non essere e
privazione e l’uomo è iscritto e limitato nel tempo, perché è
destinato a morire allora il tempo diventa il marchio della sua
finitezza. Se il tempo ci segnala i nostri limiti ciò è dovuto
soprattutto alla sua irreversibilità. Se lo spazio è reversibile
perché posso andare da Lugano a Berna e da Berna a Lugano, il
tempo invece si presenta come irreversibile. Tutto scorre, tutto
passa, è una delle prime constatazioni umane. Come scriveva
Eraclito non si può scendere due volte nello stesso fiume,
perché la seconda volta che mi immergo non sarà più nella stesse
acque dal momento che quelle di prima sono già passate.
L’irreversibilità del tempo non è nient’altro che l’altro volto
della morte, è l’inevitabile causa di distruzione, principio di
corruzione. Il tempo è dunque la dimensione nella quale l’uomo
coglie la sua condizione come limitata e precaria. L’uomo
sospeso tra passato e futuro non può afferrare nulla di stabile.
La coscienza del tempo è coscienza di degrado e di morte, il
tempo quindi è qualcosa di inquietante. Per questo nell’uomo
esiste spesso un rifiuto del tempo e un’aspirazione all’eternità,
ad un eterno presente fuori dal tempo.
Il tempo come alleato
Ma il tempo è ugualmente ciò per cui l’uomo si realizza come
progetto. L’uomo coglie l’avvenire come un campo di sviluppo di
lui stesso, tanto dal punto di vista individuale ( affermazione
del proprio io) che da quello collettivo (progresso dell’umanità).
Il tempo allora non è più percepito come degrado ed inquietudine,
ma come arricchimento e speranza. Il tempo diviene allora storia,
cioè durata creatrice fondata su degliatti di libertà. L’uomo è
un essere storico: il suo autentico tempo non è quello biologico
o cosmologico. Questo è un tempo oggettivo che è la dimensione
secondo la quale si ordina la successione dei fenomeni, è il
tempo concepito come ambiente indefinito analogo allo spazio,
nel quale si sviluppano gli avvenimenti. È il tempo scandito in
modo univoco dagli orologi. Tutta-via, accanto a tale tempo
oggettivo, scientifico, esiste – come ha ben sottolineato
Bergson – un tempo soggettivo, che è il tempo del vissuto del
soggetto, il tempo dell’anima che può dilatarsi o contrarsi
notevolmente a dipendenza del vissuto degli eventi.
Il vero tempo dell’esistenza è il tempo del lavoro
umano.
Ciò che proviamo allora non sono dei secondi, dei minuti o
delle ore, ma la continuità e lo spessore quasi materiali di una
durata. Il tempo non è più una forma vuota che attornia le cose
e gli esseri, ma al contrario la pulsazione stessa della vita.
Il vero tempo dell’esistenza non è quello degli strumenti di
misura esterni, ma il tempo del lavoro umano, quello per il
quale l’uomo informa il mondo ed entra in rapporto con le altre
coscienze. Questo è il vero tempo della libertà. Ebbene la
Massoneria in quanto ordine iniziatico teso allo sviluppo morale
e spirituale dell’individuo deve tener presenti ambedue i
fattori temporali menzionati. Lo fa soprattutto attraverso i
rituali che costituiscono un «ritorno alle origini» nei quali si
riproduce un gesto archetipico in grado di rigenerare il tempo e
lottare contro il divenire. Ma può farlo anche nel mondo profano
attraverso attività che permettano di cogliere l’ essenza del
tempo. Personalmente, come docente di cultura e di filosofia,
racconto agli allievi dei primi anni una storiella istruttiva
che li invita all’inizio dei loro studi a far buon uso di questo
bene prezioso. Il breve racconto, di cui esistono diverse
varianti, è il seguente: «Un professore di filosofia, in piedi
davanti alla sua classe, prese un grosso vaso di marmellata
vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm di
diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore
fosse pieno ed essi risposero di sì. Allora il professore tirò
fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vaso e lo
scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei
vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il docente
chiese agli studenti se il vaso fosse pieno ed essi ancora una
volta, dissero di sì. Allora l’insegnante tirò fuori una scatola
piena di sabbia e la versò dentro il vaso. Ovviamente la sabbia
riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora
una volta il docente chiese agli studenti se il vaso fosse pieno
e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno. Allora
il professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di
birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la
sabbia. Gli studenti risero. Ora, disse il professore non appena
svanirono le risate, pensate che questo vaso rappresenti la
vostra vita. I sassi sono le cose importanti – la vostra
famiglia, i vostri amici, la vostra salute – le cose per le
quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe
ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti:
come la vostra scuola o il vostro lavoro, la vostra casa, la
vostra auto. La sabbia è tutto il resto ..... le piccole cose.
Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il
professore, non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi.
Lo stesso vale per la vostra vita: se dedicate tutto il vostro
tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio
per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose
che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate la
vostra compagna al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre
tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi
cura prima di tutto dei sassi. le cose che veramente contano.
Fissate le vostre priorità…il resto è solo sabbia. Una
studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa
rappresentasse la birra. Il professore sorrise: Sono contento
che tu me l’ abbia chiesto. Era solo per dimostrarvi che per
quanto piena possa essere la vostra vita, c’è sempre spazio per
una birra con gli amici !»
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