Alpina 11/2006

Da quando c’è storia documentata della Massoneria, e dunque dagli inizi del XVIII secolo, la maggior parte dei Lavori massonici terminano con un pasto in comune. Le relative testimonianze risalgono ai primi anni della Massoneria speculativa, ossia all’epoca in cui è stata creata, nel 1717, la Gran Loggia di Londra e, segnatamente, alle Costituzioni di Anderson del 1723 che già vi facevano allusione. Queste riunioni da tavola in Massoneria vengono chiamate con il significativo nome di Agape. Troppo spesso, però, dicendo Agape, il Massone un po’ distratto, pensa esclusivamente al pasto, al rifocillamento fisico di cui potrà godere al termine dei Lavori in Tempio, dimenticando l’importanza vera e la sacralità di tali riunioni. La parola Agape deriva dal greco e significa Amore!

L’Agape massonica, come riportato nella letteratura e nelle diverse enciclopedie, è dunque un’assemblea fraterna, un convivio d’Amore. Già nel 1766, nell’Étoile flamboyante di T. H. de Tschudy, si leggeva tra l’altro: «L’atmosfera di schiettezza che pervade tutti i convenuti, il tono cordiale che viene assunto spontaneamente per interpretare sentimenti autentici, pongono ognuno a proprio agio: noi lasciamo il Tempio per passare nel vestibolo a banchetti deliziosi, nei quali la frugalità e la prudenza attenuano quanto vi potrebbe essere di troppo impetuoso e di eccessivamente libero. Un esercizio piacevole vi cadenza con metodo, le libagioni che facciamo ed il modo di celebrare i brindisi cari all’Ordine acquistano un merito in più per l’armonia che vi regna…» Occorre ricordare, come accennato in questo testo, che una parte essenziale delle Agapi, particolarmente di quelle rituali, è costituita dai tradizionali toast, ossia da una serie di brindisi dedicati, secondo il Paese in cui vengono praticati, al Re, al Presidente, al Gran Maestro, ai visitatori, ai Fratelli poveri ecc. Nelle nostre Logge, durante le Agapi rituali, è consuetudine celebrare tre toast: il primo dedicato alla Gran Loggia Svizzera Alpina, il secondo alla Patria e il terzo a tutti i Fratelli sparsi nel mondo. Così l’Agape massonica assume il suo senso duplice e profondo: una riunione di Fratelli e un pensiero per gli assenti; un incontro che favorisce l’amicizia e rinsalda la Catena fraterna, che non dimentica, però, coloro che sparsi nel mondo, sono meno fortunati e maggiormente bisognosi di chi, in quel momento, sta festeggiando attorno alla Tavola massonica dell’Amore.

Vogliamoci sempre bene!

Othmar Dürler

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