Alpina 11/2002
Paracelso definiva l’Entità suprema, identificandola sovente con la
natura, come noi Massoni: G.A.D.U. Quest’Entità, chiamata in Massoneria
Grande Architetto dell’Universo, Paracelso, volendo significare
assolutamente nulla di diverso, la definiva Grande Alchimista dell’Universo.
Parlando di alchimia (tema del presente numero dell’ «Alpina»), Paracelso ci
è in un certo qual modo vicino; non appartiene né all’antichità né alla
modernità. Fa da ponte tra la filosofia egizia, cinese ecc. e i tempi
nostri. Ci insegna soprattutto che l’unico vero alchimista è la natura e che
quando l’uomo vuole scoprire, cambiare, migliorare, perfezionare –
materialmente e spiritualmente – non può che studiare e imitare la natura,
unica vera maestra degli alchimisti. La spiga può crescere soltanto grazie
alla putrefazione del seme!..Se l’alchimia fisica antica, che
tendeva alla trasformazione dei metalli vili in oro, è rimasta utopica o si
è semplicemente evoluta verso la chimica moderna, sicuramente efficace ed
attuale è rimasta quella morale che trasforma l’uomo bruto in essere
illuminato. E questa è l’ascesi massonica, la quale, seguendo la via delle
virtù, la cui sintesi è l’amore, favorisce il perfezionamento spirituale che
porta l’uomo verso la conoscenza, la Verità. Ogni Massone conosce la
misteriosa frase «Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum
Lapidem» (VITRIOL) e ogniqualvolta la ricorda non può che meditare
sull’alchemica verità delle trasformazioni; ogni perfezionamento richiede
una morte e una rinascita… Che la purificazione, ossia la trasmutazione
positiva, avvenga per fusione, fermentazione, distillazione, cottura,
filtraggio ecc. o, per il Massone, evolvendo tra le colonne del nostro
Tempio, vero Atanor della Libera Muratoria, si tratta sempre di Alchimia. Se
la biblioteca di Alessandria d’Egitto, centro di tutte le scienze antiche,
non fosse bruciata, quasi 2000 anni fa, oggi probabilmente ne sapremmo
qualcosa in più.
Nel settembre scorso la Loggia «Il Dovere» di Lugano ha festeggiato
degnamente il suo 125° anniversario di fondazione. Riportiamo, nelle pagine
che seguono, l’interessante discorso tenuto in quell’occasione dal Gran
Maestro della GLSA Fratello Alberto Ménasche.
Siamo in novembre; come consuetudine un pensiero di noi tutti, di ricordanza
e di gratitudine, sia rivolto ai Fratelli non più tra di noi, che con il
loro lavoro e il loro esempio ci hanno dato molto.
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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