Dossier
Il Massone e il profano: un approccio dialettico
Non c’è bisogno di essere un iniziato od un filosofo per chiedersi in che cosa possa consistere una vita saggia, appagante, in grado di permettere un’autentica, completa e profonda realizzazione dell’essere umano.
La maggior parte delle persone ritiene che per raggiungere
questo obiettivo sia sufficiente avere una buona salute, una
situazione affettiva soddisfacente ed un lavoro sicuro. In
questo senso una delle caratteristiche più evidenti della
civiltà contemporanea mi sembra la crisi che sta attraversando
la dimensione del sacro. L’uomo del XXI° secolo si ritrova
completamente assorbito da preoccupazioni profane come il lavoro,
le proprie finanze, il divertimento…Il tempo dedicato allo
spirito, a ciò che in tutte le altre epoche della storia era
considerato essenziale, è ormai ridotto ai minimi termini.
Questo processo non viene vissuto come inquietante ma
semplicemente come l’esito di un’evoluzione storica nella quale
l’uomo avrebbe preso coscienza che per attribuire senso e valore
alla vita la sacralità non risulta né necessaria né sufficiente
ma forse, addirittura, che possa essere considerata irrilevante.
Ideali e valori che solo qualche decennio or sono parevano
assoluti, oggi vengono relativizzati e spogliati di qualsiasi
aura sacrale. Il risultato di questa progressiva erosione della
sfera del Sacro è ciò che Nietzsche chiamava l’ospite
inquietante, cioè il nichilismo, il deserto di qualsiasi valore,
il nulla. I sentimenti dominanti sono quelli della rassegnazione
e del disimpegno. L’unico valore sempre più idolatrato è quello
del dio denaro e il suo correlato naturale, il consumismo,
chiamato a colmare tutti i vuoti esistenziali e culturali emersi
prepotentemente in questi ultimi tempi. Fortunatamente esiste
una esigua minoranza che invece non si ritiene soddisfatta da
una tale situazione. Sente o percepisce intuitivamente un vuoto,
una mancanza di qualcosa. Si tratta di una dimensione distinta e
completamente differente da quella triviale della vita
quotidiana. È una dimensione che esprime il rapporto dell’uomo
all’assoluto, è l’orientamento verso l’incondizionato. La storia
dimostra che la scienza può offrire al massimo verità relative,
fallibili, approssimate mentre l’uomo sente il bisogno di verità
assolute. Spesso è proprio tale desiderio che spinge il profano
a bussare alle porte di un Tempio massonico.
La negazione della vita profana
Una volta iniziato l’Apprendista impara presto che la sua
condizione è analoga a quella di una pietra grezza, emblema del
suo stato di imperfezione. La pietra grezza simboleggia l’uomo
nelle tenebre dell’ignoranza, nel caos assurdo della vita
profana, l’uomo schiavo delle proprie passioni. È l’immagine
dell’uomo comune, dell’individuo rozzo, il quale solo attraverso
un serio e costante lavoro su sé stesso può migliorarsi e
perfezionarsi. Il maglietto è lo strumento utilizzato dai
Massoni per far saltare le asperità della pietra grezza,
dobbiamo imparare ad utilizzarlo con lo scopo nobile di
sbarazzare il nostro cuore e la nostra coscienza di tutti i vizi
e le superficialità della vita profana.
Progressivamente nell’Apprendista si fa sempre più chiara
un’immagine o una rappresentazione bipolare della realtà
dominata da una suddivisione tra sacro e profano. Per l’iniziato
lo spazio non è più omogeneo, presenta dei livelli
qualitativamente differenti. Ogni concezione iniziatica suppone
appunto una tale distinzione. Profano deriva dal latino pro-fanum
(davanti al Tempio). Il profano è dunque etimologicamente colui
che si trova all’esterno di un luogo consacrato, contrariamente
al sacro che appartiene ad un ordine di cose separato, riservato
ed inviolabile.
