Alpina 6-7/2003
Ogni virtù con potere di crescita interiore nasce dalla ragione. Il
«cuore» subentra dopo, quando la ragione ha intravisto la via e la volontà
ha deciso di percorrerla. Le virtù innate, i sentimenti naturali – ad
esempio l’amore di una madre per il suo bambino – possono essere sublimi, ma
possono essere anche fragili, pericolosi e mutevoli, persino egoistici e
possessivi. I sentimenti naturali comprendono il bene e il male, l’odio e
l’amore. Occorre pertanto la ragione, la quale, realizzato che l’odio
distrugge mentre l’amore crea e edifica, fa la giusta scelta. Non importa se
l’amore è poco, l’essenziale è, appunto, che sia stato scelto e che venga
coltivato con fatica e impegno.Ogni piccolo progresso avrà un
valore immenso, maggiore di un grande amore sentimentalistico che alla prima
prova può vacillare e trasformarsi in odio. Dunque: individuare e scegliere
con la ragione ciò che si manifesterà col cuore; amare perché la ragione lo
detta. Fin qui le mie personalissime riflessioni su come gli individui e la
collettività potrebbero positivamente evolvere, applicando questa semplice
ricetta: controllare i sentimenti – anche se costa sforzi – usando dapprima
il meraviglioso dono che il GADU ha dato all’uomo; la facoltà di pensare.
Nelle pagine che seguono si parla di Ragione. Immanuel Kant (1724-1804),
massimo figlio dell’Illuminismo settecentesco, ne è il filosofo per
antonomasia, ma soprattutto padre e fondatore della libera ricerca, ossia
della scienza non dogmatica dei tempi moderni. Nelle vesti di liberatore da
un millennio di oscurantismo, egli, velatamente tra le righe, grida a tutta
l’umanità: la ragione è una vostra facoltà e un vostro diritto; usatela in
tutta libertà! E parlando di morale, scrive testualmente: «La vera
destinazione della ragione può essere solo quella di produrre una volontà
buona, non come mezzo per qualche altro scopo, ma come buona in se stessa.
In ogni parte del mondo e anche fuori di esso, non è concepibile nulla di
incondizionatamente buono all’infuori di una buona volontà.» Viste le
limitate possibilità di raggiungere particolari illuminazioni trascendentali
– vale evidentemente anche per noi Massoni – la consolazione, ma soprattutto
la grande gioia per tutti gli esseri umani, consisterà sempre nella
consapevolezza di possedere nel nostro più profondo intimo quella sublime
libertà di pensiero, di coscienza e di ricerca, che nessuna imposizione
dogmatica, sia essa religiosa o laica, potrà mai minimamente scalfire.
Occorre, come visto, la buona volontà; la ragione – se sapremo bandire la
pigrizia – ci farà da faro e da guida. Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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