Alpina 8-9/2003
Perché nella simbologia massonica si riscontrano sovente tre punti?
Occorrono tre punti per formare un triangolo e occorre un triangolo per
poter costruire, sia in modo fisico che speculativo. I Liberi Muratori sono
«costruttori» per antonomasia. Il triangolo è il primo elemento concepibile
dalla nostra ragione come passaggio tra astrazione e realtà. Infatti il
punto, ma anche la retta che congiunge due punti, non costituiscono nulla
che la nostra mente possa percepire; né uno spazio né un suo ipotetico
contenuto. Il triangolo, per contro, già chiaramente percepibile come tale,
in quanto forma, dimensione e contenuto, se elevato ad innumerevoli potenze,
non solo dà infinite forme, figure e volumi, ma avvia pure il processo
cognitivo verso l’intuizione dell’infinito, del trascendentale, del Tutto. Ma il Tutto forse sta già nel
punti, nell’uno, nella monade; anche i famosi pensatori della storia hanno
terminato i loro giorni terreni prima di trovarvi la risposta. La conoscenza
del misterioso e panteistico Uno/Tutto rimarrà sempre una delle fondamentali
aspirazioni del Massone, il quale, consapevole delle infinite difficoltà,
cercherà comunque sempre la Verità, con ogni sforzo, coi propri limitati
mezzi. Pitagora e i suoi discepoli, i Pitagorici, furono tra i primi a
considerare i numeri, rispettivamente la geometria, come base di ogni
scienza. Per loro i numeri avevano molte più analogie con ciò che esiste e
avviene nella natura, di quante se ne possano trovare nell’aria, nel fuoco,
nella terra e nell’acqua. Scoprendo inoltre che le armonie musicali, come
pure altri fenomeni naturali, implicano precisi rapporti numerici, hanno
formulato la teoria secondo la quale tutte le cose esistenti nell’universo
interagiscono tra loro in proporzione ed armonia, e, soprattutto, basano su
numeri. Oggi, dopo due millenni, si parla di algebra, matematica la quale,
con il suo infinito sistema di equazioni, può rappresentare, come allora, la
scienza dell’equilibrio e dell’armonia. Ma abbiamo anche la moderna
trigonometria che permette di misurare la posizione di ogni punto del nostro
globo terrestre, e, per estensione, ogni angolo dell’universo. In merito
alla concezione filosofica dei numeri e della geometria nella natura, S.
Agostino scriveva: «Irradiando la sua luce sulla terra e nelle menti, la
filosofia si accorse che null’altro le piaceva che la bellezza, e nella
bellezza le figure, nelle figure le dimensioni, nelle dimensioni i numeri.»
Ecco l’illimitato ed eterno gioco tra microcosmo e macrocosmo, tra l’Uomo e
il Grande Architetto dell’Universo. Vogliamoci sempre bene.
Othmar Dürler
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