Il neofita non si rende ancora conto che sacro e profano
sono due termini correlativi che non hanno senso che l’uno in
rapporto all’altro.
Una volta percepita la Luce il neofita tende a concentrarsi
su sé stesso nel tentativo lodevole di migliorarsi. Riflette sui
simboli ed i rituali, strumenti indispensabili per
l’acquisizione di quei nuovi orizzonti dello spirito nei quali
trovare il vero senso dell’esistenza. Tuttavia sovente commette
l’errore di dimenticare, se non proprio rinnegare, la vita
profana. Si chiude in sé stesso dimenticando che lo scopo finale
dell’insegnamento massonico è di formare un individuo destinato
ad entrare in seguito nel Tempio ideale dell’umanità che si
intende edificare.
Una sintesi dialettica
Il neofita non si rende ancora conto che sacro e profano sono
due termini correlativi che non hanno senso che l’uno in
rapporto all’altro. In altri termini siamo davanti ad una specie
di processo dialettico. La contraddizione che emerge nel momento
dialettico consiste nello svelamento della manchevolezza che
ciascuno degli opposti (attività massonica ed attività profana)
rivela quando si misura con l’altro. La negazione o l’antitesi
consiste nel mostrare come le determinazioni della vita profana
siano unilaterali ed esigano di essere relazionate con altre
determinazioni, quelle appunto della via iniziatica. Ma anche
l’antitesi, in sé stessa, è parziale per cui si può dire che è
proprio questa lacuna la molla che spinge, oltre l’opposizione
ad una superiore sintesi, che è il momento culminante del
processo dialettico. Il momento speculativo o positivamente
razionale è quello che coglie l’unità delle determinazioni
contrapposte, ossia il positivo che emerge dalla risoluzione
degli opposti (la sintesi degli opposti). In altre parole la
sintesi o riaffermazione consiste nel cogliere l’unità delle
determinazioni opposte, cioè nel rendersi conto che esse sono
aspetti unilaterali di una realtà più alta che li ricomprende o
sintetizza entrambi.
La Massoneria essoterica rappresenta il momento
conclusivo di un processo dialettico.
La sintesi quindi si configura come una riaffermazione
potenziata dell’affermazione iniziale, ottenuta tramite la
negazione della negazione intermedia. Potremmo dire che esiste
una dimensione esoterica della massoneria che si propone come
scopo la piena estrinsecazione delle potenzialità psichiche e
spirituali dell’uomo. Nella conoscenza esoterica, quando ci si
addentra nei meandri della metafisica, non è più sufficiente la
speculazione razionale ed è necessario ricorrere a quella
facoltà soprarazionale identificabile in una specie di
intuizione intellettuale, cioè quella Luce massonica
raggiungibile attraverso la costante meditazione di simboli e
rituali. Oltre alla Massoneria esoterica esiste però anche una
Massoneria essoterica, distinta ma non separata dalla prima. La
Massoneria essoterica rappresenta il momento conclusivo del
processo dialettico partito con la constatazione che il
raggiungimento degli obiettivi profani risulta insufficiente per
un pieno sviluppo della propria personalità. Questo senso di
insoddisfazione ha condotto il soggetto alla ricerca di una
dimensione superiore dell’esistenza che la Massoneria è in grado
di raggiungere con un processo introspettivo esoterico. Tuttavia
il cammino dello spirito non può dirsi concluso finché queste
conoscenze non vengono seminate nella vita profana con
l’intenzione di migliorare il comportamento etico dell’uomo,
cioè fin quando si possano creare quelle attitudini mentali che
predispongono alla tolleranza, alla libertà, all’uguaglianza e
alla fratellanza. Anche nel mito platonico della caverna lo
schiavo che è riuscito a liberarsi – una volta preso coscienza
dell’esistenza dell’iperuranio – decide per solidarietà con i
compagni di prigionia di ritornare nella caverna per comunicare
e condividere la sensazionale scoperta. D.B
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