Il salario in Massoneria
(Alpina 3/2013)
Per la maggior parte delle persone il
salario è il compenso pattuito che si riceve alla fine
del mese per un determinato lavoro che si è svolto.
Evidentemente una tale definizione non soddisfa certo il
rigore e la precisione richieste dalle moderne scienze
economiche, tuttavia credo che il significato comune si
avvicini, approssimativamente, a quello appena
enunciato. Considerazioni meno scontate possono essere
rintracciate nell’etimologia che risale all’antica Roma,
dove i soldati delle legioni venivano spesso pagati in
razioni di sale. Val la pena soffermarsi un attimo su
questo comunissimo condimento che presenta un simbolismo
profondo. Il sale è un principio ermetico ed alchemico
presente nel gabinetto di riflessione. In primo luogo è
simbolo di ospitalità. Nell’antichità, nelle usanze di
diversi popoli (Greci, Ebrei, Arabi, Slavi…) si offriva
il pane e il sale al passante e all’ospite. Inoltre il
sale rappresenta l’unione, la cristallizzazione tra
mercurio e zolfo, rispettivamente principio passivo e
attivo di cui opera una sintesi. Oltre che segno di
ospitalità la sua funzione simbolica è anche quella di
favorire il delicato passaggio dal neofita al
l’Iniziato. La storia di Hiram ci racconta che gli
Apprendisti ed i Compagni percepivano il loro salario
gli uni presso la colonna del Nord e gli altri presso
quella del Sud. L’”aumento di salario” era la giusta
ricompensa, distribuita dai propri superiori, per il
lavoro compiuto. L’origine del termine è quindi molto
probabilmente operativa. Con il passaggio alla
Massoneria speculativa il concetto di “aumento di
salario” varia. È nella propria coscienza che si riceve
un aumento di salario, nel senso di profonda
soddisfazione e spirituale realizzazione per l’opera
compiuta. La Tradizione massonica prevede aumenti di
salario dal grado di Apprendista a quello di Compagno e
da quello di Compagno a quello di Maestro. Le condizioni
per l’attribuzione di tali promozioni dipende dal
periodo storico, dai luoghi e dai rituali. Essi si
concretizzano nell’ambito di tenute solenni, vale a dire
di rituali iniziatici specifici al rito nel quale lavora
la propria Officina. In ultima analisi ciò che però
conta veramente in queste cerimonie non è indossare
paramenti nuovi che certificano la nostra ascensione
nella gerarchia massonica, ma il corrispondente aumento
di Luce conseguente al lavoro serio e costante
sull’animo della nostra persona. Chi si crede “arrivato”
non avrà più margini di miglioramento. Chi si
considera ancora Apprendista potrà sempre progredire.
Daniele Bui
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