Che società vogliamo?
(Alpina 8-9/2010)
Se la società nella quale viviamo fosse la
migliore possibile, la domanda proposta dalla
Gran Loggia Svizzera Alpina - quale società
vogliamo? - sarebbe poco sensata. In realtà, dal
momento che la società odierna lascia trasparire
evidenti imperfezioni la domanda è non solo pertinente ma anche
attuale. Se poi si pensa ai mali
che la affliggono come disoccupazione, divario
sempre più profondo tra ricchi e poveri, intolleranza,
mancanza di valori e ideali…una risposta
a questa domanda diventa anche urgente. I cambiamenti
degli ultimi quarant’anni sono stati talmente
incisivi da aver provocato un’autentica
metamorfosi della società. I nostri padri hanno
vissuto seguendo ed insegnandoci principi e convinzioni
che sono diventati, per certi aspetti,
improponibili nel mondo globalizzato. Le incertezze
che incombono sul mercato del lavoro e
dell’economia, le conseguenze che questi mutamenti
fanno ricadere sui rapporti famigliari, sui
progetti e gli stili di vita sono pervasivi e condizionanole
relazioni sociali a tutti i livelli. Il tessuto
sociale è un organismo vivente dove ogni parte è
connessa alle altre. Non possiamo pensare di esimerci
dal seguire le nuove regoledel gioco. Queste sono imposte da una serie di circostanze verso
le quali il cittadino non ha alcuna voce in capitolo.
È praticamente obbligato a subire una struttura
e un modo di funzionare della società che spesso
non condivide. Le borse salgono, scendono, crollano
senza che la grande maggioranza dei cittadini
possa far qualcosa. Le imprese ristrutturano,
traslocano, licenziano permassimizzare i loro utili
lasciando una moltitudine di persone in preda alla
disperazione. Come si vede, se alcuni mutamenti,
per un verso, hanno rappresentato un progresso,
per molti altri sono da considerare un indiscutibile
peggioramento delle condizioni di vita. Ebbene la
Massoneria ha il merito e il dovere di assumere la
non facile funzione di attento testimone critico
dei cambiamenti repentini che sta subendo la
società cercando di resistere a certe propensioni
che alla lunga potrebbero rivelarsi autodistruttive.
I valori della libertà, dell’ uguaglianza, della
fratellanza e della tolleranza non sono negoziabili.
In una società che pretende ancora di qualificarsi
come civile e democratica l’egoismo, la
brama insaziabile di denaro e di potere deve
ancora poter essere arginata da quelle forze
costruttive che la Massoneria ha sempre difesoe
dimostrato. Oggi piùche mai la serietà, la credibilità
e l’affidabilità del pensiero e dell’azione
massonici attendono di essere ribaditi con forza
e vigore.
Daniele Bui
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