Quantità e qualità nella Massoneria
(Alpina 6-7/2009)
Una Loggia esiste perché un numero sufficiente
di Iniziati la compone. È sempre fonte
di grande gioia ed emozione vedere,
durante i nostri Rituali, le Colonne affollate
di Fratelli. È vero, la presenza numerica, la
quantità, impressiona, aiuta a vivere più
intensamente una cerimonia, una festività,
un’agape. Ma l’alto numero di Fratelli, qualche
volta, può celare la volontà, rispettivamente
l’orgoglio, di essere una grande Loggia,
o peggio, lo scopo recondito di maggiori
e sicure entrate finanziarie. Molte Logge,
per contro, rimangono piccole, forse per
propria scelta, con pochi Fratelli. Qualità o
quantità? Ecco la domanda d’attualità, il
tema di questo numero dell’Alpina.
Cercando la qualità, vista la premessa, si
potrebbe essere tentati di favorire la piccola
Loggia. Nulla di più sbagliato! Che la Loggia
sia numerosa, che essa sia piccola, poco
importa, pur che prevalga, sia all’interno
dell’una come dell’altra la qualità. Ci si
chiede dunque come garantire la qualità di
una Loggia, grande o piccola che sia. Due
sono i provvedimenti essenziali: l’allontanamento
di chi in Loggia è fuori posto e la
rigida selezione di chi chiede di farne parte.
L’allontanamento non è facile; può causare
tensioni interne che di regola vanno evitate:
qualche caso si risolve da sé. L’importante,
quindi, sta nella selezione dei nuovi «bussanti
». Ma quali straordinarie qualità deve
dunque possedere un candidato per essere
ammesso in Massoneria? Sono poche e
forse meno gravose di quanto si possa credere.
La Massoneria chiede al candidato,
quale unica condizione d’ammissione – e
ciò in tutto il mondo – che sia «Uomo libero
e di buoni costumi». Se, dopo seria ed
approfondita meditazione su questi apparentemente
banali concetti, avrà ulteriormente
la ferma volontà di percorrere la via
massonica, non vi saranno più ostacoli alla
sua Iniziazione. In tal modo la Loggia, sia
essa piccola o grande, lavora per la propria
qualità. L’«uomo libero» sa di avere il diritto
alla libertà di pensiero e di coscienza,
l’«uomo di buoni costumi» sa che i suoi
diritti li deve concedere anche al suo prossimo.
Questo dualismo sta alla base della
Tolleranza massonica, del reciproco
rispetto, dell’amore per l’umanità.
Se il Massone, durante il suo vitalizio cammino
iniziatico, non perderà mai di vista
quella «piccola» condizione, da lui accettata
con entusiasmo ancor prima di entrare in
Tempio, contribuirà allora al miglioramento
qualitativo proprio, della sua Loggia e del
prossimo. Alla domanda iniziale possiamo
rispondere: la quantità è utile, la qualità
indispensabile!
Vogliamoci sempre bene!
Othmar Dürler
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