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"La bontà e la virtù fanno sì che gli uomini conoscano e amino la loro immortalità, credano in essa e ne godano. Quando l’anima è purificata e illuminata dalla vera santità, essa è più ricettiva rispetto a quelle irradiazioni divine, attraverso cui essa si sente in congiunzione con Dio. Essa sa che ‘Amore onnipotente, per mezzo del quale essa vive, è più forte della morte. Essa sa che Dio non abbandonerà mai la Sua stessa vita, che Egli ha ravvivata nell’anima. Questi aneliti verso un’eterna partecipazione a Lui non sono altro che l’energia del Suo stesso respiro dentro di noi.". John Smith |
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"Sebbene Dio sia dovunque presente, tuttavia Egli è presente a te solo nella parte più profonda e centrale della tua anima. I sensi naturali non possono possedere Dio o unirti a Lui: anzi, le sue facoltà interiori (intelligenza, volontà e memoria) possono solo tendere a Dio ma non possono essere la sede in cui Egli si localizza in te. Ma vi è in te una radice o profondità da cui rampollano tutte queste facoltà, come linee da un punto centrale, o come rami dal tronco di un albero. (questa profondità è chiamata il centro, il basamento ovvero il fondo dell’anima). Questa profondità è l’unità, l’eternità – stavo quasi per dire l’infinitezza – dell’anima tua; infatti è così infinita che niente può soddisfarla o darle requie se non l’infinitezza di Dio.". William Law |
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"Se il percorso liberomuratorio è un approfondimento interiore, il ricongiungimento del Sé finito con il suo Principio Divino, o se vogliamo la reintegrazione del Sé individuale con il Sé Divino, conseguentemente il Metodo liberomuratorio è lo strumento di tale percorso. Tale Metodo quindi, e ci riferiamo in particolare al rituale che ne è l'espressione, è pur sempre esteriore e trasmissibile mediante delle forme, esso sarà quindi in effetti sempre e soltanto una 'preparazione' del Libero Muratore a ricevere il vero insegnamento iniziatico, che si raggiungerà tramite il risultato del suo lavoro personale. Conseguentemente, il Metodo indica la via da seguire, ma non è esso stesso 'la via', il piano da realizzare, il suo scopo essendo soltanto quello di disporre l'iniziato ad acquisire l'attitudine mentale ed intellettuale necessaria per comprendere dei concetti iniziatici". Fabio Venzi, Introduzione alla Massoneria |
"Il centro è, prima di tutto, l'origine, il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principale, senza forma e senza dimensioni, dunque invisibile, e, di conseguenza, la sola immagine che si possa dare dell'unità primordiale. Da esso sono prodotte, per irradiazione, tutte le cose, come l'unità produce tutti i suoi numeri, senza che la sua essenza ne riesca modificata o intaccata in alcuna maniera". René Guénon, Simboli della scienza sacra |
"La visione ermetica delle cose è basata sull'analogia fra l'universo – il macrocosmo – e l'uomo – il microcosmo – analogia di cui l'asse o chiave di volta è lo Spirito o Intelletto universale, prima "emanazione" dell'Uomo assoluto. L'universo e l'uomo si rispecchiano l'un l'altro: tutto ciò che si trova nell'uno deve anche trovarsi in qualche modo nell'altro. Si comprenderà meglio tale corrispondenza se la si riconduce, in certo qual modo provvisoriamente, alla relazione fra soggetto e oggetto, conoscente e conosciuto: il mondo in quanto oggetto appare nello specchio del soggetto umano: non è possibile percepirlo al di fuori di quest'ultimo, mentre il soggetto, lo specchio, non appare che per ciò che esso riflette; si possono distinguere i due poli, ma non li si può separare: non esiste oggetto senza oggetto, né questo senza quello… Si sarà dunque compreso che l'Intelletto universale trascende le facoltà psichiche e mentali; conviene precisare che tale essenzialità gli appartiene sempre e ovunque, anche quando si manifesta attraverso facoltà o coscienze più o meno limitate o opache, così come una luce pura rifratta da vetri colorati non cessa di essere in se stessa incolore. Senza la presenza dell'intelletto, nessuna forma mentale conterebbe un elemento di verità. Tutto considerato la dottrina ermetica dell'intelletto universale coincide con quella che ci hanno tramandato i Platonici, e si esprime in un linguaggio analogo: l'Intelletto (nous) – insegna Ermete Trismegisto – deriva dalla Sostanza (ousia) di Dio, per quanto si possa attribuire a Dio una sostanza,; quale sia la natura di questa sostanza, soltanto Dio può saperlo esattamente. L'Intelletto non è una parte della sostanza divina, ma ne è l'irraggiamento, come la luce che scaturisce dal sole. Nell'uomo l'Intelletto è Dio…L'immagine non potrebbe essere più chiara: come la luce emana dal sole senza che quest'ultimo ne risenta, l'intelletto procede dalla sostanza divina senza che questa cessi di essere sovrana e trascendente rispetto alle sue manifestazioni, e come la realtà della luce e del sole sta interamente nel sole, di modo che si possa dire che essa non è altro che il sole, L'Intelletto è in certo qual modo Dio: nell'uomo, che è il suo specchio cosmico più perfetto, è Dio". Titus Burchkardt, Alchimia |
"Senza dubbio il pensiero massonico |