La Massoneria in tempo di guerra
(Alpina
12/2007)
Il tema riguardante «il comportamento del Massone fuori Loggia», proposto
– forse non a caso – per il mese di Natale, porta me, e probabilmente molti
altri Fratelli, al periodo spensierato della nostra infanzia. Infatti, un
tempo, molti anni fa, per accattivarci «Gesù Bambino», ma anche i nostri
genitori, promettevamo, per l’anno nuovo, di essere buoni, ubbidienti,
diligenti… Ma cosa promette il Massone alla sua prima presenza in Tempio?
Nulla di molto diverso! Ma lo fa da adulto, con la mente e il cuore di chi
sta intraprendendo un serio e difficile percorso iniziatico. Ciononostante, anche la «promessa massonica», viste le esigenze e le
debolezze umane, si trasforma sovente in «promessa da Pinocchio». Il buon
burattino, ideato dalla mente massonica del Fratello Collodi, è confrontato
con mille tentazioni, ma dopo ogni errore si pente e, con rinnovata volontà,
riprende a camminare sulla retta via. Leggendo questo capolavoro, scrutando
tra le righe, e ricordando al contempo la nostra «promessa», la via da
percorre in seno al nostro Ordine, ma anche e soprattutto al di fuori delle
nostre Logge, non solo si illumina, ma il Massone trova anche i mezzi e la
forza per percorrerla, nonostante gli inevitabili ostacoli e le
interminabili fatiche. In merito all’Iniziazione massonica e alla sua
espansione nel mondo profano il Fratello Fulvio Ragazzoni, nel suo
interessante ed approfondito articolo (v. pagine seguenti), tra l’altro
sottolinea: «È l’inizio di un lungo e arduo cammino che dovrebbe portarci
alla trasformazione, elevarci attraverso il duro lavoro di sgrossamento
della pietra grezza. L’Iniziazione ci mette a disposizione gli strumenti
ideali per compiere questa ‘metamorfosi’ che non deve manifestarsi ‘solo’
fra le mura del Tempio e della Loggia, ma soprattutto proseguire
all’esterno, nel mondo profano. È in quel contesto che noi Massoni siamo
chiamati ad applicare ciò che abbiamo letto e appreso attraverso la
simbologia, ‘libro’ non sempre facile da leggere e interpretare». È più che
evidente che l’ideale massonico non può essere fine a sé stesso, e che la
Massoneria ha un ruolo che va ben oltre alla vita del singolo Massone e
delle Logge sparse su tutti i continenti. Se il comportamento massonico si
limitasse ad un individuale e claustrale atteggiamento
contemplativo-meditativo, ma sterile ed inesistente verso il mondo e
l’umanità circostante, lo scopo dell’istituzione e della sua stessa
esistenza andrebbe perso. Il compito è arduo, ciononostante il Massone
dovrebbe essere, sempre e ovunque, portatore di Luce.Vogliamoci sempre
bene!
Othmar Dürler
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